Scritto da: Markuz, 16 Maggio 2021 Tradotto da: Stefania Nel quinto episodio della nostra analisi del contesto e della storia di Valhalla seguiremo Odino nel suo viaggio verso quella che riteniamo essere una città Isu molto importante per realizzare il piano di Giunone volto a rubare il Settimo Metodo di Salvezza. Nell'articolo mostreremo ciò che Odino ha effettivamente fatto per ingannare tutti gli Isu che hanno intralciato il suo cammino e successivamente rubare il Settimo Metodo, mentre incontrava Giove, sua figlia Minerva e un certo numero di altri Isu greco-romani. Discuteremo anche di diversi riferimenti alla lore stabilita nei precedenti giochi, il più rilevante dei quali riguarda nientemeno che Ezio Auditore, e verso la fine, daremo uno sguardo ad un altro tipo di legame con... anche un’altra area di Valhalla. Ancora una volta c’è molto di cui discutere, quindi non sbattete le palpebre e continuate a seguirci. È così che Odino ha ingannato tutti per il proprio interesse e quello degli Isu asgardiani... Riprendiamo da dove avevamo interrotto, con Odino che si imbarca nella sua ricerca per trovare doni per ingannare sia Giove che Minerva, come pianificato con Giunone. Per il primo ha trovato il "calderone" - qualunque cosa fosse in realtà - che Giove aveva onestamente vinto in una scommessa con con l’Isu Aegir. Questo oggetto era stato apparentemente rubato da un gruppo di persone che sostenevano la guerra contro gli Isu asgardiani e che disprezzavano Aegir che, ai loro occhi, nonostante fosse un Isu greco-romano, gravitava troppo verso di loro. Per Minerva, invece, Odino ha ottenuto ciò che è rappresentato nella mitologia norrena come il cerchietto nuziale di Thor e nel prossimo articolo di questa serie vedremo *come* l'ha usato per ottenere i suoi favori. Odino ha quindi raggiunto Utgard, la città principale dell'arco di Jotunheim, che fa sorgere una domanda che abbiamo già toccato nel nostro articolo precedente: quale città della fazione guidata da Giove della Prima Civilizzazione rappresenta? Una risposta immediata potrebbe essere Eden, poiché è la città Isu più famosa associata agli Isu greco-romani e ad Assassin's Creed in generale, ma, come abbiamo accennato nella parte 4 di questa serie, la pensiamo diversamente. Quindi, la città che vediamo come Utgard nell'arco di Jotunheim era probabilmente un'importante città Isu costruita in cima al Grande Tempio di Turin, New York. Sì, Odino ha viaggiato abbastanza lontano dalla presunta casa degli Isu asgardiani in Norvegia. Dopo essersi infiltrato nella città degli Isu, Odino trova finalmente Giove, qui rappresentato come Suttungr. È molto facile vedere che questo personaggio rappresenta Giove sia perché sembra piuttosto vecchio sia soprattutto per l’enorme fibbia della cintura, la stessa indossata da Giove in Assassin's Creed Revelations. Odino si presenta e subito offre il "calderone", come primo passo verso la fine delle ostilità tra gli Isu asgardiano e quelli greco-romani, un altro elemento a sostegno del fatto che la copertura per la sua vera missione fosse un potenziale trattato di pace tra le due fazioni. Lo stratagemma funziona e Giove inizia a fidarsi di Odino, il che lo spinge anche a chiedere la possibilità di incontrare Minerva, qui rappresentata come Gunlodr, che si conferma essere la figlia di Giove. La prospettiva che Odino convincesse Minerva a lasciare per un momento il suo lavoro e unirsi a Giove nella cosiddetta "festa" organizzata per il loro ospite spinge Giove a fidarsi ancora di più dell’Isu asgardiano. Alla fine Odino trova Minerva al lavoro, forse in una specie di laboratorio. Ed è qui che è effettivamente facile capire che Gunlodr è in realtà una rappresentazione di Minerva, anche prima di incontrarla. In effetti, il suo luogo di lavoro contiene diversi documenti scritti da lei, il primo dei quali è più o meno incentrato sul suo rifiuto di proposte di matrimonio da parte di altri Isu perché