Le Verità del Codice - Parte 2
Markuz, 03 Giugno 2013



Oh, è stato più veloce del previsto, la seconda parte delle Verità del Codice è pronta! Riprendiamo dunque questa sorta di cavalcata tra le pagine del diario di Altaïr da dove avevamo lasciato ovvero dalla pagina XV dedicata a Cipro, ringraziando ancora una volta Noctis90 e Spoilt1986.

Pagina XVI    

Questa pagina dà una profondità non da poco al personaggio di Altaïr. Il nostro mentore scopre che la Mela non è un semplice catalogo (database diremmo noi) di quanto vi è stato immagazzinato precedentemente al suo utilizzo ma che contiene anche " lumi sul futuro" ovvero immagini di fatti ancora non accaduti. In realtà lo riscopre visto che già nella pagina 12 mostra parte degli scritti di Copernico, come abbiamo già visto. A meno che l'immagine di base sia arrivata anche a Copernico dalla Mela da un qualche progetto CVP passato, ma si ricadrebbe davvero nel mindfuck. In ogni caso Altaïr reagisce scrivendo che non dovrebbe essere possibile vedere il futuro e procede col chiedersi quale sia il significato di ciò che vede. E' quello che sicuramente succederà o si può fare qualcosa per cambiarlo? E' il vecchio scontro tra la teoria dell'uomo artefice del proprio destino e l'idea del futuro già scritto per ognuno di noi.

Io propendo più per questa (by Christopher Templin)

Chissà, forse anche i CVP hanno contribuito alla definizione del concetto di destino tramite i loro piani e messaggi millenari - ormai non più così rari - in cui tutti avevano un ruolo già definito (Bruto, Connor e Clay in quello di Giunone, per esempio). Ed in questa situazione il nostro mentore è combattuto sull'agire o meno, in dubbio se le sue azioni possano davvero fare la differenza o se queste, alla fine, porteranno a quanto è forse già stato scritto. In questo dubbio mi immagino Altaïr, pienamente convinto degli ideali di libertà di pensiero e di azione che si scontra con la possibilità che tutto sia già stato predeterminato fornita da una sorta di manufatto divino. Mindblown.

Pagina XVII    

Oh, finalmente facciamo sul serio. Questa è la prova che Altaïr è riuscito a vedere il video del finale di Revelations che Giove / Tinia propone a Desmond. Le colonne di fuoco che sembrano bucare il cielo, il suolo che trema, le montagne che si incrinano, l'architettura avveniristica della Prima Civilizzazione e la gente che corre urlando. Sembra di rivedere il video mentre Altaïr lo descrive. Oppure sono troppo nerd. In ogni caso questa è la conferma di una delle frasi che echeggiano nella Biblioteca di Masyaf al termine di Revelations e che già avevo citato nella prima parte di questo articolo:

Maria: "Che cosa ti dice [la Mela]? Che cosa vedi?"
Altaïr: "Strane visioni e messaggi... di Coloro che Vennero Prima. Della loro ascesa, della loro caduta..."

La conclusione di questa pagina è molto interessante anche se non è mai stata ripresa successivamente all'uscita di AC2. Altaïr avanza l'ipotesi che i Templari siano alla ricerca del potere distruttivo del brillamento solare in modo da poterlo utilizzare come minaccia per imporre obbedienza o, meglio ancora, devozione, come indicato nella versione in inglese del testo. L'ipotesi è che i Templari siano in grado di controllare questo fenomeno e di fronte a questa idea Altaïr non può che apparire preoccupato. Se il controllo diretto sul brillamento solare per fortuna non è ancora nelle mani dei Templari, c'è da dire, però, che fenomeni del genere tornano (e sono sempre tornati) molto utili ai loro scopi in quanto assottigliano di molto la popolazione e quindi ne rendono molto più facile l'"amministrazione". Magari è a questo che si riferisce Altaïr, adesso che conosce meglio le intenzioni dei suoi nemici. E, sempre magari, è a questo che si riferisce il "File0.18\FC_Apocalisse" del multiplayer di Revelations quando guarda quasi positivamente agli eventi castrofici in quanto successivamente al loro verificarsi si prospetta "l'alba di una nuova era" frase che facilmente può essere anche riletta come "l'alba di un nuovo ordine mondiale":

