Intervista con Sarah Schachner
Tradotto da: Stefania


Assassin's Creed Unity è sicuramente stato un gioco controverso ma c'è un aspetto su cui tutti i fan sembrano essere sempre d'accordo, ovvero la colonna sonora dei vari capitoli. Dai toni arabeggianti alle melodie rinascimentali fino alle recenti note piratesche, la colonna sonora è sempre stata importante sia per contestualizzare l'ambiente storico sia per evidenziare i momenti topici della saga di Assassin's Creed. Lo stesso si può dire per Assassin's Creed Unity ed è per questo che siamo così felici di condividere con tutti i fan questa intervista scritta che abbiamo realizzato con Sarah Schachner, una dei compositori della colonna sonora del gioco.

Senza ulteriori indugi, vi lasciamo all'intervista!

Interview with Sarah Schachner


D: Allora, inizieremo con una domanda abbastanza standard! Nella tua formazione hai avuto dei punti di riferimento sicuramente? Quali sono stati gli artisti che ti hanno ispirata e che ti ispirano tutt’ora?

R: I miei genitori mi hanno fatto conoscere i Beatles quando avevo solo pochi anni e da quel momento mi sono sentita attratta dalla musica melodica. Per quel che riguarda i compositori dei film, Thomas Newman, Ennio Morricone, Clint Mansell, e il primo Hans Zimmer hanno avuto un grande impatto su di me mentre crescevo, ma ho tratto ispirazione da qualsiasi tipo di musica. Adoro l’elettronica quindi mi tengo sempre informata su quel che accade in quel mondo.


D: Cosa significa per te studiare musica, composizione? Provieni da una famiglia di musicisti, giusto? E’ stato quindi un percorso “naturale” per te?

R: Ho cominciato a suonare il pianoforte e il violino quando ero piccola e ho suonato in una band di famiglia con mio papà e mia sorella, quindi la musica è sempre stata una parte importante della mia vita. E’ una di quelle cose per cui non sento che ci sia stato un momento specifico in cui ho scelto questo percorso. Non riuscivo ad immaginare di fare qualcos’altro al di fuori della musica, quindi nella mia testa non c’erano altre opzioni.


D: Dal tuo canale Youtube di evince che hai una discreta passione per i videogiochi. Sei una videogiocatrice? Pensi che il videogioco possa rientrare, allo stato attuale, fra le forme d’arte?

R: Non penso che potrei divertirmi a lavorare sui videogiochi se non li considerassi una forma d’arte. E’ decisamente incredibile quanto lontano siano arrivati negli ultimi 10 anni. Sono cresciuta giocando con il Sega e il Nintendo 64, ma non mi sono mai considerata una videogiocatrice, anche se sicuramente i videogiochi mi piacciono.


D: Nel tuo curriculum, come abbiamo accennato prima, possiamo vedere come si alternino produzioni cinematografiche e videoludiche. Quali sono le differenze, se vi sono, fra il comporre una musica per un film e per un videogioco?

R: Sono sicuramente due cose differenti. Film e TV sono simili, devi comporre per una storia lineare, ma i videogiochi sono interattivi e imprevedibili. La musica deve essere in grado di fare un loop e fermarsi e ricominciare in qualsiasi punto, controllata da un software che reagisce a quello che fa il giocatore. E’ un continuo saltellare all’interno del pezzo. Un movimento imprevedibile come quello non è molto musicale. Con i giochi, anche se acquisisci una certa libertà musicale componendo quasi esclusivamente lontano dall’immagine, devi cercare modi creativi di lavorare all’interno dei vincoli inusuali imposti da software interattivi.


D: La colonna sonora di AC:Unity è veramente un’opera imponente, parliamo di più di 50 tracce suddivise in due CD. Per questo lavoro hai collaborato con un altro compositore, Chris Tilton. Ci puoi descrivere come si districa nel tempo una collaborazione fra compositori sulla stessa opera?

