ROMA
Capitolo 1: FIORA CAVAZZA


Protagonista: Fiora Cavazza
Ambientazione: Roma, Italia
Periodo storico: 1497 - 1503 d.C.




Video introduttivo del capitolo: "Ti preghiamo di attendere un momento mentre sincronizziamo il DDS. Potresti ritrovarti a sognare ad occhi aperti più spesso ed a dormire di meno. Questo è un effetto collaterale normale del programma. Molti dei più grandi nomi di Roma passavano il loro tempo libero indulgendo nei suoi molteplici bordelli. Erano centri di informazione ideali per chi era desideroso di scalare la scala sociale. Fiora Cavazza era una cortigiana di questo tipo. Indaga i suoi contatti; scopri chi conosceva, e quello che ha fatto con tale conoscenza".





Primo gruppo di ricordi – LE PERSONE CHE CONOSCI


La Rosa in Fiore pullula di clienti, per lo più disgustosi. Madonna Solari ci incoraggia ad attrarre, a incoraggiare, a sedurre, a fare tutto il necessario. I potenti sono pronti a spendere per una notte di follia e in questo siamo insuperabili. Roma abbonda di ricchi gaudenti e gli affari vanno a gonfie vele.


Ricordo 1 – CON LE BUONE MANIERE
La sozzura si annida nell'ombra. Il tanfo del marciume è mascherato dagli intensi profumi orientali. Il morbo è... infido. Madonna Solari caccia via qualsiasi ragazza manifesti dei sintomi, ma con tutti i clienti che provengono da ogni parte del mondo è impossibile vincere questa guerra. Eppure si continua a lavorare.

Questo sembra un tipo a posto, con qualche buona conoscenza. Ci scambiamo poesie. I suoi denti sporgono tanto che sembrano scappare dalla bocca, rendono il suo parlare confuso e a malapena comprendo ciò che mi dice. Per fortuna non sembra volermi baciare.

Un altro cliente. Ha un'eruzione cutanea sul petto, la pelle irritata è tutta squamata. Lo respingo, mi disgusta! Mi avvisano che potrebbe farmela pagare, è un militare di rango. Rido di lui.

Questo mercenario è aitante, ben vestito. Mi pagherà bene. Il suo volto è segnato da molte cicatrici, forse per questo le dame lo rifiutano. Invece io trovo che gli diano carattere. Inizia a svestirsi, faccio lo stesso anch'io.

Un'avventuriera! La invito a entrare. Le donne sono meno pericolose, anche se per loro è un rischio farsi vedere qui da noi. Lei è un'artista. Conosce bene almeno uno dei maestri, ma non mi rivela il suo nome. Sarà per la prossima volta.

Ho visto quest'uomo parlare fuori dalla sua chiesa. Si chiama Ristoro, è una bestia insaziabile che si fa beffe della sua tonaca. Tutti sappiamo che è al soldo dei Borgia, ma lo nega. Devo assecondare le sue perversioni.

Oggi nessuna novità, ma il mio compito richiede perseveranza. Devo solo trovarmi un "amico" potente e allora potrò dire addio a Madonna Solari e alla Rosa in Fiore. Non si tratta di ingratitudine: io sono un cibo prelibato servito alla mensa dei poveri.

Ricordo 2 - SCHERZARE COL FUOCO
Il Giubileo ha attirato a Roma gente d'ogni tipo. Ricchi, potenti. Oggi c'è un gruppo di clienti interessanti. Sfoggio il mio miglior sorriso, cammino ancheggiando. Forse oggi è il gran giorno.

Questo tale sostiene di essere un principe. Si è dato così tanto profumo da sovrastare il mio. Ha dedicato più tempo alla sua acconciatura di me. Ogni riccio sembra scolpito. Ogni pelo della barba è regolato e in ordine. Ogni parola che esce dalla sua bocca è scelta con altrettanta cura.

Chi trova un ambasciatore trova un tesoro! Questo arde dalla voglia di svelare i suoi segreti e io gli prometto discrezione assoluta. Dalla sua bocca fluiscono parole che valgono oro!

Intrattengo un banchiere di Firenze. Speravo in una lauta ricompensa, ma mi sbagliavo. Se non altro mi ha fatto conoscere alcuni dei suoi importanti amici.

Un accento marcato, che però non riconosco. Quest'uomo arriva da lontano: è qui per il Giubileo e vuole divertirsi, con me naturalmente. In cambio mi parla del suo paese ma anche dell'Italia. Le sue idee sono pericolose, ma a quanto pare molti uomini influenti di Roma sono del suo stesso parere.

Un'ora con un vero gentiluomo! Fa il carino, mi corteggia, poi inizia a farmi domande. Capisco! Sta giocando al mio stesso gioco. Ci scambiamo informazioni.

Oggi mi sono fatta degli amici. Ho ottenuto informazioni sulla buona società romana. Le altre ragazze sono invidiose: bene. Ho faticato per arrivare fin qui.

Ricordo 3 – LA RESA DEI CONTI
Stanotte devo accompagnare Santino, il fratello di Madonna Solari. Camminerà a braccetto con me e Lucia. È un uomo pericoloso, un ribaldo. All'inizio protesto, ma in breve capisco che le mie lamentele non porteranno a nulla.

Santino consegna denaro, o meglio, tangenti. È così discreto che non capisco chi siano gli uomini che incontra. Di chi si tratterà?