Per molti, la parola "Apocalisse" significa la fine del mondo. Non è così. Le Apocalissi sono eventi di grande importanza, punti di svolta, che sono seguiti da periodi di rinnovamento che interessano tutta l'umanità. Questi eventi ed i cicli che iniziano sono difficili da individuare e definire con assoluta certezza. Tuttavia, sulla base di reperti archeologici, di varie ricerche scientifiche e, soprattutto, dell'analisi intensiva dei dati grezzi (non elaborati) in nostro possesso, siamo stati in grado di determinare quando alcune di queste Apocalissi siano avvenute.

Uno di questi eventi è la catastrofe di Toba, avvenuta tra 69.000 e 77.000 anni fa. A seguito di questo cataclisma, Coloro che Vennero Prima si estinsero gradualmente e quello che rimase dell'umanità si sparse in tutto il pianeta. Stimiamo che ci siano volute decine di migliaia di anni perchè Coloro che Vennero Prima sparissero completamente dalla faccia della Terra, ma la catastrofe di Toba senza dubbio distrusse la loro società e accompagnò l'umanità in una nuova era.

Molti di questi eventi si sono verificati da allora, ma il nostro Ordine è più interessato al futuro. Infatti, se le nostre previsioni sono corrette, siamo sull'orlo di un'altra Apocalisse - quella che segnerà l'alba di una nuova era.


Il Lago Toba

Pagina XVIII    

Nessuna organizzazione è perfetta. O meglio, non è detto che in un'organizzazione gli elementi che la compongono, anche se puntano allo stesso obiettivo, intendano arrivarci allo stesso modo. Non fa eccezione a questa teoria neanche la Confraternita (come è giusto che sia vista l'importanza del libero arbitrio per il Credo) e così Altaïr, da leader, si trova di fronte dei confratelli che non sono d'accordo con la sua idea di agire nell'ombra per modificare il corso della storia. Questi assassini ritengono che nascondersi rallenti il loro operato, che l'esporsi e soprattutto esporre i principi della Confraternita possa cambiare le cose, ma Altaïr è convinto che operando in questo modo gli Assassini rischino di essere bollati come pazzi e di essere attaccati per questo. La motivazione principale per cui Altaïr non vuole uscire allo scoperto e "predicare" il Credo, però, è un altra: secondo il Mentore di Masyaf l'uomo impara molto di più se è lui stesso a fare i collegamenti che portano ad un concetto, in questo caso ai princìpi degli Assassini. Secondo la mia interpretazione di questa pagina per Altaïr gli Assassini hanno il ruolo di far si che l'uomo sia in grado di arrivare alle proprie conclusioni da solo, senza che sia qualcuno a imporgliele (i Templari per esempio, o i confratelli che volevano esporre la Confraternita). In questo senso mi sembra che il pensiero di Altaïr e del Mentore di The Fall si riavvicinino (nella pagina XIV si erano mostrati un po' distanti) e che la teoria di quest'ultimo del "Change by example", ovvero del mostrare il buon esempio all'uomo per far si che sia lui a decidere di cambiare, ben si sposi con l'idea di "catalizzatori del pensiero" che il leader di Masyaf auspica per gli Assassini.

Pagina XIX - Immagine    
Pagina XIX - Testo    

Ancora una volta Altaïr è combattuto tra la ricerca della conoscenza e il rischio di trovare informazioni che in mani sbagliate potrebbero essere pericolose.
Quella che si vede è ovviamente la famosa Armatura di Altaïr che Ezio recupera dal Santuario in AC2. Le informazioni interessanti presenti nell'immagine sono essenzialmente due. La prima è che, se davvero ce ne fosse bisogno Altaïr consacra questa armatura unica nel suo genere all'ordine degli Assassini. Ciò si vede dal logo stilizzato in alto al centro, cosa che, devo ammettere, non avevo mai notato in questi anni fino a pochi mesi fa. La seconda, più importante, è il simbolo posizionato al di sotto dell'armatura. Come visto in passato con il buon Hephaestus, questa figura è la composizione di più simboli alchemici, come si può vedere dall'immagine a fianco. Si possono trovare nei quattro angoli l'argento (silver), forse lo stagno (corrispondente al simbolo di Giove) in versione stilizzata, il piombo (lead) ed il vetriolo (non presente nell'immagine), da assimilare allo zolfo. Al centro della figura è presente il triangolo rovesciato che rappresenta l'acqua e il cerchio col punto al centro che rappresenta l'oro.
Al momento la mia spiegazione migliore è che questi siano i materiali con cui è stata in qualche modo creata l'armatura, sempre che invece con questo simbolo Altaïr non si stia riferendo invece al Vello d'Oro, come vedremo tra poco.