A: A dir la verità non abbiamo collaborato musicalmente. Ubisoft voleva che ci concentrassimo su aree specifiche del gioco. Chris si è occupato principalmente della storyline del single player e io ho lavorato sulla maggior parte del combattimento sistemico e le missioni cooperative.


Chris Tilton
D: Nel tuo lavoro per la OST di Unity, condiviso con Chris Tilton, hai condiviso con quest'ultimo qualche leitmotiv o qualche particolare tema musicale che collega i vostri lavori?

R: Nessuno di noi ha usato dei motivi che appartenevano all’altro. Volevano che ci occupassimo ognuno delle proprie cose. Tuttavia Ubisoft ha chiesto ad entrambi di incorporare la traccia Ezio’s Family in maniera sottile (fa una breve apparizione in Dark Slayer nel volume 2 della mia soundtrack).


D: In cosa sono diversi il tuo lavoro e quello di Chris Tilton?

R: Anche se le nostre soundtrack sono piuttosto diverse, penso che si completino a vicenda. Il lavoro di Chris racconta principalmente la narrativa personale di Arno e si rivolge alla storia nella sua ampiezza. La maggior parte della mia colonna sonora ha funzioni specifiche, sistemiche - molta azione e combattimento con una maggiore enfasi sulle influenze musicali francesi e il periodo storico al fine di creare un’atmosfera storica per il giocatore.


D: Una traccia del tuo lavoro ci ha colpito molto. “Rather death than slavery” arriva all’orecchio dell’ascoltatore come una rivisitazione della “marsigliese”. Questa è un esempio di come la colonna sonora verta su toni molto più cupi, se confrontata a quelle passate. Come mai questa scelta? Hai voluto calcare maggiormente sull’orrore della ghigliottina e del periodo del Terrore?

R: Sì, esattamente. Questa traccia parla più al cuore della rivoluzione che al percorso specifico di Arno. E’ fatta per il contesto storico. “La Marsigliese,” nella sua forma originale è un inno super patriottico, che quasi maschera il dolore e la lotta a cui si rivolge il testo. Inserire quella melodia in un contesto musicale completamente diverso ha creato un contrasto interessante.


D: Il tuo lavoro colpisce l’orecchio dei nostalgici e dei vecchi fan della saga poiché alterni un tipo di musica ricercata, orchestrale e storicamente ricercata, a tonalità maggiormente dirottate sull’elettronica. Cosa ti ha portato di più su questa stilistica? Volevi riportare le atmosfere dei primi capitoli?

R: In un certo senso sì, è più in linea con i primi giochi della saga. Black Flag è stato un prodotto un po’ diverso per via dell’argomento trattato. L’avventura di un pirata nei Caraibi si presta naturalmente ad un’atmosfera leggera e più altisonante rispetto ai precedenti Assassin’s Creed. Con la Rivoluzione Francese siamo stati in grado di tornare ad atmosfere più cupe e seriose; e stavolta il periodo storico è definito da orchestrazioni precise e abbellite. L’elemento ibrido dell’elettronica è sempre parte della musica di Assassin’s Creed, ma non era molto un punto focale in Black Flag. E’ stato bello reinserirlo.


D: Ti è piaciuto lavorare alla colonna sonora di AC Unity? Ubisoft ti ha dato completa libertà?

R: Assolutamente! E’ stata una sfida unica ed eccitante l’incorporare musica classica/barocca in un video game. Immergersi in un periodo storico e farlo proprio è divertentissimo. E’ fantastico lavorare con Ubisoft perché ti viene concessa la necessaria libertà per lavorare. Sono sempre molto chiari per quel che riguarda la funzione che desiderano che la musica abbia, ma lasciano che sia tu a capire come ottenere musicalmente quel risultato.


D: Ultima cosa, possiamo sperare di vederti ancora lavorare per i futuri Assassin’s Creed?

R: Questo dovete chiederlo a Ubisoft.



Con quest'ultima domanda termina la nostra intervista. Ringraziamo moltissimo Sarah Schachner per la sua disponibilità e, dopo aver ascoltato il suo lavoro, speriamo di sentire presto un'altra delle sue colonne sonore.





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