Uno sguardo attraverso il Brahman - Parte 1
Markuz, 27 Febbraio 2014
Premessa: Il seguente articolo è ad alto contenuto di SPOILER per chi ancora non ha letto il fumetto AC: Brahman. Access The Animus non si prende la responsabilità per occhi bruciati, urla di dolore (per gli spoiler) misto a gioia (per i contenuti) e quant’altro questo articolo possa provocare. Finalmente è giunto il momento che tutti gli hardcore fan aspettavamo in Italia e che molti hanno già vissuto all'estero. Signori e signore, è ora di parlare di Assassin's Creed: Brahman. Il fumetto ha generato molta attesa nei fan sia per l'ambientazione particolare sia per i vari teaser del suo scrittore, Brenden Fletcher, il quale ha affermato che il fumetto avrebbe avuto legami interessanti con la saga corrente ma soprattutto con il suo futuro. Così è stato, infatti, a giudicare da alcuni elementi che vedremo, ma andiamo con ordine, seguendo l'andamento del fumetto.
Seleziona la Nuova Esperienza nella R.V. del Brahman:
Il testo ci fa dunque capire che si tratta di un menu del visore che Soora sta usando. Veniamo dunque a sapere che il sistema che Soora sta usando consente più tipi di esperienze “giocabili” tramite realtà virtuale (R.V.). Questo si concilia abbastanza con la funzione dell’Animus console portata sul mercato da Abstergo tra il 2012 ed il 2013 in cui gli utenti potevano “giocare” ricordi ben definiti (come quelli di Liberation, riadattati). Come nota di colore, inoltre, i punti dell'elenco puntato sono a forma di "Om", il più sacro mantra induista nonché strumento di pratica religiosa e meditativa (come indica Wikipedia).
In alto a sinistra si ripropone la finestra vista nella pagina precedente con la scritta “Fantasy” evidenziata a indicare cosa è stato scelto dall’utente dal menu e questo si ripercuote forse sul resto della pagina. La parte in alto presenta cinque teste che sembrano fissare il lettore. Queste teste sono in realtà rappresentazioni di divinità appartenente al panteon Hindu. Il motivo per cui ciò salta di più all'occhio è probabilmente da cercarsi nel viso da elefante, che necessariamente ricorda Ganesha (o Ganesh), la divinità con testa di elefante provvista di una sola zanna simbolo del buon auspicio, della prosperità e della fortuna. Partendo dunque da questo, con il buon Hephaestus abbiamo cercato di andare a dedurre quali siano le altre divinità rappresentate e siamo arrivati alle ipotesi che elenco di seguito. La divinità all'estrema sinistra, dotata di carnagione scura e con fattezze non proprio umane potrebbe essere la rappresentazione di Hanuman, il vanara (essere umanoide con fattezze da scimmia) che è considerato la personificazione di saggezza, devozione e giustizia. Procedendo verso il centro si incontra un viso barbuto, che potrebbe raffigurare Brahma, il dio architetto dell'universo e padre di tutti gli esseri (un accostamento con Giove?), spesso rappresentato con una barba bianca ad indicare spesso la natura quasi-eterna della sua esistenza.
