Assassin's Creed Initiates: Il Riformatore - La Storia di Altair
Tradotto da: Markuz
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| 23 -DAMASCO // SIRIA // 1191 - LO STRUMENTO DEL CODARDO
Altaïr entrò nel palazzo di Abul Nuqoud e si mimetizzò tra gli ospiti felici della festa. Poco dopo il loro corpulento ospite si rivelò alla folla su un grande balcone che si affacciava sul cortile. Il Re dei Mercanti salutò i suoi ospiti e li incoraggiò a bere il vino che aveva fornito. Abu'l lodò la generosità dei suoi ospiti relativa alla campagna di guerra di Salah Al'Din, e desiderò che a loro venisse dato tutto ciò che si meritano.
Ma le parole gentili di Abul Nuqoud rapidamente si inasprirono e cominciò a rivolgersi ai suoi ospiti per la loro ipocrisia. Il Re dei Mercanti affermò di aver abbandonato la causa dei Saraceni per una nuova causa che avrebbe permesso a tutti di vivere insieme in pace. Proprio in quel momento, un ospite morì per il vino avvelenato e Abu'l diede l'ordine ai suoi arcieri di uccidere chiunque tentasse di fuggire.
Il panico colpì la folla e Altaïr utilizzò il caos per scalare le pareti e raggiungere il suo obiettivo. Altaïr accusò Abul Nuqoud di aver rubato il denaro dalla gente di Damasco e di averlo inviarto in luoghi sconosciuti. Abu'l rifiutò di finanziare una guerra per un popolo ed una fede che lo avrebbero etichettato come un abominio. Altaïr chiese di conoscere l'identità di questa sua nuova causa. Abu'l rifiutò di divulgare tali informazioni e affermò che lui e Altaïr facevano la stessa cosa, essendo disposti a prendere una vita in cambio di un bene superiore, e disse all'Assassino che non sarebbe riuscito a fermarli dall'ottenere il loro nuovo mondo.
Altaïr lasciò il corpo di Abu'l e ritornò al Covo degli Assassini.
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| 24 - MASYAF // SIRIA // 1191 - QUELLO CHE CREDIAMO PER ESSERE VERO
Al Mualim lodò il successo di Altaïr ed era sicuro che stavano curando le città vicine mentre le purificavano dalla di corruzione. Altaïr era meno sicuro, visto che tutti i suoi bersagli morivano senza rimpianti e fiduciosi del loro successo. Altaïr era convinto che ci fosse un legame tra gli uomini che era stato inviato per uccidere.
Al Mualim elogiò la percezione di Altaïr, ma poi gli consigliò di mettere a tacere tutte le domande e di obbedirgli, lasciando Altaïr frustrato e senza altra scelta che procedere al suo prossimo obiettivo.
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| 25 - ACRI // ISRAELE // 1191 - UN POLITICO A SUO MODO
Altaïr tornò al Covo Assassino di Acri e chiese al Rafiq quello che sapeva il suo prossimo obiettivo, Guglielmo del Monferrato. Il Rafiq affermò che Guglielmo era stato nominato reggente di Acri, mentre Re Riccardo combatteva la sua guerra. Molti pensarono che fosse stata una scelta strana, dato che il figlio di Guglielmo, Corrado, spesso si era scontrato con il re su molte questioni, al punto che molti credettero che entrambi segretamente progettassero di uccidere l'altro. Il Rafiq riteneva che Guglielmo fosse stato posto come reggente di Acri non come una promozione, ma come ostaggio per evitare che Corrado facesse scherzi.
Altaïr avviò rapidamente un'indagine nel distretto ricco di Acri e scoprì che l'esercito di Guglielmo era grande, ma che aveva ancora nemici, grazie alla sua rivalità con il re. L'Assassino pianificò di utilizzare la visita di Re Riccardo come copertura per infiltrarsi nella Cittadella dei Crociati e colpire mentre Guglielmo rimuginava su un altro incontro infelice con il suo re.
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| 26 - ACRI // ISRAELE // 1191 - LE PAROLE DI UN SERPENTE
Altaïr osservò Re Riccardo partire dalla Cittadella, rimproverando Guglielmo per l'esecuzione di alcuni prigionieri di guerra saraceni. Guglielmo difese le sue azioni, ma Riccardo non era interessato alle sue scuse, e tornò alle sue Crociate. Un frustrato Guglielmo si ritirò nella cittadella, intento a sfogare il suo umore sui suoi soldati.