Alcuni simboli alchemici
(immagine presa da un libro
di alchimia del XVII secolo)
Al momento la mia spiegazione migliore è che questi siano i materiali con cui è stata in qualche modo creata l'armatura, sempre che invece con questo simbolo Altaïr non si stia riferendo invece al Vello d'Oro, come vedremo tra poco.
Questa figura, inoltre, è presente in altri due documenti comparsi nella saga. Riproponendo il collegamento tra Marco Giunio Bruto e Altaïr o meglio tra i loro scritti, come abbiamo visto per la pagina X del Codice, anche in questo caso la figura con i simboli alchemici compare sia nella quarta che nella quinta pergamena di Romolo in ACB. Nel primo caso è accostato al piedistallo che il team di Desmond usa in Santa Maria in Aracoeli e quindi potrebbe essere un altro riferimento al fatto che i vari simboli alchemici diano la composizione di base della tecnologia utilizzata dai CVP. Nel secondo caso è accostata alla Daga di Bruto a significare che la Daga e l'Armatura di Altaïr potrebbero essere fatte dello stesso resistente materiale. Quest'ultima tesi dovrebbe essere più veritiera in quanto nella quinta pergamena in alto è presente lo stesso simbolo degli Assassini stilizzato presente nella pagina dell'Armatura ed anche perchè i due documenti hanno in comune la striscia verticale con base ornata che sembra una sorta di spada fiammeggiante e che attraversa il simbolo degli Assassini.
E arriviamo al testo. Altaïr apre senza apparente motivo pensando alla leggenda del Vello d'oro e lo paragona alla sua Mela, ipotizzando correttamente che i due siano collegati. La frase in teoria non dovrebbe avere a che fare con l'armatura e con il testo sottostante se non per l'elemento che accomuna tutto quanto ovvero lo studio dei CVP e della Mela. E' tramite la Mela che Altaïr migliora ancora il "processo metallurgico" venendo a conoscenza della figura con i simboli alchemici, ed è studiando lo stesso manufatto che Bruto probabilmente comprende meglio l'architettura del tempio di Giunone e crea la sua daga.
Ma come sempre accrescere la conoscenza vuol dire accrescere il dolore e quindi Altaïr subito dopo aver creato l'armatura è colto da meraviglia e terrore perchè è uno strumento bellico avanzatissimo per i suoi tempi ed altrettanto pericoloso se cadesse nelle mani sbagliate. Eroso dalla preoccupazione e dal pensiero dei suoi nemici, dunque, il nostro mentore cancella le formule con cui aveva creato l'armatura.

Pagina XX    

Continua lo studio da parte del proprietario di questo "diario", ma questa volta non si tratta della Mela. Questa è una semplice ma profonda riflessione che potrebbe applicarsi anche ai giorni nostri.
L'immagine si spiega da sola
Il giudizio di Altaïr è estremamente negativo nei confronti delle religioni monoteiste in quanto ritiene semplicistico ed ingenuo definire una sola risposta a tutte le domande. Al contrario le antiche fedi pagane sono più "apprezzate" da Altaïr perchè dedicavano una divinità ad ogni fenomeno naturale o che non poteva essere spiegato. In questo modo, sebbene imperfetto, ogni fenomeno veniva categorizzato, assumeva la sua importanza, ed essendo distinto dagli altri, veniva studiato e si cercava di comprenderlo. La religione con un solo dio invece, sempre nella visione di Altaïr, dà una sola risposta ad ogni mistero e la risposta va trovata in un'unica luce divina che guida (domina?) tutti noi. Ecco perché i Templari spesso si sono serviti della religione per i propri scopi, perché era uno strumento con cui guidare il popolo, con cui illuminare la sua strada. Per Altaïr, invece, avere un'unica risposta a tutte le domande è certamente una luce, ma una luce che acceca e che costringe ad inciampare nell'ignoranza.
Il nostro conclude comunque con un desiderio, la speranza di un giorno in cui l'uomo riesca a liberarsi delle false credenze in favore di una visione più razionale del mondo, pensiero che racchiude molto bene l'essenza della mentalità assassina.