Siamo alle minacce. Santino sferra un pugno a un uomo! Fa domande e ottiene risposte. Parlano di rotte: che si tratti di commercio di schiavi?

Provo a interrogare Santino, ma risponde con una sberla! Lucia mi difende e le tocca la mia stessa sorte.

Santino ci dice di aspettare in un cortile e bussa a una porta. Nessuno risponde. La prende a calci, ma non accade nulla. Si mette a imprecare!

Ci fa giurare di tacere, anche se non sappiamo a cosa abbiamo assistito. Per farci paura Santino fa balenare la lama del suo pugnale. Io non mi lascio impressionare, ma Lucia scoppia in lacrime.

Ho solo una vaga idea di quali siano gli affari di Santino, ma lui trema vistosamente. Dietro la rabbia si legge la paura. Si è fatto dei nemici. Ci assicura che sua sorella saprà che lo abbiamo aiutato e poi se ne va. Appena volta l'angolo sputo a terra.

Ricordo 4 - IL SUO INGRESSO
Santino entra nella Rosa in Fiore. Ha un vistoso livido su una guancia. Un uomo ben vestito lo segue. Ha uno sguardo penetrante, è un nobile. Lo riconosco immediatamente: è Cesare Borgia! Esamina le ragazze una a una. I nostri sguardi si incontrano e mi sorride. Mi fa segno di avvicinarmi.

I Borgia sono corrotti. Tutti lo sanno, ma pochi ne parlano. Io non mi curo della morale. Come potrei, col mestiere che faccio? Inoltre subisco il suo fascino: sono subito pronta a obbedirgli.

Mi chiede della notte con Santino. Cerco di nascondere le mie supposizioni, ma non posso. Mi legge dentro. Alla fine gli rivelo i miei sospetti. Lui li conferma. Santino e sua sorella si sono addentrati in questioni più grandi di loro.

Cesare mi chiede dei miei clienti, dei Borgia soprattutto. Gli dico che non ho mai conosciuto nessuno con quel nome. Sorride. Ho passato l'esame.

Inizio a svestirmi, fin troppo desiderosa di compiacerlo. Mi ferma.

Cesare mi chiede che cosa voglio dalla vita. È il primo a farlo.

Cesare mi spiega la situazione. Per aver salva la vita, Madonna Solari e Santino gli hanno proposto di prendersi una ragazza. Me. Lascerò la Rosa in Fiore per vivere nel lusso, dovrò solo fingermi una cortigiana. Accetto. Non che abbia molta scelta del resto.





Secondo gruppo di ricordi – MERCATO NERO


Sono al servizio dei Borgia da sei anni. Ho visto cose orribili e ho visto cose meravigliose. Non mi pento di nulla, la guerra ha fatto il suo ingresso a Roma, si combatte per le strade, nel senato e nelle chiese. Cesare mi ha incaricato di coordinare il suo esercito di tenebra.

Ricordo 5 – IL PREZZO DELLA FEDE
Ho portato carne fresca per Fra' Ristoro. Ragazze ansiose di compiacerlo. In cambio lui ha pronti dei documenti riservati del clero e ninnoli da consegnare agli agenti di Cesare. Da che ho lasciato la Rosa in Fiore sono stata alla larga da quel verme. Spero mi abbia dimenticata.

Non degna le altre ragazze di uno sguardo. Punta verso di me e mi carezza una guancia. Dice che sono sempre stata la sua preferita. Gli sferro un calcio e lo avverto che incorrerà nell'ira di Cesare! Mugola di dolore.

Ristoro apre alcuni cassetti da cui estrae icone e altri oggetti sacri. Pensa che torneranno utili a Cesare per portare a termine il suo piano. Non ne sono convinta, ma li prendo.

Gonfio un po' la cifra richiesta da Cesare, per ricavarne qualche soldo. Merito una ricompensa anche solo per essermi avvicinata a quest'uomo spregevole.

Ristoro mi affida un plico di documenti. Dice che si tratta di indulgenze e pagamenti per i contatti di Cesare, con tanto di beneplacito della Chiesa. Mi chiedo perché quest'uomo goda di tanto potere.

Ristoro mi porge della paccottiglia sacra, roba da due soldi. Mi chiedo a che possa servire, ma la prendo comunque. Forse si sta facendo beffe di me.

Mentre faccio per andarmene, Ristoro prova a toccarmi. Le ragazze si mettono in mezzo, lo respingono tra mille risatine. Le aspetta una lunga notte. Mi dispiace abbandonarle alla sua mercé.

Ricordo 6 – UNA RAGAZZA IN GAMBA
Lia de Russo. Una trafficante. Non è puntuale, come al solito. Aspetto qualche minuto e faccio per andarmene. Sbuca all'improvviso e mi ferma. La seguo in una bottega chiusa che a quanto pare usa come magazzino.

Cerco di scambiare qualche parola con lei, ma non dimostra alcun interesse. Mi allunga degli oggetti imbrattati di sangue e sorride.

Non capisco perché Cesare voglia questi oggetti che sembrano scelti a caso.

Questo sì che è un tesoro! Non che a me serva, ma non riesco a immaginare da dove l'abbia preso. Ne sembra orgogliosa.

Come ha superato le guardie? Ma certo, le guardie obbediscono a Cesare! C'è qualcosa che questa ragazza non possa procurarsi?

La stanza puzza di morte e decomposizione. Non mi sorprenderebbe se dietro il bancone ci fosse il cadavere del proprietario.