Altaïr si infiltrò nella Cittadella e trovò Guglielmo che rimproverava con rabbia i suoi soldati. L'Assassino approfittò della distrazione di Guglielmo e gli tolse la vita. Mentre stava morendo, Guglielmo negò qualsiasi tentativo di rivendicare Acri per il figlio Corrado. Eppure non aveva neanche pretese di tenere la città per Riccardo, affermando che cercava solo tenere Acri per il suo popolo. Altaïr lo accusò di aver rubato del cibo dai cittadini e di aver arruolato soldati nel suo esercito. Guglielmo replicò che aveva accumulato il cibo per le stagioni di carestia e che non insegnava al popolo l'arte della guerra, ma piuttosto la disciplina e l'ordine. Prima di morire, Guglielmo derise Altaïr, informandolo che non stava liberando le città come credeva, piuttosto le stava condannando.
Altaïr fuggì dalla Cittadella e tornò al Covo degli Assassini e cercò di discutere delle ultime parole di Guglielmo con il Rafiq. Il vecchio non era interessato a sentirle, e suggerì ad Altaïr di parlarne con Al Mualim.
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| 27 - MASYAF // SIRIA // 1191 - LA CONOSCENZA PRECEDE L'AZIONE
Al Mualim percepì la frustrazione di Altaïr e gli diede il permesso di dar sfogo ai suoi pensieri. Altaïr parlò delle criptiche parole dei suoi bersagli mentre stavano morendo e della scelta di Al Mualim di non condividere informazioni con lui e chiese delle risposte. Al Mualim lo mise in guardia dal tono insubordinato con cui lo aveva affrontato, ma Altaïr non cedette. Il Mentore, irritato, prese una spada e minacciò di trovare un sostituto più obbediente. Tuttavia, Altaïr sapeva che non c'era nessun altro in grado di svolgere quel compito, e ancora una volta chiese di sapere cosa collegasse tra loro i suoi bersagli.
Al Mualim cedette e rivelò che gli uomini che dovevano morire erano legati da un giuramento di sangue non dissimile da quello della Confraternita. Tutti gli obiettivi di Altair erano membri dell'Ordine dei Templari, ed agivano al di sotto del loro Gran Maestro, Roberto di Sable. Il loro obiettivo era la conquista pura e né Re Riccardo né Salah Al'Din sarebbero bastati a fermarli. Al Mualim rivelò che questo era il motivo per l'esistenza della loro Confraternita, mantenere il mondo libero da tale tirannia.
Al Mualim dichiarò che gli dispiaceva aver nascosto la verità ad Altaïr, ma aveva ritenuto che il giovane Assassino avesse bisogno di trovare questa conoscenza per conto suo, e dimostrarsi degno di esse. Altaïr chiese del tesoro che Malik aveva recuperato dal Tempio di Salomone, che era stato così disperatamente cercato da Roberto di Sable. Al Mualim rifiutò di rispondere, affermando che proprio come Altaïr aveva scoperto la verità sui Templari, avrebbe dovuto aspettare anche per la verità sul tesoro.
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| 28 - GERUSALEMME // ISRAELE // 1191 - UNA ESECUZIONE PUBBLICA
Altaïr tornò a Gerusalemme e discusse la futura morte di Majd Addin con Malik Al-Sayf. Majd Addin si era autonominato governatore di Gerusalemme in assenza di Salah Al'Din e Malik aveva messo in guardia Altaïr dall'essere troppo fiducioso in se stesso, dato che era fortemente protetto. Altaïr chiese l'aiuto di Malik, cosa che colpì il rancoroso Rafiq.
Le indagini di Altaïr rivelarono che Majd Addin stava pianificando di effettuare una pubblica esecuzione e l'Assassino era sicuro che avrebbe potuto occuparsi di tutte le guardie presenti. Malik rimproverò di nuovo Altaïr per il suo eccesso di fiducia, avvertendolo che non c'erano certezze nel loro lavoro. Per dimostrare il suo punto di vista, informò Altaïr di un grande imprevisto: uno degli uomini che dovevano essere uccisi durante l'esecuzione pubblica era un compagno Assassino che Al Mualim voleva fosse salvato. Altaïr ha promise che Majd Addin non avrebbe avuto la possibilità di prendere la vita del loro fratello.