Passando all'altro, oltre a Ganesha si può notare sull'estrema destra un volto femminile che tira fuori la lingua, azione che rende quasi immediato il collegamento alla famosa e aggressiva dea Kali, divinità terrifica e benefica allo stesso tempo, prevalentemente associata all'oscurità, alla distruzione ed alla violenza, ma anche alla creazione ed alla distruzione dei mondi insieme a Shiva. Kali, in particolare, nella mitologia induista appare come una delle forme/incarnazioni della dea Parvati. La testa che però attira più attenzione è sicuramente quella che troviamo al centro delle quattro sopracitate, sia in termini di dimensione che in termini di attributi. In questo caso l'elemento identificativo è l'anello al naso con la catenella che porta all'orecchio, tipico delle rappresentazioni della dea Durga. Ricordando le parole di Hephaestus in "La questione indiana" Durga (dal sanscrito “colei che difficilmente si può avvicinare”, “l’Inarrivabile” o “l’Invincibile”) è la Dea Indiana simbolo della vittoria del bene sul male,
La rappresentazione di Durga, inoltre, è di rilevanza sia perchè nella pagina è presente un altro simbolo che la rappresenta, ovvero la tigre che in alcune rappresentazioni viene da lei cavalcata, sia perché presenta ben tre simboli degli Assassini su di essa: due sono piccoli e stilizzati e si trovano tra gli occhi della dea e sul suo copricapo, mentre il terzo, ben più grande, è ampio quanto tutto il copricapo e sconfina sul viso della dea. Per quale motivo la dea dovrebbe dunque portare su di sè così tanti "collegamenti" agli Assassini? Forse anche il simbolo degli Assassini ha un significato particolare in epoca CVP come ce l'aveva il simbolo dell'Abstergo? Oppure essendo questa pagina ancora parte dei ricordi dell'antenato di Soora, la presenza di simboli degli Assassini ha più un richiamo verso la natura dell'antenato che di quella dei CVP? Entrambe le ipotesi si equivalgono perchè i simboli degli Assassini sono presenti, di nuovo in maniera stilizzata anche sulla fronte del serpente che si trova alla destra della pagina, su un tempio dorato sullo sfondo in alto a sinistra (struttura CVP o rappresentazione del Tempio d'Oro?) ed anche sul fogliame / piume dei pavoni sottostanti di colore viola. La pagina al centro presenta la sua attrazione principale, che ancora non conosciamo in termini di trama ma verrà mostrata tra qualche pagina. Si tratta di un grande diamante luminoso sospeso tra due mani messe "a conca" per contenere quella che sembra acqua. Le mani sono sospese al di sotto di quella che sembra essere l’arcata di un tempio indiano al di sopra della quale è presente una sorta di torre che poggia su quello che sembra essere un fiore di loto. Ricordatevi bene di questa immagine e del diamante perché si rivelerà poi essere il centro del fumetto. Sulla tavola sono presenti anche due elementi di testo, che ovviamente non potevano essere semplici: il primo è scritto in linguaggio informatico mentre il secondo è in sanscrito (ve l'avevo detto che era la pagina del mindfuck). Quella in linguaggio informatico, sormontata da un logo Abstergo, probabilmente rappresenta il funzionamento del visore di Soora e recita: Il riquadro contenente queste stringhe di comando si trova all'estrema destra della pagina, tanto che gli ultimi caratteri delle righe più lunghe sono tagliati dal bordo della pagina. Ciononostante è possibile dedurre diverse cose dal testo.
Il file ricercato è il file system00.abst.tplr che in sé non denota alcuna funzione, se non per le abbreviazioni “abst” e “tplr” che portano ad “Abstergo” e probabilmente a “Templar”, come segnala sempre il nostro Hephaestus. Il testo successivo, invece, è scritto in linguaggio informatico e a seguito di una breve ricerca, risulta essere un insieme di stringhe di comando con funzionalità reali appartenenti al linguaggio C++. Il codice, infatti, si completa così:
La scritta invece presente nella parte bassa della pagina, come affermato, è in sanscrito ed è la seguente, con le prime due parole dorate: La frase, nonostante sia coperta da una mano, si è rivelata essere un proverbio, che abbiamo tradotto con i nostri potenti mezzi (google traduttore). Il significato è letteralmente “Tutto quello che luccica non è oro”, l’equivalente del nostro “Non è tutto oro quello che luccica”. In particolare la parte evidenziata si traduce con “Tutto quello che luccica”. Il messaggio dunque ci fa intendere che bisogna stare attenti alle apparenze e alle cose luccicanti? Anche questo verrà toccato dallo svolgersi degli eventi nel fumetto. Finalmente possiamo procedere col fumetto, e nelle pagine successive torniamo al presente dal nostro Jot Soora, una settimana prima di quando lo abbiamo visto legato ad una sedia costretto ad usare un visore simil-Animus. Jot in questo caso è vestito di tutto punto, in giacca e cravatta, seduto alla scrivania nel suo ufficio aziendale, intento ad utilizzare lo stesso visore a logo Abstergo collegato al suo PC ed anche ad una console, sempre a logo Abstergo. Jot tende la mano in avanti, a confermare la realtà virtuale presente nel visore che abbiamo visto poco fa nel relativo menu. Dalla grafica della pagina, dunque, vediamo che la mano protesa verso il diamante che copriva le scritte era proprio di Jot Soora che stava visualizzando le varie immagini. Mentre la sua mano nella realtà virtuale si avvicina al diamante, però, Soora vede l’immagine di una tigre fosforescente con degli schizzi di sangue tutto intorno ed impressionato da questo, spegne il visore. Sul suo computer appaiono diverse scritte, estremamente utili a capire quello che abbiamo davanti. In alto a sinistra è presente la scritta “-AHMAN –A TIMELINE” con al di sotto una grafica molto simile all’elica del DNA vista sul visore/schermo dell’Animus di AC1 in cui questa volta, nel riquadro che identifica il ricordo preso in considerazione, viene scritto "Memory Block 3.56" e "Amritsar". Si tratta di una grafica interessante, che mostra lo stato di utilizzo del visore e dei ricordi proprio come in AC1, ma con ulteriori rimandi al Brahman (la scritta in alto dovrebbe essere "BRAHMAN DNA TIMELINE"), che già a questo punto si riesce a intuire essere il nome del visore stesso. Inoltre, al di sopra della scritta "-AHMAN" sono presenti alcuni dati, ovvero la scritta "16.54 AM 24th Oct Tue" e gli indirizzi "WAN: 112.200.29.49" e "LAN: 127.0.0.1". Mentre la prima scritta può sembrare di essere in grado di fornire una datazione all'intero fumetto, in realtà effettuando una ricerca è venuto fuori che l'ultimo 24 ottobre avvenuto di martedi (Tuesday) è stato nel 2006 e quello successivo avverrà nel 2017. Si tratta di una datazione strana e forse poco utile anche per la scritta "AM" di fianco all'orario 16:54, dato che "AM" si usa solo con gli orari a 12 ore per indicare quelle mattutine. Gli altri due dati, invece, sono indirizzi IP configurati per una WAN e per una LAN. La prima, Wide Area Network (WAN), è definita da Wikipedia come una rete di computer che si contraddistingue per avere un'estensione territoriale pari a una o più regioni geografiche. La seconda, invece, è una Local Area Network (LAN), una rete di computer locale limitata, che normalmente copre l'estensione di un unico edificio o poco più, come una casa o un'azienda. In particolare, l'indirizzo IP indicato per la LAN è quello che viene utilizzato per definire il computer che si sta usando, ovvero il localhost. In questo caso l'idea è che gli indirizzi indicati mostrino che il Brahman sia collegato in locale con il PC di Soora e da qui sia collegato con un indirizzo IP (che tra l'altro porta alle Filippine) ad una rete ben più grande, la WAN, che con buona probabilità, dato il logo presente sul visore, è il Cloud Abstergo, come segnala il nostro Hephaestus. Oltre a questo, sullo schermo del computer sono presenti altre due finestre. La prima contiene un enorme testo, che riporto: Queste righe di commando mostrano diversi dati. Innanzitutto si ha un ulteriore riferimento al fatto che il visore si chiami Brahman ed inoltre si viene a sapere che è un prodotto che proviene da o comunque ha a che fare con la Abstergo Entertainment. Nelle note iniziali, inoltre, si vede come il Brahman sia un prodotto che sta sotto copyright di Absergo e di come faccia parte di una serie di lavori iniziati nel 1985 (il riferimento è ovviamente al Progetto Animus) e terminati - per ora - nel 2013. Le stringhe successive sono conformate in maniera similare all'accesso anonimo ad un FTP (il protocollo di trasferimento file utilizzato per scambiare dati tra un pc ed altri sistemi internet). In questo caso, dunque, le stringhe definiscono uno scambio dati (un po' lento, a 2,3 KB/s) attivo tra il PC di Soora ed il Cloud Abstergo tramite un accesso anonimo e l'appoggio al server "br-bangalore.com", in linea con il fatto che Brahman nel presente ha luogo proprio a Bangalore. Quest’ultima parte viene confermata dall’ulteriore scritta a schermo, ben più visibile dell’altra, e che stupisce il nostro Jot: Jot però si disinteressa all’ultima riga e non solo disconnette il visore, ma carica anche il tutto su una chiavetta che poi porta con sé.