Riesco a recuperare da Lia gli oggetti richiesti e le allungo qualche moneta. Lascia la mano aperta. Che ragazza sveglia! Le consegno il resto del denaro e schiocca la lingua in segno di disapprovazione. Aggiungo una mancia.

Ricordo 7 - … E LA BESTIA
Cesare ha assoldato un fabbro, Auguste Oberlin, armaiolo ed ex mercenario svizzero. Busso alla porta della sua bottega. Oh cielo, è un colosso! Poi inizia a parlare, e si rivela un uomo arguto e intelligente. Sono sorpresa.

Mi mette una mano sulla spalla mentre entro nella bottega. Mi pizzica! Poi mi offre da bere.

Mi mostra una selezione di armi comuni. Riferisco le richieste di Cesare e domando ad Auguste di consegnare le armi ai miei aiutanti che aspettano fuori.

Noto che una parete è ricoperta da piccoli disegni. In alto sono grezzi, poi via via diventano sempre più belli e rifiniti verso il basso. Auguste mi spiega che distribuisce volantini di propaganda dei Borgia a Roma. Sono stupita che mani così possenti possano tracciare linee così raffinate.

Auguste mi interroga sulle strane richieste di Cesare. Gli dico quello che so. Cesare ha assoldato molti noti inventori e ingegneri per ridisegnare delle armi da guerra. Per crearne di nuove.

La moglie del fabbro mi dice che sto abusando dell'ospitalità e mi incoraggia ad andarmene. Auguste la prende a male parole. Ringhiano come cani rabbiosi.

Auguste mi chiede di tornare a trovarlo. Sollevo l'ultima scatola di rifornimenti e varco la soglia. Gli prometto che ritornerò. Sua moglie mi lancia uno sguardo arcigno, per tutta risposta le faccio l'occhiolino.

Ricordo 8 – PEZZI DI RICAMBIO
Gaspar de la Croix. Inventore, tiratore scelto, uomo solitario. Mi fa paura, ma le sue capacità tecniche non hanno pari. La sua bottega è piccola ma ricolma di pezzi. Non è facile camminare senza inciampare nei suoi mille attrezzi.

Gaspar canta una canzone triste in francese. Nella sua voce vibra una nota di nostalgia. Ma per cosa? Aspetto che finisca di cantare prima di parlargli. Sobbalza, colto di sorpresa.

L'inventore sembra lontano, quasi non avverte la mia presenza. Gran parte dei pezzi che ha aggiustato sono già riposti nelle scatole.

Mi pone delle domande inquietanti. Ho mai visto morire qualcuno? La morte dipende dal destino, dal caso o è una scelta? Non so cosa rispondere.

Giocherella con una spada. La punta verso la vetrina polverosa. Guarda torvo le sagome delle persone che passano lungo la strada. Sospira. Riabbassa l'arma sul tavolo e si mette a ripararla.

Offro del denaro a Gaspar, ma rifiuta. In ogni modo lo lascio chino sul suo tavolo da lavoro.

Ringrazio Gaspar per il suo aiuto. Alza le spalle. È un uomo inquieto. Evito di passare davanti alla sua vetrina mentre mi allontano dalla bottega.





Terzo gruppo di ricordi – UN ESERCITO SOTTERRANEO


L’elenco dei misfatti commessi da Cesare si allunga, il suo scopo è scatenare la guerra tra le mura di Roma. Devo incontrare i suoi migliori soldati, coordinare i piani, provvedere ai rifornimenti. Devo studiare i suoi animali nel loro ambiente.

Ricordo 9 - BRACCIA A NOLO
Il condottiero Rocco Tiepolo assolda combattenti. Si vanta di disporre di mercenari e di tattiche inusuali. Si fa pagare molto, ma al Borgia non mancano certo i soldi. Quando arrivo mi sta già aspettando. La cena è in tavola, mi versa del vino.

Scelgo i mercenari segnati da tante cicatrici. Un chiaro segno di esperienza. Tiepolo obietta che tutti i suoi uomini hanno ucciso molti nemici. E i più bravi sono quelli con meno cicatrici.

Alcuni uomini sfoderano le armi, millantano le loro imprese. Uno sfoggio inutile. Preferisco chi tace, chi ha la faccia seria.

Tiepolo ordina a due mercenari di sfidarsi per intrattenermi durante la cena. Lo scontro è violento, in breve il sangue sgorga copioso da entrambi. Al termine del combattimento comunico a Tiepolo che non mi interessano i mercenari ammaccati. Ridiamo entrambi.

I mercenari mi chiedono dove combatteranno. Comunico loro che il campo di battaglia sarà probabilmente Roma. Rumoreggiano, ma Tiepolo li zittisce.

Tiepolo mi parla del suo passato glorioso: in decenni di guerre ha perso solo due battaglie, in cui non era al comando. Gli chiedo se è in vendita. Dice che Cesare dovrà pagare molto per averlo. Poi mi chiede se anch'io sono in vendita, ma gli rispondo che sono già stata comprata.

Tiepolo mi invita a rimanere. Vorrei, ma non posso. Mi porge un contratto firmato per ogni uomo che ho scelto e lo pago con una borsa del denaro di Cesare. I mercenari non vedono l'ora di combattere. Prometto loro che il momento arriverà presto.