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| 29 - GERUSALEMME // ISRAELE // 1191 - QUELLI CHE SI ELEVANO AL DI SOPRA DEGLI ALTRI
Altaïr arrivò alla esecuzione pubblica in tempo per vedere Majd Addin esporsi al ruggito della folla assetata di sangue. Il reggente di Gerusalemme caricò la folla in delirio, ma fu interrotto da un paio di uomini disperati che cercavano di salvare uno degli accusati. Questi furono brutalmente uccisi dalle guardie e fecero da esempio della potenza di Majd Addin.
Altaïr colpì Majd Addin prima che il suo fratello Assassino potesse essere ucciso. Altaïr si aspettava che Majd Addin difendesse le sue azioni definendole come giuste, come avevano fatto gli altri, ma la sua vittima confessò che cercava solo il potere ed apprezzava l'emozione di controllare la vita degli uomini che aveva sotto di lui, e che i Templari semplicemente gli avevano fornito un'opportunità.lo ha presentato con l'occasione. Altaïr non perse tempo e sferrò un colpo di grazia al collo con la sua lama celata.
Altaïr tornò da Malik e fu sorpreso dal fatto che quest'ultimo non aveva parole di disprezzo nei suoi confronti. Tuttavia, Malik fu molto brusco nel far notare che Altaïr non doveva aspettarsi un elogio per aver fatto il suo dovere, ma aveva svolto il suo compito in maniera adeguata.
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| 30 - MASYAF // SIRIA // 1191 - IL FRUTTO DELL' EDEN
Altaïr era pronto per i suoi obiettivi rimasti, ma aveva delle domande per il suo mentore Al Mualim. Si chiese perché i suoi bersagli tradivano i loro leader. Al Mualim rispose che i Templari desideravano il controllo, ed ogni bersaglio aveva tentato di rivendicare la propria in nome dell'ordine dei Templari. Tuttavia, il vecchio si disse fiducioso del fatto che non avrebbero avuto successo a patto che gli Assassini avessero protetto il tesoro del Tempio di Salomone.
Al Mualim mostrò una piccola sfera d'argento e la definì "un frutto dell'Eden". Sostenne che era stato quel manufatto a scacciare Adamo ed Eva, a dividere il Mar Rosso, e ad aver eseguito altri miracoli. Altaïr notò che era piuttosto semplice per essere un manufatto così potente. Al Mualim affermò che chiunque lo avesse posseduto avrebbe potuto comandare i cuori e le menti di coloro che l'avrebbero guardato. Altaïr si rese conto che i Templari cospiravano per usare il frutto dell'Eden per schiavizzare l'intera popolazione della Terra Santa.
Al Mualim diede ad Altaïr altri due obiettivi, Sibrando ad Acri e Jubair a Damasco. Il Mentore esortò Altaïr ad agire in fretta, perché sospettava che Roberto di Sable sarebbe stato più cauto a causa del continuo successo dell' Assassino.
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| 31 - ACRI // ISRAELE // 1191 - ASPETTANDO CHE LA SUA NAVE ARRIVASSE
Altaïr tornò ad Acri per trovare ed assassinare Sibrando. Il Rafiq conosceva già il bersaglio, che era stato recentemente nominato leader dei Cavalieri Teutonici e gestiva il porto di Acri. Altaïr studiò la zona e scoprì che Sibrando era terrorizzato dagli Assassini e si era nascosto all'interno di porto di Acri, estremamente paranoico, in attesa che la sua nave arrivasse.
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| 32 - ACRI // ISRAELE // 1191 - AVVELENATO DALLA SUA STESSA PAURA
Altaïr trovò Sibrando al porto, mentre terrorizzava un monaco, accusandolo di essere un Assassino. Sibrand rifiutò di ascoltare le suppliche del monaco ed alla fine lo uccise. Ordinò alle sue guardie di stare all'erta nel caso di attacchi degli Assassini prima di ritirarsi nella sua nave.
