La CVP dimenticata
Hephaestus, 23 Dicembre 2013
[Premessa: Questo articolo è stato pensato e redatto nel periodo Pre ACIV:BF, quindi non vi sono riferimenti ad elementi di trama provenienti da Black Flag] Questo mini-articolo (definito “mini” secondo il mio standard di lunghezza sui miei articoli :P ), come si evince dal titolo, è incentrato su una CVP “dimenticata”, una entità della Prima Civilizzazione apparsa nella serie, ma rimasta tutt’oggi senza nome. Si tratta di un'entità alla quale voglio provare a dare definitivamente un nome, basandomi non solo su ipotesi e teorie (il mio campo) ma anche su prove visive. In molti hanno ipotizzato a riguardo, ma nessuno probabilmente ha mai trovato una prova effettiva relativa alla propria idea, lasciandola per l’appunto come ipotesi e non come teoria completa. La CVP in questione è apparsa in tutta la sua magnificenza nel primo fumetto dedicato alla saga di AC, ossia Assassin’s Creed: The Fall, ma come si vedrà in questa trattazione, è già apparsa una volta prima di The Fall, seppur in maniera molto diversa da quanto ci si possa aspettare… Introducendo la CVP Nella scena in questione appaiono ben quattro membri della Prima Civilizzazione (questa è probabilmente la scena con più CVP insieme nella stessa scena di tutta la saga di AC). La scena fatidica forse lascia ipotizzare un molto probabile intervento di tali CVP nelle vicende di Nikolai, seppur mai spiegato completamente nei capitoli successivi. I personaggi in scena sono:
La Cacciatrice Come si può comprendere dal titolo, la mia teoria suppone che la “Terza CVP” sia Diana, conosciuta anche nelle sue varianti Etrusca e Greca, rispettivamente come Artume e Artemide. Diana era la Dea Romana della caccia, della natura e della fertilità. Figlia di Giove (Zeus) e Latona (Leto) e sorella gemella di Apollo. Viene ritratta quasi sempre in veste da cacciatrice accompagnata da un cervo e armata con Arco e Frecce prodotte entrambe da Efesto. Diana era anche una Dea della Luna e veniva spesso raffigurata con una luna crescente sopra la fronte o dietro la testa e veniva spesso identificata con la Dea Selene e altre volte associata ad Ecate, anche loro dee della Luna. Artemide, Selene ed Ecate insieme rappresentavano, infatti, le tre principali fasi lunari, rispettivamente luna crescente (Artemide), luna piena (Selene) e luna calante (Ecate). [tenete a mente questo particolare delle fasi lunari…] La Dea della Caccia, secondo Assassin’s Creed Infatti, per scoprire dove sia comparsa apparsa in precedenza Diana, dobbiamo tornare al glorioso ACII, dove troviamo la Dea Cacciatrice sotto forma di Statuetta da trovare a Monteriggioni insieme ad altre, otto in totale, raggruppate in quattro coppie da due (Giove e Minerva, Marte e Venere, Nettuno e Plutone, Diana ed Apollo), raffiguranti tutte divinità Romane. Forse anche tutti CVP? Mistero… Tornando al discorso, la statuetta di Diana va in coppia su un altare con quella del
La descrizione che appare interagendo con l’altare una volta poste entrambe le statuette attesta: “Insieme, ma senza toccarsi, uno dorme quando l’altra è sveglia, ma entrambi vegliano su di noi.” La frase molto probabilmente si riferisce ai due corpi celesti correlati alle figure di Apollo e Diana, rispettivamente il Sole (Apollo) e la Luna (Diana), e quindi la frase assume “astronomicamente” senso. La frase in descrizione però potrebbe anche riferirsi alle divinità stesse, quindi associandoli ai corrispettivi membri della Prima Civilizzazione, ma su questo non abbiamo conferme di alcun tipo (almeno su Apollo), quindi possiamo soltanto teorizzare… La Dea della Caccia, sempre all’interno di AC, è anche collegata ad alcuni eventi relativi al mai dimenticato Project Legacy, più precisamente alla sequenza con protagonista Kyros di Zarax proveniente