Ricordo 10 – IL CAVALIERE IMPAVIDO
Donato Mancini è il miglior cavaliere al soldo di Cesare, forse migliore del suo stesso signore. I Borgia hanno organizzato una corsa privata oggi, al Circo Massimo. Devo corrompere Donato affinché lasci vincere Cesare e minacciarlo nel caso non volesse farlo.

Donato ha fiducia nelle sue capacità. Ha il pieno controllo del suo destriero mentre si avvicina per renderci omaggio. Faccio segno ai miei uomini di offrigli un dono: un'armatura splendente. Smonta e ordina ai suoi scudieri di aiutarlo a indossarla.

Riferisco le minacce di Cesare a Donato. Non è affatto sorpreso. Mi comunica che vincerà il migliore. Senza trucchi.

Mi siedo accanto a Lucrezia Borgia, che mi ignora. Mi ritiene un balocco di Cesare, il che forse è la verità. Ha inizio la gara! Cesare è in testa. Che sia lui il miglior cavaliere?

Donato rimonta, ma un uomo di Cesare l'ostacola. Sento Lucrezia mormorare fra sé. Si tratta di Teodoro Viscardi, uno scagnozzo di Cesare.

Teodoro sfodera una spada e punta verso Donato! Lui schiva e usa gli speroni per spronare il cavallo e superare sia Teodoro sia Cesare. La folla esulta! Ha vinto Donato! La sua parata sotto la nostra tribuna è accolta dal silenzio.

Cesare smonta e getta a terra l'elmo. Fa un gesto rivolto a me e io annuisco. I miei mercenari disarcionano Donato e lo gettano a terra. Lo picchiano con foga, lo umiliano! La folla ride, io no. So che è Donato il vero campione.

Ricordo 11 – MANI DI VELLUTO
Cesare mi incarica di incontrare i Cento Occhi, un gruppo di giovani ladri. Il loro capo è Lanz e Cesare lo ritiene responsabile di un attacco a un trasporto dei Borgia. Mi mostra le prove. Mi ordina di stringere un patto con quei ribaldi.

Incontro Lanz fuori da una chiesa, intento a contare del denaro rubato. Non mi guarda, ma sa che sono qui. Scaglio un pugnale dritto a terra, vicino ai suoi piedi. Spalanca gli occhi e si scusa: ha capito che vengo per conto dei Borgia.

Rivuole l'arma che ha perso durante la rapina, la rinfodera. Si offre di ridarci il denaro. Gli dico che dovrà fare ben altro: lui e i suoi dovranno servire Cesare.

Lanz dice di avere già speso il denaro, ma aggiunge che oggi ce ne ridarà una parte e che posso fidarmi di lui. Mi chiede di osservarlo mentre lavora... Se ci riesco.

Lo vedo urtare un mercante tra la folla. Prima che l'uomo si volti è già sparito. Poi è la volta di una nobildonna, quindi di un prete. La quinta vittima lo individua e chiama le guardie!

Una guardia a cavallo irrompe nella piazza e Lanz spinge la sua vittima sotto gli zoccoli. Il cavaliere cade a terra. Per un attimo perdo di vista Lanz, poi mi accorgo che è già quasi in cima all'edificio di fronte a me.

Prima che Lanz si allontani, controllo il contenuto delle mie tasche. Sembra tutto a posto. Penso che farà la consegna, ha paura di Cesare.

Ricordo 12 – RASATURA PERFETTA
Cesare ha assunto una spia molto abile, Baltasar da Silva. Si spaccia per barbiere, sebbene abbia sentito in giro che non è molto bravo. Insieme seguiamo alcuni nemici di Cesare, un gruppo di Assassini. C'è molto da imparare.

Cesare ha dato uno dei suoi senatori in pasto ai leoni. Si tratta di un uomo di spicco, ambizioso, notoriamente corrotto. Il senatore è sfuggito per miracolo a un assalto stamane, ma Cesare non intende proteggerlo. Lo seguiamo, in attesa che gli Assassini colpiscano ancora.

Il senatore resta in casa per tutta la settimana. Grazie a Baltasar, non si accorge di noi.

Finalmente il senatore si reca al mercato. Cammina spedito, si sente braccato. Si guarda intorno. All'improvviso, un'ombra: l'Assassino è sopra di noi!

L'Assassino salta! Atterra sul senatore e una lama sbuca dal suo polso. Trafigge la vittima al collo! L'uomo incappucciato mormora qualche parola e scompare. È impossibile seguirlo!

Baltasar sogghigna. Abbiamo fallito, ma ha scoperto dettagli importanti. Annota tutto.

Sebbene non siamo riusciti a seguire l'Assassino, abbiamo notato molte cose. La veste, la lama celata, la tecnica. Baltasar continuerà a tenere d'occhio questi uomini incappucciati e mi riferirà tutto.





Quarto gruppo di ricordi – STRANEZZE


Cesare ha radunato un esercito di balordi, di imbecilli. Mi chiedo se abbia davvero un piano per prendere Roma. Sembra che abbia aperto le gabbie e lasciato le sue belve libere per la città. Perché ha scelto me come domatrice?

RICORDO 13 – SUL PALCO
Ho a che fare con due veri buffoni! Cahin e Caha, francesi, fratello e sorella. Indossano costumi ridicoli, eppure adatti al tipo di rappresentazione che li attende. Il nostro bersaglio afferma di avere sangue blu nelle vene: starà ai due fratelli verificare di persona!