è troppo concentrata sul suo lavoro. Gli altri tre, invece, sono note di diario che dettagliano ciò che specificamente stava facendo e le sue osservazioni sul proprio lavoro. Nel primo, chiamato Voce 37, parla delle Norne e di come sia assodato nella mitologia norrena che hanno già intrecciato i fili del destino di tutti, che sono quindi immutabili. Seguendo questi innumerevoli fili, il lavoro che Gunlodr si era imposta era quello di trovarne uno che non portasse al Ragnarok. Come mostrato in AC3, gli Isu non hanno avuto successo, quindi sono andati avanti, ma Minerva ha continuato a provare e alla fine ha iniziato a usare l'Occhio per "parlare", ovvero inviare messaggi nel tempo in alcuni dei vari potenziali futuri che ha osservato attraverso l'Occhio, per aiutare gli umani, che sarebbero vissuti secoli e millenni dopo di lei, a scongiurare il ritorno di una catastrofe simile a quella che avrebbero vissuto gli Isu. Questo è esattamente quello che vediamo nella seconda parte del documento, dove Gunlodr / Minerva sembra già rassegnata al fatto che la catastrofe avverrà e quindi già sta cercando di aiutare coloro che potrebbero venire dopo di lei. La voce 91 vede Minerva ottenere un successo ancora più grande, con la tecnologia (qui chiamata seidr, un'altra parola per magia) in grado di mantenere il canale di comunicazione con il potenziale futuro. Minerva non era in grado di vedere chi c'era dall'altra parte del canale, ma non le importava. Doveva consegnare il suo messaggio sperando che qualcuno prestasse ascolto alle sue parole. E alla fine avrà successo, ma quando Odino la raggiunge nella città Isu vicino al Grande Tempio, questo fatto non è ancora avvenuto. Quando Odino incontra Gunlodr / Minerva, effettivamente discute del suo laboratorio e della tecnologia che stava usando. Possiamo anche vedere chiaramente che la parete di vetro rotto che sta guardando ha la forma di un occhio, per mostrare che era davanti all’Occhio, ovvero il dispositivo che ha fornito i calcoli, un'altra prova che ciò è avvenuto vicinissimo al Grande Tempio di Turin. Minerva spiega ad Odino che dopo aver visto che tutti i potenziali futuri avrebbero portato alla catastrofe di Toba, Giove ha smesso di usare L’Occhio e di considerarlo un metodo praticabile per salvare la Prima Civilizzazione, confermando ciò che Giunone aveva già affermato in Assassin's Creed 3. Così, quando Odino incontra Minerva, lei era già l'unica Isu greco-romana che ancora usava il dispositivo per salvare almeno le generazioni future. Più specificamente, gli dice che aveva già lasciato alcuni messaggi qua e là e aveva persino ricevuto risposte. Prima di andare all'incontro con Giove, però, Minerva cerca di mostrare a Odino come avrebbe funzionato il processo e cerca di vedere se può ottenere una risposta e il dialogo che segue è come una lettera d'amore per i fan di lunga data di Assassin's Creed. Infatti Minerva parla all'occhio e chiama un Profeta, lo stesso nome usato da Minerva in Assassin's Creed II quando si riferiva a Ezio Auditore. Così, Odino e Minerva si recano al palazzo di Giove e in quell'occasione hanno un dialogo molto lungo e interessante. All'inizio, ad esempio, Minerva confessa che gli altri Isu greco-romani non conoscevano o non si preoccupavano della catastrofe imminente che avrebbero dovuto affrontare. Il dialogo fornisce anche ulteriori informazioni su quando questi eventi stanno accadendo. Infatti, si afferma che tutti i metodi di salvezza dalla catastrofe hanno fallito tranne uno, il Settimo Metodo. Minerva dice anche di sapere del Settimo, ma che esitava a usarlo perché attivarlo avrebbe significato “contaminare il nostro pozzo di conoscenza da cui beve tutta Midgard”. Leggendo tra le righe, questo significa che Minerva credeva che usare il Settimo Metodo, e quindi trasferire le menti e la coscienza degli Isu nel DNA umano per essere trasportate nel tempo, avrebbe rovinato il DNA stesso, descritto