da quella miniera di mindfuck conosciuta come “La Scienza Divina”. Diana infatti è collegata alla figura di Atalanta, ripresa a sua volta dal mito greco della stessa. Atalanta infatti, secondo il mito greco, venne abbandonata in tenera età dal padre, Iaso, re dell’Arcadia, sul monte Pelio (in Tessaglia) semplicemente per il fatto che il re voleva un erede maschio. Artemide, venuta a conoscenza della piccola abbandonata, mandò un’Orsa per prendersi cura di lei e per allevarla (Secondo altre versioni della leggende fu la Dea stessa che si era trasformata in orsa per salvare la piccola Atalanta). Atalanta dimostrò subito una forte propensione per la caccia e una forte abilità con l’arco, e le sue gesta da cacciatrice non tardarono a farsi sentire. Infatti secondo le leggende Atalanta uccise dei centauri e anche il famigerato Cinghiale Calidonio, che le diede il titolo di Cacciatrice Calidonia. Questi eventi li ritroviamo anche nel ricordo chiamato “Serenata”, di seguito un estratto: \\Re Iaso mi avverte che nessun uomo può battere la figlia, e che perdere la corsa significa perdere la propria vita. Organizza per me un incontro con lei - un'ultima possibilità di cambiare idea. \\Nei giardini, mi batte il cuore mentre aspetto Atalanta, la principessa vergine, cresciuta dagli orsi, che è diventata una feroce cacciatrice, l’eroina Calidonia, e ha ucciso dei centauri. […] \\E' magnifica! Sicuramente, la bellezza Atalanta rivaleggia con quella di Afrodite! La mia faccia si accalda quando sorride e mi saluta con una intensa, calda voce. \\Atalanta pone la mano sulla mia! Sento il sangue pompare nelle vene. Per un'eternità, mi guarda negli occhi, come se esplorasse le profondità della mia anima. […] [Quest’ultima frase si presta a molte interpretazioni… ma forse stavolta stiamo esagerando con le teorie :P ] Come figura Atalanta, nella mitologia greca, viene quasi assimilata a quella di Artemide per doti, modi di fare e di agire, e si può supporre, tenendo conto della leggenda, che Diana/Artemide possa anche aver influenzato di molto l’intera crescita di Atalanta. Torniamo adesso alla vera protagonista di questo articolo, con un confronto diretto tra la sua controparte “reale” e la sua controparte “CVP”. Il Confronto tra la Dea e la CVP Con tutti i dati visivi in nostro possesso, passiamo adesso ad un paragone diretto tra la CVP di AC:The Fall e la Dea Diana grazie ad una immagine altamente esplicativa creata dal nostro grafico Xander. I particolari simili (e segnati) saltano subito all’occhio. La tiara che la statua di Diana porta sul capo è stata rivista a mo’ di copricapo per la Diana CVP. Notare la particolare forma che la parte posteriore di tale copricapo forma: ricorda molto una mezzaluna crescente, particolare interessante, dato che Diana era venerata come dea lunare e pertanto associata alla luna (come detto sopra nella iconografia classica di Diana, la dea veniva spesso raffigurata con una figura a mezzaluna sopra la testa). L’abito che la Dea indossa è un Chitone Dorico (caratterizzato dall’assenza di maniche e lungo fino alle ginocchia) che viene interpretato molto fedelmente nella sua versione CVP (notare anche le pieghe della veste nella statua e nella CVP, identiche) e circondato alla vita da una fascia che nel fumetto viene interpretata come una cintura dallo stile assimilabile a quello della Prima Civilizzazione. Ultimo particolare da aggiungere: se si guardano bene le due “Diane”, anche la posa è quasi la stessa. Solo la testa della CVP è stata inclinata leggermente più in basso per fare in modo che “guardasse” verso Nikolai. Adesso che abbiamo “svelato” la CVP, sappiamo ormai da tempo che se appare una Dea di un qualunque pantheon in AC, ha certamente un background alle spalle che si ricollega a leggende che hanno a che fare con