I buffoni danno inizio a uno spettacolo molto animato. Saltano, ballano, fingono di prendersi a pugni e infine entrambi rotolano a terra. Gli ospiti ridono!

Caha si esibisce in giochi di prestigio. Gli occhi sono fissi su di lei. Cahin si porta alle spalle della vittima senza che nessuno se ne accorga.

Sfodero un pugnale e aspetto il momento giusto. Mi chino verso l'ospite seduto accanto a me.

Cahin pugnala un uomo attraverso lo schienale della sedia! Prima si diffonde il caos, poi si scatena il panico! Caha conficca due dei suoi coltelli da esibizione nella gola di due ospiti!

L'ultima ospite rimasta fugge urlando! La inseguo e la immobilizzo su una sedia. Mi implora di risparmiarle la vita, ma se lo facessi perderei la mia. La uccido senza esitare.

Cahin esce ridendo. Caha inciampa su un candelabro prima di capitombolare alle sue spalle. Penso che siano completamente folli, ma anche così buffi!

RICORDO 14 – UMORISMO DA FORCA
Lo chiamano il Carnefice. Tutti pensano che i boia amino il proprio lavoro, è rassicurante pensarlo: sono "cattivi". Per questo indossano maschere, per non essere stigmatizzati dalla gente. Il Carnefice no: lui ama uccidere e ama indossare una maschera. Avverte il mio disgusto. E ne gode.

Il Carnefice ha avuto un bel da fare. Le esecuzioni sono così frequenti che c'è sempre meno pubblico. Solo qualche mendicante e un manipolo di guardie lo osservano preparare il prossimo cappio.

Gli porgo la lista dei condannati a morte di Cesare. La scorre rapidamente e alza gli occhi su di me. Mi dice che c'è anche il mio nome e fa brillare l'accetta! Rimango paralizzata. Sorride e getta a terra l'elenco. Mi spiega che non sa leggere.

L'uomo che stanno impiccando è un mio vecchio cliente. Un amico. Forse Cesare voleva farmi assistere alla sua morte?

Un uomo legato e incappucciato viene portato sulla forca. Implora il Carnefice, si proclama innocente. Il boia lo rassicura. Dice che è un bene che sia innocente, così andrà in Paradiso.

Inizia il suo spettacolo! Sorride agli astanti, mostra loro i pezzi che ha mozzato dai cadaveri dei condannati. Ho dei conati di vomito e lui mi deride!

Il mio tempo con il Carnefice è terminato. Capisco che si è trattato di un avvertimento da parte di Cesare. Ma questo mostro più che farmi paura mi disgusta.

RICORDO 15 – IL RAGNO
Silvestro Sabbatini: si spaccia per nobile, ma non è credibile. Non è che un ruffiano che mira a entrare nei circoli della buona società e per questo è infido. Cesare gli ha mozzato il braccio sinistro per averlo deluso. Io sono qui per offrirgli un risarcimento.

Sabbatini è come un ragno. All'interno di questo gruppo ognuno è una potenziale preda. Ha un sesto senso per la socialità, è sempre all'erta, con le orecchie tese. Io sono il nuovo insetto caduto nella sua rete. Mi scruta con la massima attenzione. Lo sento digrignare i denti.

Si avvicina, mi sorride in modo esagerato. Gli porgo il terribile braccio meccanico che gli ho portato.

Sabbatini mi porta in una stanza separata. Pensa che nessuno dei presenti abbia notato la sua mutilazione. Invece il braccio finto darà ancora più nell'occhio. In ogni modo, lo seguo.

Il braccio meccanico non gli piace, sebbene sia di fattura pregevole. Voleva più gioielli, più metalli preziosi. Mi offro di restituirlo a Cesare ma lui me lo strappa dalle mani!

Quel braccio è orribile, mette i brividi. Saggia il funzionamento degli artigli e così scopre il suo segreto: al centro spunta una lama! Un'arma davvero sinistra, mi chiedo se sia pratica da usare. Ma, in fondo, che m'importa?

Lascio Sabbatini ai suoi divertimenti. Si mette subito a sedere accanto a una giovane e attraente dama e mette in mostra il suo nuovo braccio. Lei indietreggia e si scosta, ma lui le pizzica la guancia con quell'arto mostruoso. Tremo di orrore!





Quinto gruppo di ricordi – IL CATTIVO MEDICO


Cesare vuole che incontri Malfatto, il cerusico omicida, anche se io non credo che sia un vero medico. Secondo me è solo un cacciatore di donne, un mostro. Cesare sta mettendo alla prova la mia lealtà, ma presto scoprirà che ha distrutto quel poco che ne rimaneva.

Ricordo 16 - GUSTO PER LA VIOLENZA
Nessun segno di Malfatto. Sono sola fra le strade desolate di una delle zone più malfamate di Roma. Ho fatto del mio meglio per restare nell'ombra, ma ho paura.

Sussurro il nome di Malfatto. Mi sembra così ridicolo, perché ho accettato di fare tutto questo?

Un urlo, grida di aiuto! La vittima dev'essere vicina, ma è facile perdersi in questo dedalo di vicoli.

Implora pietà! Prega che le risparmi la vita! Corro a perdifiato, ma non riesco a trovarla...

Ora singhiozza! Mi maledico per la mia superficialità: avrei dovuto studiare il distretto, memorizzarne la mappa!

Un guizzo alle mie spalle, poi di nuovo la quiete più assoluta. Che si tratti di Malfatto?