Pagina XXI - Immagine    
Pagina XXI -Testo    

La creazione della lama celata avvelenata. L'immagine rappresenta il processo e le erbe da utilizzare per creare la lama avvelenata, anche questa vista tramite la Mela. Nell'immagine, vista la bassa definizione riesco a rilevare solo i tre elementi che magari sfuggono a una prima occhiata e si trovano ai vertici del triangolo. Il primo è il simbolo che si trova al di sopra dei tre strati della lama ed è di nuovo il simbolo di Giove e dello stagno, che come mi segnala Hephaestus è uno dei possibili costituenti del veleno (essendo il materiale a volte utilizzate nella composizione dei veleni); il secondo si trova all'estremo sinistro della base del triangolo e potrebbe rappresentare l'antimonio, anch'esso usato talvolta nella creazione di veleni; il terzo, infine, posizionato sull'estremo destro della base del triangolo, dovrebbe essere a sua volta un triangolo con il vertice rivolto verso il basso, simbolo che rappresenta l'acqua in alchimia.
Insomma, i simboli citati, in teoria, potrebbero rappresentare alcuni degli ingredienti utilizzati nella creazione della sostanza usata all'interno della lama celata avvelenata.
Per quanto riguarda il testo, il nostro mentore dice agli assassini che in futuro leggeranno il Codice di fare attenzione durante la creazione di un veleno perché le proprietà di certe piante sono poco documentate e alcune avvelenano al contatto diretto con la pelle.
Altaïr quindi disegna minuziosamente il processo con cui la lama (e non "spada" come nella versione italiana) deve essere forgiata al fine di evitare che l'arma risulti fragile o addirittura rischi di rompersi.

Pagina XXII - Immagine    
Pagina XXII -Testo    

Un'altra mappa. La terza dopo quella mostrata alla fine di AC1 e quella che si ottiene avendo riunito tutte le 30 pagine del Codice. La mappa mostra una versione del planisfero abbozzata a cui manca tutta l'America su cui Altaïr indica quelle che dovrebbero essere le localizzazioni di alcuni Frutti dell'Eden (o dei templi in cui questi sono custoditi). Questa teoria è sostenuta dal fatto che paragonando con la mappa del codice che vediamo qui sotto, le localizzazioni approssimativamente coincidono.

La mappona del Codice

Anche se manca tutta l'America, la visione che ha Altaïr nella Mela è di un mondo a forma sferica e non piatta come si credeva ai tempi. Interessante è il paragone della forma della Terra con quella della Mela, darebbe spazio a chissà quali teorie da ultramindfuck...
Altaïr vede dunque grandi territori sconosciuti e inesplorati e subito si chiede se ci siano altri uomini in quei territori, e in cosa questi differiscano dagli uomini che lui conosce. Questo lo stimola a sognare di viaggiare di nuovo e di raggiungere questi territori inesplorati. Altro paragone interessante è quello tra la fine di questa pagina e la fine di Bloodlines, capitolo per PSP. In quest'ultima, infatti dopo il crollo dell'Archivio di Cipro Altaïr e Maria, mentre camminano su un molo si chiedono quali strade prenderanno e Altaïr afferma che il suo intento è quello di cercare di comprendere la Mela, essendo lui ormai "rovinato dalla curiosità", e per farlo vuole incontrare le menti migliori, esplorare tutte le biblioteche del mondo e imparare tutti i segreti della natura e del mondo (poi, nel pomeriggio....). I desideri di viaggio di Altaïr, dunque, sono coerenti tra Codice e Bloodlines e dunque il nostro per molto tempo coverà l'intenzione di esplorare il mondo conosciuto ed anche quello sconosciuto. Come sappiamo, però. Altaïr non ci riuscirà, eccezion fatta per Alamut e la Mongolia.