Altaïr si fece largo tra i moli, salì a bordo della nave di Sibrando, e trovò il suo bersaglio che scoccava frecce all'impazzata, chiedendo perché nessuno lo stesse aiutando contro l'Assassino invisibile. Altaïr ferì a morte l'uomo, spingendolo a cercare conforto con il suo Dio. Sibrando rispose che i Templari gli avevano dimostrato che Dio non esiste. Sibrando aveva cercato di liberare la Terra Santa dalla tirannia della fede, seguendo i suoi ordini e credere nella sua causa.
Dopo aver assassinato Sibrando, Altaïr lasciò il porto e si diresse verso il Covo degli Assassini. Lì, il Rafiq cercò di lenire i dubbi dell'Assassino, sostenendo che la compassione, il rimpianto, e l'incertezza erano le emozioni che lo avrebbero mantenuto umano mentre svolgeva la sua macabra opera.
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| 33 - MASYAF // 1191 // SIRIA - L'ILLUSIONE DEL MONDO
Altaïr tornò da Al Mualim a Masyaf e chiese al suo mentore perché Jubair e Sibrando erano stati scelti come bersagli. Il Mentore gli rispose che se i due uomini avessero avuto la possibilità di continuare il loro lavoro, avrebbero distrutto tutto ciò per cui avevano lavorato, e che i Templari erano come un'idra, rapidi a sostituire tutti i membri che avevano perso.
Ora era il turno di Al Mualim nel fare una domanda ad Altaïr, e dunque chiese al suo discepolo la natura della verità e del mondo. Altaïr rispose che era loro dovere, in qualità di Assassini, di riconoscere che nulla è reale e tutto è lecito, e che il mondo era un'illusione. Mentre gli Assassini cercavano di dissolvere l'illusione, i Templari avrebbero usato l'illusione per governare il mondo.
Al Mualim incoraggiò Altaïr ad uccidere l'ultimo uomo della sua lista, in modo che potessero colpire il Gran Maestro, Roberto di Sable.
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| 34 - DAMASCO // 1191 // SIRIA - UNA STRANA SCELTA DI BERSAGLIO
L'ultimo bersaglio di Altaïr era l'erudito capo di Salah Al'Din, Jubair Al Hakim. Jubair era ossessionato dal distruggere tutte le opere scritte a Damasco, e stava attirando sempre più persone alla sua causa. Teneva incontri giornalieri nella Madrasah Al Kallasah per parlare con i suoi studenti. Altaïr promise di porre fine alla sua follia.
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| 35 - DAMASCO // SIRIA // 1191 - IL DONO DELLA CONOSCENZA
Altaïr trovò Jubair ed suoi allievi che gettavano libri in un grande rogo. Uno degli studenti tentò di dissuadere Jubair dal bruciare i libri, sostenendo che salvavano le persone dall'ignoranza. Jubair rispose che la loro dipendenza dalle parole li rendeva deboli, e che accettare le parole scritte senza porsi dubbi era pericoloso. Lo studente insistette che i libri davano il dono della conoscenza, cosa che indusse Jubair a spingere lo studente nel fuoco prima di ordinare agli altri studiosi di cercare tutti i libri di Damasco.
Dato che Jubair indossava la stessa uniforme dei suoi studenti, l'Assassino fu costretto a rintracciare il bersaglio corretto. Altaïr pugnalò Jubair e lo rimproverò per aver distrutto le fonti di conoscenza con cui era in disaccordo. Jubair replicò che lui stesso era una fonte di conoscenza con cui l'Assassino era in disaccordo, e uccidendolo, stava commettendo lo stesso peccato.
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| 36 - Masyaf // SIRIA // 1191 - SOGNI DI PACE
Roberto di Sable era ormai l'unico Templare rimasto in Terra Santa ed Al Mualim era desideroso di sbarazzarsi di lui, in modo che la conoscenza del tesoro potesse ancora una volta essere nascosta. Anche se Al Mualim condivideva obiettivo di Robert de Sable della pace, non era d'accordo con i metodi del Templare nel realizzarla, derubando l'umanità del suo libero arbitrio con il Frutto dell'Eden. Il Mentore inviò Altaïr a Gerusalemme per finire la sua missione.
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| 37 - GERUSALEMME // ISRAELE // 1191 - IL FUNERALE DI MAJD ADDIN
Altaïr incontrò Malik nel Covo degli Assassini di Gerusalemme per confermare la presenza di Roberto di Sable a Gerusalemme. Altaïr informò il Rafiq con un braccio solo che tutti i suoi obiettivi di Altaïr, sia Crociati che Saraceni, erano Templari che cercavano di controllare la Terra Santa. I due Assassini si separarono per indagare ulteriormente.