Monima indossa il visore senza accenderlo chiedendo a Jot cosa dovrebbe vedere e questi gli dice che si vedono ricordi reali, dal punto di vista delle persone che le hanno vissute (questo ci è utile per confermare che il Brahman si basa sulla tecnologia Animus). Mon non attiva il visore perché la mattina successiva deve uscire di casa presto per una sessione fotografica (Monima è un’attrice) ed invita Jot ad accompagnarla ma questo mostra di voler rimanere a casa e dunque quest’ultima sembra risentirsi, dicendogli di rimanere a casa “con il suo giocattolo”. Così infatti fa quella sera Jot, fino a quando questi va a dormire e qualche ora dopo viene svegliato dalla chiamata di Ajay Rana, presidente della MysoreTech, l’azienda per cui lavora Soora. Jot ignora la chiamata e non vedendo Monima nel letto con lui, la cerca per l’appartamento e la trova distesa sul divano mentre indossa il Brahman (acceso questa volta), con un PC di fianco con la stessa schermata di scambio dati che aveva visto il giorno prima quando era in azienda. Veniamo subito dopo catapultati nel passato, dove vediamo una nuova illustrazione a pagina intera, questa volta non orientata al mindfuck ma alla contestualizzazione. Vediamo infatti degli elefanti, un’architettura orientaleggiante, della frutta, una ragazza con il piercing al naso (simile a quello di Durga) ed abiti e monili nobili che parla con un uomo più anziano altrettanto vestito bene. Più in basso si vede un un primo piano della stessa ragazza, di fianco al volto del nostro protagonista del passato, Arbaaz Mir. La scena che si dipana è quella di un Mir seduttore, che raggiunge la ragazza mostrando di aver rubato un oleandro rosa per lei dalla sua sala da pranzo. Questo indica che probabilmente era sorvegliata e ciò conferma la probabile - fino ad ora - nobiltà della ragazza. Il tutto viene sostenuto dal fatto che Mir si è presentato sotto le mentite spoglie di un emissario del Kashmir e dal fatto che la ragazza prima di cedere ad Arbaaz afferma che il nonno potrebbe farlo uccidere. Jot, nel presente, contempla lo schermo acceso del PC collegato al Brahman, che presenta la stessa grafica vista quando lo usava lui nel suo ufficio (dunque anche con l’upload dei dati al Cloud), con la comparsa di una ulteriore scritta, ovvero “Bangalore 31” dove il nome della città probabilmente indica il (primo) luogo in cui vengono trasferiti i dati mentre il numero al momento non ha ancora spiegazione. Il nostro protagonista, sentendo Monima sospirare, chiude il PC portatile, disattivando il Brahman e per questo motivo Monima si risveglia. La ragazza è scocciata e di cattivo umore mentre guarda il suo anello di fidanzamento e subito Jot da bravo partner le chiede insistentemente cosa ci sia che non va, specificando che aveva modificato il Brahman perché così si potessero visualizzare solo ricordi genetici (e dunque non di altri utenti). Dopo molta insistenza da parte di Jot, Monima racconta di aver vissuto i ricordi una principessa del Punjab, lo stato dell'India in cui si trova Amritsar, e che questa principessa era nientemeno che la nipote del Maharaja Ranjit Singh. Lo stesso Maharaja che noi avevamo ipotizzato essere importante per il fumetto in "La questione indiana" perchè poteva essere in possesso di un Frutto dell'Eden, ma c'è di più.