Pagina XXIII    

Questa pagina rappresenta altre tecniche, questa volta di free running - parkour, che Altaïr lascia ai posteri assassini.
Nulla da segnalare a parte le scritte in arabo su cui, anche questa volta, sono stato sostenuto da Ota Ku (c'è anche una traduzione similare presente sulla wikia). Le parole, in senso orario a partire dall'alto si traducono in "attaccare", "arrampicarsi", "attraversare" e "diametro / diagonale". Se le prime tre parole rendono bene i capisaldi di questa tecnica che Altaïr lascia sul suoi diario personale, la quarta invece lascia molto all'immaginazione.

Pagina XXIV    

Ed ecco un Altaïr che probabilmente piacerà alle ragazze. A parte scherzi, Altaïr descrive il suo rapporto quasi assente con i suoi genitori. Mostra che la lontananza dei genitori dai figli fino ad allora era parte dei principi / obblighi della Confraternita, e che non si potevano mostrare sentimenti nei confronti dei pargoli né tristezza per l'impossibilità di farlo.
La cosa doveva anche essere reciproca da parte dei figli che, come Altaïr, crescevano completamente dedicati alla preparazione in vista delle prime missioni. Quando i genitori di Altaïr muoiono, infatti, Altaïr non prova più di quanto possa provare per la morte di due sconosciuti. E' proprio concentrandosi sulla sua preparazione che Altaïr vede in Al Mualim la figura paterna che gli è mancata, ma come sappiamo anche questa relazione nella tormentata vita del nostro mentore non è terminata proprio benissimo.

Non proprio benissimo...
Dunque, in uno dei momenti di riflessione sulla propria vita e sulle abitudini della Confraternita, Altaïr da mentore decide che ad ogni assassino sarà concesso di amare i propri figli e di essere da loro amato a sua volta. Altaïr spiega anche la motivazione dietro alla sua decisione: se per Al Mualim il legarsi ai figli creava debolezza nell'assassino e addirittura lo faceva vacillare quando era in pericolo di vita, per Altaïr il morire per i figli è un sacrificio semplice da accettare, tenendo conto che lo si fa per il loro bene e per il loro futuro (e non "illuminandone lo scopo").
Altra informazione che si ottiene da questa pagina è una sorta di datazione. Il primo figlio di Altaïr, Darim, nasce nel 1195 poco dopo le nozze dei suoi genitori a Limassol. Scrivendo di non avere un figlio Altaïr ci mostra che ci troviamo sicuramente dopo il 1191 e prima del 1195, probabilmente anche prima delle nozze perchè...

Pagina XXV    

... Perchè il nostro innamorato disegna Maria ancora con degli abiti templari addosso.

Pagina XXVI    

Questa è la pagina del Codice che forse mostra maggiormente le rivelazioni che Altaïr ottiene dalla Mela durante i suoi studi da mentore. Altaïr dice di conoscere la "verità", ma quale verità? Una verità che lo spinge a volersi allontanare dalla Mela, addirittura a provare a distruggerla e poi a decidere di nasconderla nell'isola di Cipro adesso che è passata nelle mani degli Assassini dopo gli eventi di Bloodlines. Altaïr ritiene che questa sia la scelta giusta anche se si porta dietro il rischio che la Mela venga trovata da qualcun altro, ma questo rischio è bilanciato per Altaïr dall'influsso negativo che riceverebbe se tenesse la Mela con sé perché sicuramente cadrebbe in tentazione e la riutilizzerebbe. Questo potenziale nuovo utilizzo gli riporta alla mente quello che ha visto ed è qui che in parte ci svela quale "verità" sia riuscito a vedere. Sappiamo già che Altaïr ha visto quanto presente nel video del finale di Revelations (come indicato nella pagina XVII) e visto che sembra stizzito / preoccupato all'inizio della pagina secondo me non è da escludere che in un modo o nell'altro sia riuscito a vedere qualcosa che gli mostrasse la vera origine dell'uomo come si vede alla fine dei glifi. E non finisce qui la "verità" che vede Altaïr. Questa è la pagina in cui Altaïr senza dirlo direttamente fa capire che c'è qualcosa di nascosto tra le pagine del Codice, non tra le righe ma sotto di esse. Il riferimento è ovviamente alla mappa che si ottiene unendo tutte le pagine del Codice (che abbiamo visto nel commento alla pagina XXII). La visione della mappa contenente le localizzazioni dei templi è fortemente connessa alla porta "che verrà spalancata" in quel del Vaticano, al messaggio da consegnare a Desmond ed al profeta Ezio. Quello che lega infatti questi elementi è il messaggio di Minerva della fine di AC2 che cita sia Ezio come profeta sia l'incarico (rimasto incompiuto..) per Desmond di trovare gli altri templi, con ogni probabilità quelli rappresentati nella mappa di Altaïr.
C'è un'altra cosa che Altaïr vede e indirettamente rivela in questa pagina: Altaïr sa o ipotizza con un certo grado di sicurezza che il profeta sia come lui, che abbia l'Occhio dell'Aquila (e quindi che ci siano altri uomini che possano avere questa abilità) e soprattutto che anche col passare del tempo si aspetta che il suo diario finisca proprio nelle mani di questo profeta così che il messaggio (di Minerva) sia recapitato con successo (a Desmond). E ciononostante non sa chi sia questo profeta. What the..