FdE o in generale con Tecnologia CVP. Per trovarlo, dobbiamo tornare a bomba sulla statuetta. [La “Diana di Versailles”, come si può notare dalla figura a lato è la stessa statua che è stata utilizzata per il paragone con la CVP] Bisogna notare che la statua originale mostra alcune differenze con quella che abbiamo visto in ACII. Nella statua originale, infatti, possiamo notare il cervo che segue la Dea ed il fatto che ella impugni un arco con la mano sinistra, del quale ormai resta soltanto l’impugnatura, caratteristiche assenti nella statuetta di ACII. La statua, secondo la descrizione che il Louvre rilascia al pubblico, proviene da Nemi, comune del Lazio in provincia di Roma. La città di Nemi è sempre stata associata al culto di Diana. A essa sono collegate leggende e misteri, tra i quali ne compaiono due in particolare che rappresentano peculiari riferimenti se visti all’interno della Saga di AC. Tali leggende saranno descritte tra poco. A breve distanza da questa città si trova il Lago di Nemi, piccolo lago vulcanico facente parte del cosiddetto “Complesso vulcanico dei Colli Albani”. Nelle vicinanze del Lago sorgono il Tempio di Diana, antico santuario che sorgeva originariamente sulle rive del lago, ed il “Nemus Dianae”, bosco sacro dedicato alla Dea. Notare che da Nemus, bosco in latino, deriva il nome stesso della città, Nemi, e la stessa Dea assume il nome di Diana Nemorensis (la Diana dei boschi o la Diana di Nemi). Passiamo ora ad analizzare questi due misteri. I Misteri del Tempio di Diana
Il Ramo d’Oro Il Ramo d'oro come detto poc’anzi è il ramo che permette ad Enea la discesa nell’Ade, ed è considerato la Chiave degli Inferi. Enea, per discendere negli inferi, su consiglio di Deifobe, la Sibilla cumana, deve trovare questo speciale ramo d'oro che può essere colto solo da coloro che ne sono degni [Che possiamo intendere come Segno di DNA CVP]. Il ramo, nascosto in una fitta selva, è sacro alla Giunone Infernale, ossia Proserpina (Persefone per i Greci e Perpsinei per gli Etruschi), moglie di Ade (o Aita) e regina degli Inferi. [NdHephaestus: Il fatto che Persipnei in quanto moglie di Aita nel mito greco viene chiamata la GIUNONE Infernale lascia spazio a molte idee che si ricollegano con ACIII/ACIV]. Una volta trovato, questo ramo si staccherà facilmente dalla pianta soltanto se il Fato è favorevole alla sua discesa negli Inferi; In caso contrario ogni sforzo sarà inutile. Il fatto dell’essere “degni” riporta subito alla mente il caso di Pitagora quando viene giudicato come “degno successore” dai Serpenti del Bastone dell’Eden posseduto in precedenza dal CVP Ermete Trismegisto. I riferimenti quindi al fatto che le leggende riguardo al Ramo d’Oro lo possano assimilare a un FdE continuano ad aumentare…
Tornando al discorso, Enea riesce a prendere il ramo perché è definito “degno”, e tale “dignità” viene dal fatto che, secondo le leggende, Enea fosse figlio di una Dea, Venere, che lo aiuta nell'impresa. (Il classico protagonista raccomandato…) Di seguito un estratto del Libro VI dell’Eneide dove si parla dell’Aureo Ramo:
Enea successivamente pone l’Aureo Ramo sulla porta di Dite all'ingresso dei Campi Elisi, come offerta votiva a Proserpina. Il Ramo d’Oro in questo caso funziona come chiave per accedere alla città infernale. [Esattamente come la Mela n°6 (o Mela di Ezio che dir si voglia) che Desmond usa per aprire la porta esterna del Grande Tempio di Turin… ] Il ramo, come altri elementi del racconto assumono un significato simbolico non ben definibile, ma conferma il destino eccezionale di Enea [O il fatto che era a tutti gli effetti, un Ibrido?], scelto per questa particolare avventura]. Questo tipo di storie appartiene a quelle che abbiamo incontrato nei glifi di ACII, dove tra innumerevoli miti greci, nordici, e romani si