Nella scena successiva ritroviamo Jot al lavoro alla MysoreTech di fronte al solito computer collegato al Brahman, ma questa volta le scritte a schermo sono diverse: Application quit unexpectedly Send report? Yes/No Data stream interrupted. Upload incomplete. Scan incomplete. User identity unknown replay last data strea_ Le informazioni a schermo indicano che l’applicazione del Brahman è stata chiusa inaspettatamente (a causa della chiusura “manuale” da parte di Soora del PC portatile la sera prima). Per questo motivo il flusso dei dati è stato interrotto ed il sistema comunica che sia l’upload che la scansione dei dati sono rimasti incompleti. Viene inoltre specificato che l’utente che stava usando il Brahman è ancora sconosciuto (per il Brahman stesso e per il Cloud). L’ultima stringa è un comando che sta inserendo Jot in questo momento, lo si vede dal fatto che la prima lettera è in minuscolo, dal fatto che al posto dell’ultima lettera c’è ancora il classico “underscore lampeggiante” ed anche dall’effetto sonoro di battito sui tasti della tastiera. Si deduce dunque, che Jot non ha ancora superato quanto è successo la sera prima ed è intenzionato a vedere gli stessi ricordi di Monima. Jot impartisce il comando al Brahman ma la risposta che ottiene è: Il sistema, dunque, cerca di accedere agli upload effettuati tramite l’unità 00 del Brahman (quella in possesso di Jot), ma rileva che il nostro protagonista non ha alcun livello di accesso al Cloud Abstergo e dunque non consente di visualizzare i ricordi. Questo denota, inoltre, il sistema di sicurezza Abstergo relativo al Brahman: è possibile caricare i ricordi al Cloud in qualsiasi momento da parte di chiunque, ma solo chi è autorizzato può rivederli o analizzarli, e questo fa imprecare il nostro Jot. Subito dopo alla porta del suo ufficio si affaccia una sua collega, che, offrendogli del caffè, entra e nota il Brahman. Anche lei sembra conoscere il visore perché esprime una nota di soddisfazione relativa al fatto che l’hardware sia finalmente arrivato, culminando in “Badhiya hai!” che in slang desi si tratta di una frase con cui si loda l’operato di qualcuno, l’equivalente di “ottimo lavoro!”. La ragazza chiede a Jot se può provarlo, ma lui risponde negativamente e la fa uscire dall’ufficio. Questa obbedisce ma nell’uscire gli ricorda che a breve avrà un meeting con il sig. Rana (ricordate? L’uomo che lo aveva chiamato mentre dormiva) ed i signori di Montréal (provenienti con ogni probabilità dalla Abstergo Entertainment che abbiamo conosciuto in AC4). Jot è comunque distratto e il fumetto ci fa capire che continua a pensare alla scritta che denota che l’identità dell’ultimo utente (Monima) è ancora sconosciuta. Proprio per questo, Jot indossa di nuovo il suo visore e torna nel passato.
L’ultima immagine della pagina mostra il ragazzino che prende uno schiaffo mentre viene gli viene dato del “Bastardo!”. Il ragazzino viene punito da un uomo sulla cinquantina per aver rotto un piatto che secondo lui vale tre volte il ragazzino stesso, ma la scena viene interrotta dall’ingresso in scena di Arbaaz Mir che fa cadere su un tavolo un oggetto avvolto nella carta. L’uomo che ha picchiato il ragazzino è stupito che Mir sia riuscito a tornare e al vedere l’oggetto è riempito di gioia. L’uomo chiede a Mir se può “fidarsi” del fatto che il sangue sulla carta che avvolge l’oggetto non sia suo ma Mir nella sua badasseria risponde che fidarsi è un’abitudine dannosa, chiamando l’uomo Hamid e poi salutandolo con “As-salamu alaikum”, che letteralmente si traduce con “La pace sia con te”. Hamid, che si rivelerà essere un Assassino di alto rango e poi confermato dall'Enciclopedia di quest'anno come Mentore degli Assassini presso Amritsar, risponde con "Wa alaikum assalam", la tradizionale risposta al saluto di Mir, che vuol dire "E con te sia la pace". L’Enciclopedia aggiunge che i due si conoscevano già da ben prima di questo incontro. Quando era giovane, Mir è stato coinvolto infatti in un "appuntamento segreto proibito" ed è stato salvato da una situazione spiacevole proprio da Hamid. E’ proprio perché doveva al suo vecchio amico un favore che Mir nel 1839 ha rubato l’oggetto che stiamo per vedere. Hamid non vede l'ora di vedere l'oggetto nella carta, ma Mir è dubbioso perchè non vuole che venga vista da occhi indiscreti. Hamid lo tranquillizza dicendo che ci sono altre persone nelle stanze adiacenti ma stanno dormendo (forse dimenticandosi del ragazzino) ed anche se vedessero l'oggetto nel pacchetto, non crederebbero ai loro occhi. Subito dopo Hamid apre il pacchetto e all'interno è presente una pergamena che rifulge di una luce azzurrina. LA pergamena. Si tratta di un documento su cui sono disegnate diverse informazioni relative alla Prima Civilizzazione, alcune già note, altre nuove. In totale sul documento sono presenti otto elementi, sette dei quali sono posti graficamente intorno all'ottavo e probabilmente più importante.