Pagina XXVII    

Il nostro Altaïr che parte da una situazione reale per tornare a fare il filosofico. La Confraternita sotto il controllo del nostro mentore cresce sempre di più in dimensioni e in numerosità di adepti e soprattutto di persone che ad essa si rivolgono per trovare una sorta di senso della loro vita. Queste persone hanno diverse radici, diversa provenienza e diversa cultura ma sono accomunati da un elemento, ovvero l'avere scoperto che "Nulla è reale". Questa è una "rivelazione" che va interpretata secondo me nel più ampio senso possibile, avendo molteplici significati come spiega Ezio a Sofia nel finale di Revelations (non "leggetele", immaginatele doppiate da Diego Baldoin, è l'UNICO modo):

Dire che "Nulla è reale" significa comprendere che le fondamenta della società sono fragili e che dobbiamo essere i pastori della nostra stessa civilità.

Questo vi aiuterà a immaginarvi la voce di Diego

Dunque le persone si recano a Masyaf per molteplici motivi con le loro certezze frantumate, devastati e a volte impazziti. Altaïr di fronte a questa situazione decide che gli Assassini devono occuparsi di curare e di guidare queste persone, generando uno stretto e, per quanto mi riguarda, meraviglioso parallelismo con le parole di Ezio in ACR. Subito dopo Altaïr descrive come intende guidare le persone che si recano a Masyaf, ovvero attraverso la conoscenza e non altre menzogne (stoccata all'ideologia templare).
Tra l'altro, questa pagina è coerente con la pagina XVIII per quanto riguarda il fatto che sia l'uomo stesso a dover apprendere "la risposta", senza imposizioni dall'alto. Tale coerenza non dovrebbe stupire, ma di questi tempi...