Un angolo poco illuminato. Si respira violenza nell'aria, anche se tutto sembra immobile. La vedo! Sembra una vecchia bambola, gettata via in un vicolo. Poi vedo il sangue, tanto sangue! Fuggo a gambe levate!

Ricordo 17 - TRAPPOLA PER TOPI
Cesare mi obbligherà a trovare Malfatto, anche se non voglio. Mi ucciderebbe altrimenti. Dopo aver visto ciò che quel mostro fa alle sue vittime, quei vicoli mi riempiono di paura. Quel che è peggio è che mi ha chiesto di indossare uno dei miei vecchi abiti da cortigiana, per attirare l'attenzione di quella bestia.

C'è poca gente in giro questa sera. Preferirei restare dove c'è qualcuno, ma Malfatto non si farebbe vivo. Devo restare da sola.

Una mano si posa sulla mia spalla! Urlo mentre mi volto, ma è solo un ubriaco che per poco non mi vomita sul vestito. Lo spingo a terra!

Sento i miei passi risuonare nel silenzio, il mio respiro farsi affannato. Sobbalzo a ogni rumore, a ogni fruscio, a ogni sussurro.

Vedo qualcosa nell'angolo! Uno scintillio su una lente, qualcosa che si muove. Il becco bianco lucente, è lui!

Malfatto si scaglia verso di me, ma io lo schivo. Grido il nome di Cesare, gli chiedo di ascoltarmi! Mi afferra e poi vede il documento che ho in mano. Esita un momento e poi lo prende.

Malfatto non legge il documento. Mi osserva da dietro la sua maschera sinistra. Fa un cenno con la testa e io indietreggio. Lui rimane immobile.

Ricordo 18 - VISITA A DOMICILIO
Ne ho abbastanza di Cesare e dei suoi scagnozzi. Voglio andarmene da Roma entro una settimana. Torno nel palazzo che Cesare ha disposto per me, così lussuoso ed eccessivo. Bevo per calmare i nervi, ma fatico ad addormentarmi.

Sento una puntura sul collo! Penso sia un insetto, faccio per scacciarlo, invece tocco qualcosa di duro: una siringa! Malfatto è nella mia stanza! Possibile che mi abbia... Oh cielo, avvelenato!
Rotolo dall'altra parte del letto e mi alzo. Fatico a reggermi in piedi! Annaspo fino al tavolo e afferro il mio ventaglio!

Malfatto è davanti a me, immobile. La siringa è caduta a terra. Aspetta che il veleno entri in circolo!

Apro il mio ventaglio e ne fuoriescono delle lame. Non posso vedergli il volto, ma dalla sua posizione capisco che ha paura! Non è abituato a vittime che si ribellano!

Mi scaglio su Malfatto, lo colpisco con violenza! Sbatte contro il muro e gli lacero la veste da cerusico. Sanguina! Basterà? La vista mi si annebbia...

La testa si fa pesante, le orecchie ronzano, crollo a terra! Malfatto, che cosa vuoi farmi?

Ricordo 19 – DILEGGIATA
Sono viva! Fatico a restare in equilibrio e a tenere gli occhi aperti. Malfatto è sparito ma ha lasciato una scia di sangue fino alla finestra. L'ho ferito gravemente! Cesare non mi proteggerà, devo rivolgermi ai suoi nemici. Cercare un accordo.

So che gli Assassini mi tengono d'occhio, tra loro ci sono ex clienti e amici. Anche noi li abbiamo studiati. La missione al fianco di Baltasar mi ha permesso di conoscere i loro metodi. Ora so come trovarli.

Il loro sistema di comunicazione è semplice: usano dei piccioni viaggiatori per consegnare messaggi. I tetti sono zona proibita, ma ho visto una delle guardie di Cesare lasciare missive nella colombaia. E altri Assassini raccoglierle.

Compilo una lista con i nomi degli agenti di Cesare. Tutti quelli che conosco, anche chi è stato gentile con me. Voglio solo ostacolarlo!

Come immaginavo, sorprendo la guardia traditrice mentre ripone delle lettere in una colombaia. Lo affronto. All'inizio nega ogni accusa, ma quando gli porgo una missiva da consegnare agli "uomini in bianco" acconsente a farlo.

Nella lettera, propongo agli Assassini di aiutarli a combattere Cesare in ogni modo. Sono gli unici a potermi proteggere dalla sua ira. Trascorro il resto del giorno in giro tra la folla, all'aperto. Se vogliono trovarmi, ci riusciranno.

Francesco Vecellio, il giovane pittore. Non l'avrei mai immaginato. Mi dice che la lista è stata consegnata a qualcuno di affidabile, che presto non avrò più motivo di preoccuparmi. Ma aggiunge che il mio lavoro è solo all'inizio.





Sesto gruppo di ricordi – CHI SEMINA VENTO…


Gli assassini mi hanno permesso di seguirli, ma mi chiedono di restare a distanza mentre si occupano degli agenti di Cesare elencati nella mia lista. Voglio vederli morire, devo sapere quando il lavoro sarà terminato.

Ricordo 20 – LICENZIATI
Non desidero la morte di Rocco Tiepolo, ma gran parte dell'esercito di Cesare è al suo comando. Non possiamo comprarlo, costerebbe troppo, quindi non ci lascia altra scelta.

I mercenari che si addestrano all'esterno vengono liquidati in un attimo. Gli Assassini concentrano su di loro un fuoco di frecce e quasi ogni dardo va a segno!