come il pozzo della conoscenza, quel Midgard, ovvero gli umani, da cui stanno bevendo. In altre parole, Minerva sta affermando che l'aggiunta delle menti Isu al DNA umano avrebbe molto probabilmente corretto il corso della storia dell'umanità stessa, portando come minimo il caso, se non peggio. E guardando quello che hanno fatto i saggi di Aita, Eivor, Sigurd e Basim, non aveva torto... Una tappa importante del viaggio di Odino e Minerva è la stanza, che abbiamo ipotizzato essere il Grande Tempio di Turin, NY. Minerva addirittura lo conferma, affermando che era lì che gli Isu greco-romani conservarono le loro più grandi scoperte. Alla fine del loro viaggio, prima di raggiungere Giove, Minerva indica una torre situata in cima alla città, dove gli Isu guidati da Giove usavano molto la magia, il che significa che è dove concentravano molta della loro tecnologia. Questa è potenzialmente la torre che è stata utilizzata come parte del Primo Metodo di Salvezza, che, come abbiamo accennato nei nostri video precedenti, mirava a contenere l'energia del brillamento solare che avrebbe causato la catastrofe di Toba. Una torre che sarebbe stata poi abbandonata da Giove e Minerva ... Alla fine i due raggiungono Giove e la festa ha inizio, con Giove che costringe Minerva a rimanere e e a divertirsi. Dopo essersi guadagnato la fiducia di Giove e Minerva, Odino si rivolge anche agli altri Isu che si erano radunati nel palazzo, forse per potersi muovere più liberamente e raggiungere il suo obiettivo segreto. A questo evento, come abbiamo menzionato nel nostro precedente video di analisi, Odino nota anche che gli Isu greco-romani usano gli esseri umani come schiavi, come già visto in altri luoghi all'interno di Jotunheim. Ciò che è interessante notare qui è che Loki si fa chiamare Thokk, che nella mitologia norrena è il nome che Loki adottò quando si travestì e si rifiutò di piangere per la morte del figlio di Odino, Baldr, che lui stesso aveva ucciso (sia nella mitologia norrena che nella storia degli Isu, come abbiamo accennato nel nostro primo articolo di questa serie). Il mito voleva che Hel, il sovrano del regno con lo stesso nome, avesse convenuto che Baldr sarebbe tornato nel mondo dei vivi se tutte le cose del mondo avessero pianto per lui, ma Loki, travestito da Thokk non lo fece, costringendo Il figlio di Odino a rimanere a Hel. Anche se questo può sembrare parte del velo mitologico, alcuni di questi eventi che circondano Loki e il figlio di Odino potrebbero contenere del vero anche nella storia degli Isu, poiché questa storia è raccontata anche da Eivor ai nativi americani che trova a Vinland. Tornando alla cosiddetta festa, Odino assiste allo sfogo un'Isu greco-romana che si lamentava del fatto che due dei suoi fratelli fossero morti nell'attacco ad Asgard mentre Giove stava organizzando un banchetto per il leader del loro avversario. Tutto sommato, Odino prende parte a diverse attività durante l'evento organizzato da Giove e alla fine è in grado di accedere alla stanza segreta, il che significa che il Grande Tempio è stato aperto. In seguito corre dentro per compiere la sua missione segreta e... ... E purtroppo è tutto per l'analisi di oggi. Sì, ora stiamo anche aggiungendo cliffhanger ai nostri articoli. Seriamente, cosa ne pensate della nostra interpretazione di questa parte dell'Arco di Jotunheim? Siete d'accordo o in disaccordo con noi? Fatecelo sapere nei commenti qui sotto! Inoltre, continuate a seguirci, poiché nel nostro prossimo articolo completeremo l'analisi dell'arco di Jotunheim, dando uno sguardo a ciò che Odino ha davvero trovato nel Grande Tempio, il suo combattimento finale con Loki con alcune rivelazioni interessanti su suo figlio Fenrir e soprattutto, il sacrificio finale di Odino e la spiegazione del Settimo Metodo di Salvezza. Vai al SESTO CAPITOLO della serie, torna al QUARTO CAPITOLO o vai all'HUB.
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