Pagina XXVIII - Immagine    
Pagina XXVIII -Testo    

Di nuovo un progetto, questa volta la pistola celata, di nuovo gli schizzi del processo per la sua realizzazione, di nuovo i simboli alchemici indicati in maniera quasi illeggibile ed anche il cerchio ed il triangolo sullo sfondo anche se questa volta il triangolo ha uno dei tre vertici rivolto verso l'alto. Altair mostra dunque il processo di creazione della pistola e dei proiettili e, ancora grazie ad Hephaestus più o meno siamo riusciti ad identificare alcune informazioni relative alla loro formazione. In particolare il processo di creazione dei proiettili è definito da più figure contenute una all'interno dell'altra (nell'ordine partendo dal centro triangolo, cerchio, quadrato, cerchio) e, mentre, nello spazio tra cerchio interno e quadrato sono presenti i quattro elementi della Fisica Classica (acqua, fuoco, terra ed aria, in ordine orario partendo dall'alto), all'esterno del cerchio esterno sono presenti altri quattro simboli tra cui lo zolfo e l'argento, i quali, secondo Hephaestus, vanno a costituire la polvere da sparo. In alto a destra, poi, al di sotto della piccola fornace è presente un triangolo con il vertice verso l'alto a rappresentare l'utilizzo del fuoco mentre al centro sulla destra, a fianco di quella che sembra una sorta di vasca con i proiettili sul fondo è presente un triangolo con il vertice rivolto verso il basso, simbolo dell'acqua, a rappresentare dunque il processo di raffreddamento dei proiettili appena creati nella fornace. In ultimo, di nuovo in alto a destra, questa volta a destra della fornace sono presenti altri tre simboli, uno tra cui è quello del piombo, a indicare il materiale di cui sono fatti i proiettili.
Altaïr scrive trionfante di essere riuscito ad alterare la struttura della lama celata per far si che questa lanci proiettili letali di piccole dimensioni, utilizzando la stessa tecnica che i popoli orientali usavano per armi di dimensioni molto maggiori. I metodi con cui è arrivato a questa scoperta sono stati rischiosi (me lo immagino con i vari ingredienti alchemici e la Mela mentre fa casini nel torrione principale del castello di Masyaf) ma Altaïr scopre che con una mente forte e concentrata la Mela può essere utilizzata a piccole dosi senza effetti negativi.
Tornando alla pistola celata, Altaïr spiega di aver alterato anche la formula per la polvere da sparo così da far si che questa sia ottenuta con ingredienti facilmente reperibili (Ezio e Leonardo ringraziano).
Il nostro chiude con la stessa nota di dubbio che ha presentato nella pagina XIX dedicata all'armatura: essendo molto pericolosa come invenzione, la conoscenza della pistola celata deve essere mantenuta solo all'interno della Confraternita e dei suoi più stretti alleati per evitare che rischi di cadere in mani nemiche. Curioso come Altair abbia distrutto la formula dell'armatura e mantenuto invece quella della pistola celata, sebbene da condividere solo con gli alleati più vicini.

Pagina XXIX    

Contestualizzazione immediata: ci troviamo nei primissimi mesi del 1217 o più probabilmente nel 1216. Altaïr viene a sapere dell'avanzata dell'armata di Temujin ovvero Genghis Khan, un'avanzata inarrestabile che sottomette chiunque gli si pari davanti e quindi decide che deve essere fermato, a maggior ragione visto che sospetta la presenza di un Frutto dell'Eden, che Niccolò Polo nella Crociata Segreta, dopo aver parlato con Altaïr, ipotizza essere una delle Spade:

Qulan Gal
‘Altaïr suspected that Genghis Khan’s progress might have been helped by another artefact, similar to the Apple. Perhaps the Sword. He needed to establish whether this was the case, as well as to stop Khan’s inexorable march.’

‘Altaïr sospettava che l'avanzata di Genghis Khan potesse essere sostenuta da un altro manufatto, simile alla Mela. Forse la Spada. Doveva capire se fosse questo il caso e allo stesso tempo fermare la marcia inesorabile del Khan’


E' proprio per fermare la marcia del Khan che Altaïr organizza la spedizione con la sua famiglia. Non parte in solitaria perché, ormai cinquantenne, non può più permettersi di accollarsi da solo il peso della missione come avvenuto per Cipro. Il nostro mentore, dunque, decide di prendere due piccioni con una fava cogliendo l'occasione per mettere alla prova i suoi figli dato che ormai è tempo di "passare il testimone" (dalla versione inglese). L'idea originale di Altaïr era quella di partire con Maria, Sef e Darim (rispettivamente diciannovenne e ventunenne) ma la Crociata Segreta, sempre nella persona di Niccolò Polo, ci dice che Sef è poi rimasto a Masyaf sia per rimanere con la moglie e i due figli, che Darim invece non aveva, sia per gestire gli affari della Confraternita mentre Malik era reggente.
Xingging, dove era accampato l'esercito mongolo. Qui la prima strategia è quella di far infiltrare nell'accampamento Altaïr con Qulan Gal sotto la copertura di Darim, comprovato arciere. Il piano va in fumo quando la vecchiaia di Altaïr si fa sentire e il mentore viene attaccato da una sentinella che riesce a ferirlo ma poi viene uccisa da Qulan Gal prima che possa lanciare l'allarme. Successivamente Qulan Gal e Darim formulano un nuovo piano che forza Genghis Khan a fuggire a cavallo prima di essere atterrato dall'assassino mongolo ed eliminato definitivamente da una freccia lanciata da Darim.
In totale, sempre secondo la Crociata Segreta, la missione in Mongolia dura dieci anni, fino al 1228, anno in cui Altaïr, Darim e Maria tornano a Masyaf.