Sul lato destro, invece, compaiono altri due "regali" per i fan di vecchia data: un altro disegno della Mela dell'Eden , questa volta in versione AC2, e, udite udite, la quarta pergamena di Romolo raffigurante il Tempio di Giunone e quella che ai
Gli ultimi due elementi della pergamena recuperata da Mir sono più particolari perchè sono costituiti da disegni e scritte mai apparsi in AC. Il primo da una serie di cerchi concentrici con una serie di figure (uomini o divinità?) disposte lungo questi cerchi, e separati ognuno dall'altro da una stella. Il secondo, invece, mostra una sorta di fiume in cui stanno forse facendo il bagno altre figure, con a fianco un simbolo e di nuovo dei raggi probabilmente a indicare il sole. I due disegni sono rimasti un mistero per me per un lungo lasso di tempo fino a quando Hephaestus ha avuto un'illuminazione: si tratta di due illustrazioni appartenenti al Manoscritto Voynich, uno dei più importanti casi della storia della crittografia in cui il documento non è stato mai decifrato (se non proprio in questi giorni). Questo documento è un codice risalente all'inizio del XV secolo che potrebbe essere stato scritto nel nord Italia rinascimentale, scritto su pergamena di capretto (a leggere Wikipedia), che prende nome da Wilfrid Voinich, un mercante di libri che lo ha acquistato nel 1912 a Villa Mondragone, nei pressi di Roma. Il manoscritto, benché non sia mai stato decifrato da tutti i suoi possessori (e delle sue copie), presenta delle illustrazioni, come affermato in precedenza, che ne fanno intuire i molteplici contenuti:
Cosa significa tutto questo in AC, dunque? Il Manoscritto Voynich nella teoria mia e di Hephaestus con tutta probabilità è una copia di un documento di natura CVP, un Libro con proprietà simili a quello visto in Project Legacy, ovvero la possibilità di creare nella mente dell'utente immagini e soprattutto formule, prima tra tutte quella per la creazione della Pietra Filosofale e contenente chissà quali altre informazioni.
L'ultimo elemento da analizzare della pagina è paradossalmente il più importante e si trova al suo centro. Si tratta di un diamante estremamente simile a quello visto nella pagina del mindfuck con i volti delle divinità indiane ed i simboli degli Assassini. Dalla sua presenza sulla pergamena già si può intuire che il diamante abbia a che fare con i CVP e con i Frutti dell'Eden. La sua centralità all'interno della pergamena, inoltre, ne fa intuire anche l'importanza. La visuale nel fumetto si sposta sugli occhi del ragazzino schiavo di Hamid intento a sbirciare la pergamena e quello di cui discutono il suo padrone ed Arbaaz. Hamid afferma di essere in grado di comprendere molto poco di quanto scritto sulla pergamena e che nessuno è mai stato in grado di comprendere questo testo completamente (un'assonanza con l'impossibilità di lettura del Manoscritto Voynich). Il Mentore, inoltre, aggiunge che il testo presente sulla pergamena è scritto con il linguaggio degli dei. La cosa è molto interessante perché questa è forse la prima volta in cui vediamo la scrittura dei CVP, e inoltre è un piccolo collegamento di nuovo ad Edward Kelley, che "parlava con gli angeli" (sempre in Project Legacy) ed anche a quanto affermato da William in AC3 sulla difficile comprensibilità dei messaggi dei CVP.
Secondo la mitologia, un giorno Surya apparve di fronte ad un uomo di rango nobile a lui devoto, Satrajit, il quale gli fece diverse offerte in sua adorazione. Surya, impressionato dalle offerte, gli chiese cosa volesse in cambio e Satrajit chiese il gioiello in possesso della divinità e così avvenne. Da questo momento diverse peripezie coinvolgono il gioiello, che passa in diverse mani fino ad arrivare a quelle del dio Krishna e poi ad Akrura, uno dei capi degli Yadava, un'antica popolazione indiana. Da qui in poi si perdono le tracce del gioiello e hanno origine le leggende per cui lo Syamantaka Mani ed il Koh-i-Noor siano lo stesso gioiello, leggende su cui si basa anche la trama di Brahman. Hamid non ha ancora finito di lanciare carichi da novanta, ed infatti afferma anche che i piani alti della Confraternita affermano che il Koh-i-Noor sia una immensa fonte di energia con il potere di vincolare / impegnare il destino di tutti gli altri Frutti dell'Eden, come se fossero uniti. Mir chiede se la pergamena indichi dove si trovi il diamante ma Hamid afferma di sapere già dove si trovi: è in possesso del Maharaja Ranjit Singh. Il mentore sostiene che tutti i tentativi di rubarlo hanno fatto si che ogni ladro morisse poco dopo, generando una maledizione: chi avesse posseduto il diamante avrebbe ottenuto grandi ricchezze (in accordo con la mitologia indiana) ma avrebbe fatto una brutta fine. Mir sostiene che effettivamente Singh stia prosperando un po' troppo, affermando che è un "cane bastardo". Sentendo le parole di Mir, Hamid afferma che la sua gente in Kashmir ha sofferto una grande tragedia (a causa di Singh) ma quei giorni sono passati da molto tempo e adesso Singh è l'unica linea di difesa dagli inglesi conquistatori. L'ultimo riferimento di Hamid purtroppo o per fortuna trova spiegazione nell'Enciclopedia di quest'anno, in cui si afferma che parte della famiglia di Mir sia stata uccisa nell'annessione del Kashmir da parte di Singh nel 1819.