Le indagini di Altaïr rivelarono che Roberto di Sable prevedeva di partecipare al funerale di Majd Addin, nel tentativo di appianare i rapporti tra Crociati e Saraceni. Altaïr pianificò di attaccare il Gran Maestro Templare durante la processione. Prima di andarsene, Altaïr si scusò con Malik per aver causato la perdita del suo braccio e la morte di suo fratello. Malik rifiutò di accettare le scuse, e dichiarò che l'Assassino di fronte a lui non era lo stesso uomo che era andato con lui nel Tempio di Salomone, e di conseguenza non gli doveva nulla.
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| 38 - GERUSALEMME // ISRAELE // 1191 - L'ESCA
Altaïr entrò nel cimitero della Cittadella di Davide mentre un imam stava elogiando Majd Addin, con Roberto di Sable lì vicino. Dopo aver finito di pregare, il Gran Maestro Templare sussurrò qualcosa all'imam. Improvvisamente diverse altre guardie Templari entrarono al funerale e l'imam indicò Altaïr in mezzo alla folla. Altaïr uccise le guardie e colpì Roberto di Sable, atterrandolo.
Altaïr strappò l'elmo di Roberto di Sable e rimase scioccato nello scoprire una donna sotto l'armatura. Questa rivelò che Roberto di Sable prevedeva di utilizzare gli assassinii da parte di Altair degli altri Templari come una scusa per unire le forze crociate e saracene contro gli Assassini a Masyaf.
Altaïr si rifiutò di uccidere la donna e fuggì, tornando al Covo degli Assassini per informare Malik del caos. Malik esortò Altaïr a tornare da Al Mualim, ma l'Assassino sentì il bisogno di inseguire Roberto di Sable immediatamente per fermare il suo piano di unire re Riccardo e Salah Al'Din contro di loro. Malik esortò Altaïr ad obbedire al Credo ed a non agire senza la benedizione di Al Mualim, ma Altaïr rispose che il loro maestro tratteneva informazioni importanti dalla loro conoscenza. Promise di tornare a Masyaf per avere risposte dopo che si era occupato di Roberto di Sable. Nel frattempo, esortatò Malik o a tornare lui stesso da Al Mualim, oppure a passeggiare tra gli abitanti di Gerusalemme per vedere cosa poteva scoprire.
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| 39 - ARSUF // ISRAELE // 07/09/1191 - LA BATTAGLIA DELLE PIANE DI ARSUF
Altaïr cavalcò da Gerusalemme ad Arsuf e si fece largo tra le ondate di soldati saraceni e crociati finché giunse al campo crociato. Egli si rivolse a Re Riccardo, che scambiò l'Assassino per un saraceno. Altaïr rivelò che non era lì per uccidere Re Riccardo, ma il traditore Roberto di Sable. Roberto respinse le accuse, ma il re era in dubbio. Decise che la verità sarebbe stato rivelata attraverso il combattimento, e che Dio avrebbe favorito il vincitore.
Altaïr combattè dieci guardie crociate prima che Roberto di Sable si unisse al combattimento. Dopo un'intensa battaglia, Altaïr uccise il Gran Maestro Templare. Nei suoi ultimi istanti, Roberto rivelò che dieci uomini avevano trovato il Frutto dell' Eden, non nove come credeva originariamente Altaïr. Il decimo uomo era il mentore degli Assassini Al Mualim, che aveva usato Altaïr per eliminare gli altri Templari per tenere il tesoro per sé.
Prima di congedarsi del Re, Altaïr lo spinse a siglare la pace con Salah Al'Din per il bene del popolo della Terra Santa. Altaïr cavalcò verso Masyaf per un confronto finale con il suo maestro.
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| 40 - MASYAF // SIRIA // 09/1191 - L'AQUILA E LA MELA
Altaïr tornò a Masyaf, solo per trovarla deserta. Un cittadino impazzito mormorava che tutti erano andati a vedere il Maestro. Altaïr si fece strada oltre gli altri abitanti del villaggio storditi, ma fu assalito da una folla di Assassini impazziti. Malik e una squadra dei suoi seguaci arrivarono e abbatterono con dei pugnali da lancio gli uomini a cui era stato fatto il lavaggio del cervello.