nascondevano Eroi illustri dotati in realtà di geni CVP e di oggetti dal potere straordinario che in realtà erano FdE, basti pensare alle vicende di Teseo con la Spada Adamantina (una delle Spade dell’Eden) o le vicende di Sigmund con la Spada conficcata nel Barnstokkr (sempre una delle Spade dell’Eden). Tutta questa storia si va a ricollegare con Nemi e Diana, infatti come detto in precedenza il Ramo d’Oro di Enea, inteso come un vero e proprio FdE (dati i parallelismi con gli altri miti collegati ad AC) in principio era custodito proprio nel Tempio della Diana Nemorensis, la Diana che abbiamo in versione CVP in AC:The Fall. L’altro mistero che coinvolge Diana in elementi “affini” alla saga di AC riguarda invece due antichissime navi Romane. Le due Navi Leggendarie Questa leggenda riguarda due gigantesche navi celebrative costruite in età Romana in onore di due dee, Iside (dai tratti caratteristici e storici molto simili alla Giunone di AC) e Diana. Le navi erano lunghe rispettivamente 64 e 71 metri e larghe 25 e riguardo al loro committente si pensa furono commissionate dall’Imperatore Tiberio o molto più probabilmente da Caligola (affiliato ai Templari secondo ACII – Assassinato da Leonius con una Daga) Le navi, tecnologicamente avanzatissime e piene di tesori di ogni sorta, furono sepolte sotto il lago di Nemi per ragioni misteriose, vicino a dove sorge il tempio dedicato alla dea della caccia. Questa storia ben presto divenne leggenda e iniziò a circolare probabilmente circa dal I secolo d.C., e poi per tutto il Medioevo, accompagnata anche ogni tanto dal ritrovamento di strani reperti da parte dei pescatori del lago. Queste voci avevano, in effetti, un fondamento di verità e continuavano ad alimentare la leggenda. Tentativi di recuperare le due navi furono eseguiti a più riprese a partire dal Quattrocento finché, attorno alla metà del XV secolo, il Cardinale Prospero Colonna affidò ufficialmente a Leon Battista Alberti il compito del recupero. Un secolo dopo, il 15 luglio 1535, venne effettuato un tentativo avvalendosi di una campana subacquea e venne riportata in superficie una notevole quantità di legname, che continuò ad alimentare la leggenda, finché nel 1827 si cominciarono a recuperare i primi mosaici e altri oggetti preziosi, come a confermare l’effettiva veridicità di tale leggenda. Infine solo tra il 1929 ed il 1932, ai tempi del governo fascista, venne messa in piedi un'imponente spedizione archeologica che, grazie allo svuotamento delle acque del lago per ben 22 metri di profondità, riuscì a tirare a riva le due navi custodendole nell'apposito museo delle Navi Romane.
Le due navi leggendarie però subirono un triste destino. Durante la seconda guerra mondiale un incendio scoppiato la notte dal 31 maggio e durato fino al 1º giugno del 1944 le distrusse e lo stesso avvenne per gran parte dei reperti che erano custoditi con esse. L'incendio, ovviamente di origine dolosa, fu opera dei tedeschi che avevano piazzato una batteria di cannoni a 150 metri circa dal museo che conteneva le navi. Non tutto il carico perduto fu ritrovato. Venne preso dai Tedeschi, ma non seppe più che fine abbia fatto. Una storia di questo tipo può alimentare il panorama di AC per quanto riguarda gli eventi della Seconda Guerra Mondiale. Supponendo che le Navi avessero al loro interno qualche manufatto della Prima Civilizzazione, tale attacco avrebbe ancora più senso da parte dei Templari. Concludendo, con questo termina l'analisi della potenziale comparsa di Diana/Artemide nella saga di Assassin’s Creed, con la speranza che la dea della caccia si palesi altre volte in futuro, e se lo farà, noi saremo pronti e ben accetti a riportare tutto, qui su Access The Animus.
comments powered by Disqus |
Google+ | YouTube |
La fine di un'era Sei in successione |