Subito dopo torniamo nel presente con il nostro Jot che si prepara per il meeting con il suo capo ed i "signori di Montreal". E' ancora turbato per la situazione negativa che si è venuta a creare con Monima ed in tutto questo si guarda allo specchio e vede il ragazzino schiavo di Hamid. Qui si ha la diretta conferma che il ragazzino è l'antenato di Jot Soora e non Arbaaz Mir come siamo stati portati a credere nel periodo precedente all'uscita del fumetto, anche se lo si poteva già intuire da prima: la pagina introduttiva sul ragazzino e la visuale concentrata sui suoi occhi. L'Enciclopedia, inoltre, espande quanto visto finora dandogli un nome, ovvero Raza Soora. Jot si riprende dalla visione di Raza (una visione che lo ha mostrato scosso e turbato) e si reca alla stanza del meeting in cui troneggia un monitor con su scritto "Brahman Project - MysoreTech - Abstergo Ent.". Il nostro protagonista viene presentato come il genio dell'azienda dal suo capo Rana ma purtroppo si dimostra titubante di fronte ai dirigenti di Abstergo, probabilmente ancora turbato per Monima. Non solo tentenna mentre parla ma arriva ad affermare che il Brahman si adatta alla genetica salvo poi correggersi e affermare che si adatta all'utente. Rana si mostra sorpreso, forse anche dal fatto che Jot in qualche modo ha intuito come il Brahman usi i ricordi genetici e dunque in separata sede lo invita ad una partita di squash. Rana gli chiede se ha problemi a casa e gli dice di essere stato contattato da Abstergo per requisirgli il computer (ovviamente per analizzare meglio i dati e la loro provenienza e per far si che non li veda nessun altro). Ai dubbi di Jot sul funzionamento del Brahman e sulle intenzioni di Abstergo con il dispositivo Rana risponde che la MysoreTech è stata assunta semplicemente per distribuire una console per il mercato di massa indiano ed è quello che sta facendo.
Tornando al fumetto Rana inoltre afferma di aver parlato con Monima e che Jot deve occuparsi più di lei invece di indagare su fatti che non lo riguardano. Jot in un certo senso segue il consiglio di Rana, poichè nella scena successiva lo vediamo impegnato in un rapporto sessuale con la sua fidanzata, purtoppo insoddisfacente per entrambi, dato che i loro pensieri sono probabilmente dedicati rispettivamente all'insicurezza ed ad Arbaaz Mir. Ritornando al passato, troviamo Mir intento a spiegare a Raza la loro missione, indicando che non ha mai avuto un servo ma che
Successivamente Mir mostra a Raza e a noi di essere al corrente di diverse informazioni sul diamante obiettivo della sua missione. “Koh-i-Noor” è un nome persiano ed in riferimento a questo cita un fatto della lunga storia del Koh-i-Noor, ovvero il suo furto ad opera del "nemico" Nader Shah. Arbaaz si riferisce all'invasione dell'India da parte di Nader Shah, lo shah dell'Iran, nel 1739 ed il saccheggio di Agra e Delhi grazie ai quali rubò non solo il Koh-i-Noor ed il Darya-ye Noor (i diamanti "montagna di luce" e "mare di luce") ma anche il Trono dei Pavoni Reali. Quest'ultimo era un trono costellato di gioielli sul quale si sedevano gli imperatori Moghul e sul quale era stato posizionato anche lo stesso Koh-i-Noor (da qui arriva forse la presenza dei pavoni nella pagina con i visi degli dei?). Otto anni dopo il furto del diamante, Nader fu assassinato, andando ad aggiungersi così, alle vittime della maledizione del diamante, come ogni altro uomo che ne era ossessionato. Arbaaz però si dimostra ancora scettico, semplicemente il diamante è stato rubato molto spesso ed è questo anche l'intento del nostro assassino del passato.