Malik rivelò che era tornato al Tempio di Salomone ed aveva scoperto il diario di Roberto di Sable che spiegava il coinvolgimento di Al Mualim con i Templari ed il tesoro. Altaïr ordinò a Malik di creare un diversivo, mentre lui si sarebbe messo alla ricerca di Al Mualim ed esortò il suo amico a non uccidere gli Assassini, le cui menti non erano le proprie.
Altaïr entrò all'interno della fortezza e con attenzione si mosse attraverso la massa di cittadini storditi. Attraversò il castello ed emerse nei giardini posteriori dove fu improvvisamente imprigionato da un'incandescente energia. Al Mualim, col Frutti dell'Eden in mano, si mostrò su un balcone più in alto.
Al Mualim utilizzò il manufatto per creare i fantasmi dei nove bersagli di Altair e l'Assassino fu costretto a ucciderli tutti per la seconda volta. Al Mualim paralizzò di nuovo il suo allievo, che sfidò il suo Mentore ad attaccarlo faccia a faccia. Al Mualim saltò giù dal balcone, arrabbiato e non spaventato, e utilizzò la Mela dell'Eden per creare nove copie di se stesso. Altaïr usò il suo Occhio dell'Aquila per trovare il vero Mentore ed immediatamente lo ha attaccò. Infine, Al Mualim duellò con Altaïr uno contro uno, ma non fu in grado di competere con il suo ex allievo.
Mentre stava morendo, Al Mualim non riusciva a credere che l'allievo potesse aver sconfitto il maestro. Altaïr giurò di distruggere la Mela dell'Eden, ma Al Mualim morì dubitando della sua capacità di mantenere quella promessa. Altaïr si avvicinò alla Mela, che si aprì leggermente ed emise una mappa olografica della Terra.
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| 41 - MASYAF // SIRIA // 09/1191- LA VEGLIA DEL MENTORE
Altaïr inviò Malik a Gerusalemme per portare la notizia della morte del Mentore e ha inviò un altro Assassino ad Acri a fare lo stesso. Ordinò anche la creazione di una pira e portò il corpo di Al Mualim verso di essa.
Altaïr fu affrontato dal suo rivale, Abbas Sofian, che chiese la prova del tradimento di Al Mualim verso i Templari. Altaïr spiegò la cospirazione che riguardava la Mela dell'Eden e tentò di convincere un sospettoso Abbas del potere del manufatto. Altaïr mise il corpo del suo mentore sulla pira e lo bruciò per assicurarsi che non fosse un altro fantasma.
Infuriato, Abbas accusò Altaïr di continuare a prendere in giro il loro Credo e lasciò il suo rivale in balia di alcuni Assassini che cercavano di sottometterlo. Altaïr li respinse, ma fu interrotto quando Abbas ricomparve su una torre brandendo la Mela dell'Eden. Abbas accusò Altaïr di aver ucciso il loro amato mentore. Altaïr tentò tentato di lasciarsi il passato alle spalle e di decidere cosa fare con il manufatto. Abbas ritenne che Altaïr non era di portarlo, ma rapidamente ne perse il controllo. Altaïr scalò la torre e lottò per portare via la Mela da Abbas.
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| 42 - MASYAF / / SIRIA / / 1247 - RIVENDICANDO LA CONFRATERNITA
Altaïr tornò a Masyaf per rivendicare la sua posizione di Mentore, che era stata presa in sua assenza da Abbas Sofian, che aveva anche ucciso il il figlio di Altaïr, Sef e aveva incastrato Malik Al-Sayf per tale crimine. Con l'aiuto degli Assassini che erano rimasti a lui fedeli, e Tazim (il figlio di Malik), Altaïr riuscì ad arrivare alla fortezza senza la perdita di una sola vita. Lì, uccise l'usurpatore con la sua Pistola Celata e divenne mentore, ancora una volta.
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| 43 - MASYAF / / SIRIA / / 1257 - LA MORTE DI ALTAÏR
Avendo mandato via i fratelli Polo e suo figlio Darim durante l'assedio mongolo di Masyaf, Altaïr chiuse se stesso insieme alla Mela dell'Eden in una biblioteca sotto il castello. Prima di morire, registrò un ultimo ricordo sul sesto Sigillo.
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