Pagina XXX    

Siamo giunti alla fine, all'ultima pagina del codice e della vita (scritta) di Altaïr. Il nostro sente che il suo momento giungerà presto e questo è ormai l'unico pensiero e l'unica paura che costituisce le sue giornate. Anche in questi momenti, però, non manca di riflettere sulla sua esistenza e sul rapporto dell'uomo con ciò che lo circonda. Si chiede cosa accada alla sua anima, alla sua essenza, una volta arrivata la sua ora e si risponde con l'ipotesi che non ci sia nulla "dopo", che non ci sia aldilà né reincarnazione.
Alla fine della sua esistenza Altaïr riflette su quanto una singola vita sia breve e poco importante e, tenendo a mente la sua idea relativa all'assenza dell'aldilà procede sostenendo che non c'è un cielo o un cosmo a cui interessa di come un uomo si comporti durante la propria vita. Secondo Altaïr non sarebbe cambiato niente se al posto di nascondere la Mela ne avesse abusato perché non c'è nessuna resa dei conti, nessun giorno del giudizio, solo un'oscurità profonda e assoluta. E' con questo pensiero in testa che Altaïr partorisce un'idea che ha fatto discutere tutti i fan che hanno letto le pagine del Codice dal lontano 2009: c'è una possibilità di fermare o di allontanare l'arrivo della morte? Da quello che ha visto e studiato su Coloro che Vennero Prima Altaïr sa che non erano deboli come l'uomo e quindi, visto il tema della pagina, che la loro vita aveva una durata maggiore. Questa allusione ricorda il discorso di Giunone mentre Desmond zompetta felice per Santa Maria in Aracoeli:

"Questo è un posto sicuro. Eterno. Per conservare oggetti. Parole. Saggezza. Ma non la vita. ("Quasi" - parola non tradotta che cambia il senso della frase...) ne avemmo i mezzi. Ma il tempo... il tempo ci logora. Possiamo distrarlo. Possiamo attraversarlo con lo sguardo. Schivare a sinistra quando colpisce a destra. Ma prima o poi ti raggiunge. È inesorabile. Non possiamo sfuggirgli. Non per sempre."

Il modo in questione con cui i CVP si "allungano la vita" è in realtà un metodo, il sesto per l'esattezza ovvero la Trascendenza, definita dalla guida di AC3 come "trasferimento della mente da un corpo a un altro involucro / recipiente" (non ripeto tutto lo spiegone che si può trovare su "Ne provammo sei in successione...")

Questo il metodo per i CVP. Ma per la coscienza umana? In teoria funzionerebbe allo stesso modo visto che l'uomo è stato creato a immagine e somiglianza dei CVP, e poi anche il buon Soggetto 16 ha accennato alla cosa in Revelations:

Desmond: 16?
Clay: Desmond, pensaci un attimo. E se... venissi con te?
Desmond: Con me? Dove?
Clay: Potrebbe funzionare. Almeno per un po'. Finché non trovi un'uscita. Un'altro corpo magari. O... non so. È che... non ho più voglia di stare qui.
Desmond: Io non... non credo che succederà. Mi dispiace.
Clay: (Mentre torna a sdraiarsi per terra) No, eh? La mia occasione l'ho già avuta. E l'ho sprecata.

Dunque, in conclusione, Altaïr ha visto qualcosa sulla "Trascendenza" dei CVP o sul trasferimento della coscienza, visto che è così tanto preoccupato che non rimanga nulla della sua identità o è solo una sorta di timore filosofico? Probabilmente non lo sapremo mai. Se non altro sappiamo che almeno qualcosa di lui è rimasto, il lascito sui Dischi della Memoria e sul Codice per il profeta Ezio Auditore.

E' ora di richiuderti... (3D art di Yowan2008)
E con la trentesima pagina finalmente l'analisi del Codice è terminata. Ci è voluta una vita, anche se su ATA sono stati solo pochi giorni. Si vede che sto invecchiando...






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