Altri mercenari in armatura pesante irrompono dalle arene d'addestramento. Gli Assassini si avvicinano, la loro velocità è impareggiabile! Attaccano a coppie per sfruttare la lentezza dei mercenari. Anche questa seconda ondata viene spazzata via facilmente.

Gli Assassini aspettano prima di entrare nell'edificio. Mi fanno cenno di seguirli.

Mi chiedono di elencare le difese dell'edificio. Indico loro i muri e spiego cosa li aspetta dietro di essi. Prima ancora che io abbia finito di parlare stanno già avanzando!

I veterani sono schierati al fianco di Rocco: sono in minoranza, comunque riescono a uccidere due dei nostri prima di soccombere!

Rocco vibra fendenti con un misero spadino contro una decina di Assassini. Sa di avere perso, eppure sorride. Questa è la fine gloriosa che si auspicava e gli Assassini non gliela negheranno!

Ricordo 21 – NIENTE BIS
Troviamo i buffoni che danno spettacolo in strada. Stanno eseguendo una danza comica, accompagnati da un musico che strimpella uno strumento scordato. Sono talmente presi dalla loro esibizione che non si accorgono delle facce nuove tra il pubblico.

Gli Assassini si infiltrano nella folla: in breve tra il pubblico si contano molti cappucci bianchi.

Caha ruota su se stessa e getta fra la folla una bomba fumogena! Alcuni Assassini soffocano, altri superano la cortina di fumo e si lanciano all'inseguimento! Apro il mio ventaglio per disperdere la folla.

La folla si disperde e Cahin cerca di scappare, ma non ci riesce: un Assassino gli blocca il passo! Sfodera un piccolo pugnale, poca cosa contro vere spade. La sua agilità gli permette di sfuggire per un po' ai suoi nemici, riesce persino a ferire al volto uno di loro, ma ben presto crolla con quattro lame conficcate nel ventre.

Caha grida il nome del fratello. Si volta verso di noi e sfodera i suoi pugnali. Ne scaglia uno verso di me!

Gli Assassini si fermano: si stanno divertendo! Devio il fendente di Caha con il ventaglio e la ferisco al braccio! Lascia cadere l'arma! Mi tempesta di pugni e calci, ricevendo un taglio profondo a ogni attacco. Alla fine cede e crolla sul cadavere del fratello.

Caha culla il corpo del fratello. Gli toglie la maschera e gli accarezza la guancia. Non si accorge dell'Assassino che si sta avvicinando alle sue spalle. Non lo sente tendere l'arco né scoccare la freccia che le si conficca nel cranio.

Ricordo 22 – ACCERCHIATO
Gli Assassini puntano alla bottega da barbiere di Baltasar, ma si tratta di un'esca. Rivelo loro dove si trova il suo vero nascondiglio, poco distante. Non sarà facile tendergli un'imboscata.

Gli Assassini cercano di evitare la prima trappola. Aprono il portone e si allontanano in fretta: un'esplosione distrugge il pesante stipite! Non avevo mai visto nulla del genere.

L'interno è vuoto. Cerchiamo porte segrete. Una botola sul soffitto! Cela una scala che conduce nel sottotetto.

Un Assassino si avventura nella soffitta. Sentiamo un sibilare di pugnali, un clangore di lame e infine un urlo!

Il ferito viene riportato al piano di sotto. Ha il volto arrossato, gli occhi che lacrimano. Ha attaccato un uomo acquattato in un angolo, al buio. Non era che un fantoccio, imbottito di polvere urticante! Ne sentiamo l'odore acre.

Guardo fuori dalla finestra alle mie spalle: Baltasar è là fuori, ha in mano una fiaccola! Rimane sorpreso nel vedermi. Dà fuoco all'edificio!

Fuggiamo dall'edificio! Riusciamo a raggiungere la strada prima che l'incendio appiccato da Baltasar ci lambisca. La spia è svanita: dubito che abbia lasciato Roma, si sta divertendo.

Ricordo 23 – BERSAGLIO MOBILE
Baltasar è fuggito, ma non posso lasciarlo in vita. Insieme abbiamo spiato gli Assassini e so ben più di quanto lui immagini, dunque devo essere eliminata. Del resto potrebbe avere già informato Cesare del mio tradimento, scatenando su di me la furia dei Borgia. Devo rintracciarlo!

Tengo d'occhio la bottega di Baltasar. Non penso che ritorni, ma non si sa mai: potrebbe aver dimenticato qualcosa. Scende la notte. Se anche tornasse ora, non lo vedrei.

Resta ben poco del suo nascondiglio, ma cerco fra le macerie qualsiasi indizio che mi conduca a Baltasar. Trovo una lettera intatta.

Istruzioni. Baltasar dice di ammirarmi, vuole che ci incontriamo per discutere. Per giungere a un accordo.

Arrivo a un magazzino e guardo dentro. Vedo solo Baltasar, seduto a un tavolo. Mi dà il benvenuto, poi inizia a fare supposizioni su cosa mi abbia spinto a tradire. Ha ragione su quasi tutto. Non ha detto a Cesare del mio tradimento. Che figura ci farebbe la sua spia di fiducia? Nemmeno lui se n'era accorto.

Mi domanda scusa. Da dietro alcune casse sbucano diversi uomini armati di fucile. Puntano verso di me e io mi copro il volto.