Arbaaz spiega che dalle informazioni in suo possesso, il diamante che il Maharaja Ranjit Singh mostra al pubblico è una copia e che quello vero si trova all'interno di una Tosha Khana (la stanza dedicata ai tesori, ai doni ed agli emblemi d'onore) posizionata sotto al Palazzo Estivo a cui hanno accesso solo Singh ed il suo tesoriere Bustee Ram. Il piano di Mir, dunque, è quello di infiltrarsi insieme a Raza come dignitario del Kashmir col suo servo, al fine di pedinare il tesoriere del Maharaja e di ottenere accesso alla Tosha Khana per rubare il diamante.
Appena Macnaghten si allontana, Mir e Cotton si squadrano, entrambi consapevoli dell'Ordine a cui l'altro appartiene. Quello che si vede è uno scontro verbale estremamente carismatico in cui Mir pare disobbedire al giuramento affermando che non si sarebbe intromesso tra i Templari ed il loro intento di uccidere Singh. Cotton per tutta risposta afferma che se l'intento di Mir non è proteggere il Maharaja, allora deve avere un altro obiettivo. Mentre Cotton e Arbaaz continuano il loro scontro psicologico, Raza si volta e Mir subito dopo fa lo stesso, perchè la principessa che abbiamo visto nelle prime pagine come antenata di Monima entra in scena e raggiunge il Maharaja, suo nonno, mentre questi affida il Koh-i-Noor finto a Bustee Ram. Mir, dunque, manda Raza a seguirlo, mentre ruba un oleandro rosa con un sorrisino che dopo aver visto la principessa fa intuire gli intenti del nostro assassino. In particolare l'oleandro rosa nelle mani di Arbaaz ci fa capire che tutti gli eventi fino a questo momento sono stati precedenti agli eventi descritti quando Monima ha indossato il Brahman nell'appartamento di Jot, nello specifico la seduzione della principessa da parte di Mir ed il loro momento di passione.
La mattina dopo (e questo potrebbe dirla lunga) Jot arriva all'hotel dove avrebbe dovuto pernottare con Monima. Arriva così tardi che la ragazza sta uscendo perchè deve prendere un taxi verso l'aeroporto per un volo di lavoro in direzione Mumbai. Mon è ovviamente scocciata ed i due parlano svogliatamente ma emerge un dettaglio importante: Ajay Rana ha chiamato Monima per fare da testimonial alla campagna pubblicitaria del Brahman. Questo indica che forse Rana o i signori di Abstergo hanno individuato anche Monima a questo punto, o vogliono testare anche il suo passato oltre a quello di Jot per vedere chi di loro due ha portato ai ricordi dedicati al Koh-i-Noor ed alla sua pergamena. Prima di partire Monima lascia il suo anello di fidanzamento a Jot perchè la campagna pubblicitaria per cui sta viaggiando vuole che lei sia single, raccomandandogli di tenerlo fino al suo ritorno. Il fumetto nella sua versione in italiano si ferma qui come se fosse "tagliato di netto", senza cliffhanger di sorta, anche se sicuramente ancora tutto è aperto e le domande sono molte. Sarà riuscito Raza Soora a pedinare Bustee Ram per trovare il Koh-i-Noor reale? Che relazione si è venuta a creare tra Mir e la principessa? Jot e Monima riusciranno ad appianare le loro divergenze? Le risposte sono già a nostra disposizione qui in ATA, ma per rispetto ai lettori italiani ancora non le riveleremo. Giusto per caricare la vostra attesa vi possiamo dire che avremo modo di scoprire alcuni dettagli interessanti su Ajay Rana, sulle abilità del Koh-i-Noor e su come Assassini e Templari combattono nell'era moderna e... avremo una guest star d'eccezione. La seconda parte di questo articolo, dunque, verrà pubblicata solo all'uscita del secondo volume in Italia. Restate con noi. Continua a leggere "Uno sguardo attraverso il Brahman - Parte 2".
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