Mi preparo a sentire i proiettili nelle mie carni, ma non accade nulla! Riapro gli occhi. Baltasar è morto, giace riverso sul tavolo! Anche i suoi uomini sono a terra, uccisi da frecce. Ringrazio in cuor mio gli Assassini!

Ricordo 24 – FACILE BERSAGLIO
Io e Baltasar abbiamo addestrato il Lupo. Si veste come i suoi nemici, usa le loro strane armi, adotta le loro tecniche. Si tratta di un'imitazione davvero riuscita. Ora che Baltasar è morto, il Lupo è l'unico che può farmi collegare alle uccisioni perpetrate dagli Assassini.

Abbiamo stabilito un segnale: un simbolo appeso sulla statua di Pasquino. Ci vedremo al molo al tramonto.

Odo un grido, poi un tonfo in acqua! Il Lupo ha sfoderato la sua lama da polso. Rispetto a un vero Assassino è goffo, ma il sangue sulla lama dimostra che è abile. Mi dice che qualcuno mi stava seguendo. Ora non più.

Il Lupo mi chiede perché l'ho chiamato. Gli indico una nave ormeggiata a una certa distanza. Gli dico che a bordo c'è un bersaglio di Cesare. Bugie. Scruta la nave e considera i dettagli della missione: come può salire a bordo senza farsi vedere?

Apro il mio ventaglio e lo ferisco alla schiena. Risponde con una gomitata, arretro con il naso sanguinante! Le sue lame simili ad artigli sono pronte a colpire, avanza per uccidermi!

Corre verso di me! Io mi abbasso e gli sferro un calcio sugli stinchi. Cade a terra, ma si rialza con grande agilità! Sfodera uno stocco, sono alla sua mercé. Ancora un momento, avanti, entra in circolo!

Crolla a terra e vomita! Il suo corpo trema. Mi maledice, mi chiede perché. Non gli rispondo. Una volta che il veleno ha fatto effetto, faccio scivolare il suo cadavere in acqua. Non ci sono testimoni, posso allontanarmi indisturbata dalla banchina.





Settimo gruppo (segreto) di ricordi – NON DAVANTI AL BAMBINO


Non ho mai visto papà così arrabbiato. Rompe tre piatti e lancia via il suo bicchiere. Dice che ha comprato degli uomini ma dei Sassini li hanno uccisi. Gli chiedo cos’è un Sassino ma non mi risponde.

Ricordo (segreto) 25 – IN TRAPPOLA
Papà chiede a Fiora di cenare con lui, ma è arrabbiato con lei: dice che è bugiarda. Io dico che è bella, ma lui dice che è comunque una bugiarda.

Papà mi dice di uscire, ma io sbircio da dietro l'angolo. Non è più arrabbiato. La fa sedere, le riempie il bicchiere di vino. Tutti e due sorridono.

Parlano degli amici di papà che sono stati uccisi. Lei sembra stupita.

Papà chiede dei Sassini. Lei dice che li spia, come lui le ha chiesto.

Consus è vicino a me e osserva. Non parla molto. Papà mi dice che non esiste, ma io lo vedo.

Fiora non beve il vino. Papà chiede se si fida di lui. Lei gli chiede se si fida di lei. Lui risponde di no.

Iniziano a litigare. La gente sta zitta quando papà si arrabbia, Fiora invece urla più forte. Consus mi dice di uscire, io obbedisco.

Ricordo (segreto) 26 – CHI FA DA SE’…
Non riesco a dormire. Il nonno dice che penso troppo. Dice che papà, che è suo figlio, era come me da piccolo. Stanotte però qualcun altro è sveglio. Sento dei passi al piano di sotto.

La vedo all'ingresso. Dietro di lei c'è una finestra aperta. Lei non mi ha visto però.

Fiora cammina nei corridoi. Cosa cerca? Entra nello studio.

Apre i cassetti e gli scrigni di papà. Lo faccio anch'io quando lui non c'è, ma dentro non c'è niente con cui giocare.

Picchietta sui muri, ma piano, quasi non si sente. Vorrei giocare con lei a questo gioco, ma non voglio finire nei guai. Aspetto.

Guarda sotto il tappeto. Mi piego per sbirciare. Io non avevo mai guardato lì sotto! Ma non c'è niente.

Chiedo a Consus se Fiora vuole uccidere papà. Lui dice di no, dice che è qui per la Mela.

Ricordo (segreto) 27 – IL DESTINO
Lascio Fiora e corro verso la Mela. Il nonno la tiene nella sua biblioteca. Tolgo il panno che la copre e la Mela luccica! Sento Fiora nel corridoio.

Fiora mi vede. Mi chiede di darle la Mela. Le chiedo se possiamo giocarci insieme.

Consus mi dice di darle la Mela. Io rido e dico a Fiora che prima deve prendermi!

Corro e la Mela illumina il corridoio! Canta anche! Fiora mi ordina di fermarmi.

Papà si è svegliato, sento aprirsi la porta della sua stanza. Mi chiama. Fiora cerca di togliermi di mano la Mela, ma luccica ancora di più quando si avvicina! Lei rimane immobile, sembra avere paura. Ma forse è un gioco!

Dico il suo nome, ma lei non risponde. La tiro per un braccio ma lei mi spinge via. Si mette a urlare!

Papà vede Fiora, immobile. Ride. Mi toglie la Mela di mano e mi dice di uscire. Ho paura. Gli chiedo se le farà del male. Lui risponde di sì.








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