Assassin's Creed Initiates: Il Rivoluzionario - La Storia di Connor
Tradotto da: Stefania
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| 1- FIRENZE // ITALIA // 1459-06-24 - LA NASCITA DI EZIO
Ezio Auditore nacque in una nobile famiglia fiorentina. Era il secondogenito del banchiere dei Medici, Giovanni Auditore, e di sua moglie Maria. Dopo un parto difficile, si sospettò che il bambino fosse nato morto, ma suo padre, invocando l’innata combattività degli Auditore, incoraggiò il neonato a fare il suo primo respiro. Il piccolo all’inizio ebbe qualche difficoltà, ma poi emise il suo primo vagito.
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| 2- FIRENZE // ITALIA // 1476-12-26 - SON RAGAZZI
Una sera Ezio, un giovane orgoglioso e ribelle proveniente da una facoltosa famiglia di banchieri, radunò un gruppo di amici e alleati. Fece un discorso nel quale denunciò che Vieri de’ Pazzi, un altro giovane appartenente ad una famiglia di banchieri rivale, stava infangando il nome della sua famiglia. L’intervento fu interrotto dall’arrivo di Vieri e della sua banda di sgherri. Dopo uno scambio di frecciatine, Vieri lanciò una pietra che colpì Ezio sul labbro, dando inizio ad una rissa. Ezio e i suoi compari riuscirono a costringere gli scagnozzi di Vieri alla ritirata, grazie in parte anche al provvidenziale arrivo del fratello maggiore di Ezio, Frederico.
Vedendo che il suo fratellino aveva un taglio sul labbro, Frederico spronò Ezio a rubare del denaro ad alcuni dei delinquenti che erano rimasti a terra per farsi curare da un medico.
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| 3- FIRENZE // ITALIA // 1476-12-26 - RIVALITÀ TRA FRATELLI
Mentre Ezio e suo fratello Frederico tornavano a casa dopo una scazzottata con Vieri de' Pazzi e i suoi scagnozzi, i fratelli si sfidarono ad una corsa fino alla sommità della chiesa della Santa Trinità. All’inizio Ezio aveva difficoltà a tenere testa al fratello, ma alla fine riuscì a batterlo. Mentre ammiravano il panorama attorno a loro, i fratelli rifletterono sulla bella vita che stavano conducendo.
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| 4- FIRENZE // ITALIA // 1476-12-27 - BERRETTO DA NOTTE
Dopo aver battuto il fratello Frederico in una gara fino alla cima della chiesa della Santa Trinità, Ezio decise di posticipare il suo ritorno a casa per fare una visita notturna a Cristina Vespucci, la sua fiamma di allora.
Dopo aver passato alcune ore tra le braccia della sua amata, Ezio fu scacciato via dal padre di Cristina, Antonio Vespucci. Le sue urla di rabbia spinsero un gruppo di guardie ad inseguire Ezio per le vie di Firenze. Riuscì a seminarli arrampicandosi in cima ad un edificio e standosene tranquillo per un po’. Poi si diresse sano e salvo verso casa.
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| 5- FIRENZE // ITALIA // 1476-12-28 - QUESTIONI DI FAMIGLIA
Dopo una notte piuttosto movimentata, Ezio incontrò il padre Giovanni Auditore aspettandosi di essere rimproverato per il suo comportamento. Sorprendentemente suo padre fu indulgente con lui e si abbandonò ai ricordi della sua giovinezza prima di mandare il figlio a consegnare una lettera a Lorenzo de' Medici. Ezio venne a sapere da un servitore che de' Medici era fuori città, quindi tornò indietro. Mentre rientrava nell’ufficio del padre, lo trovò a parlare con il Gonfaloniere Uberto Alberti, un amico di Giovanni. Dopo un cordiale scambio di saluti, Giovanni invitò il figlio ad andare a parlare con il resto della famiglia fino a che non lo avesse richiamato.
La sorella di Ezio gli raccontò con aria imbronciata della sua relazione con Duccio De Luca, che sospettava le fosse infedele. Ezio le promise che gli avrebbe parlato e andò a cercalo. Trovò De Luca mentre corteggiava con ardore un’altra donna. Ezio si avvicinò, volarono insulti e lo picchiò, avvertendo De Luca di stare lontano da sua sorella.
Mentre tornava a casa Ezio incontrò il suo fratellino Petruccio, che era di salute cagionevole. Mentre lo rimproverava gentilmente per essere uscito dal letto, Petruccio gli chiese di portargli alcune piume d’aquila sparse per i tetti lì attorno. Quando Ezio gli chiese a cosa gli servissero, suo fratello si rifiutò di dirglielo. Ezio, accontentandolo, gli promise che avrebbe raccolto le piume, ma in cambio Petruccio avrebbe dovuto tornare immediatamente a letto. Lui accettò ed Ezio recuperò le piume come promesso. Una volta che gliele ebbe consegnate, Petruccio gli promise che a tempo debito gli avrebbe rivelato a cosa gli servivano.
La madre di Ezio, Maria Auditore, chiese a suo figlio di accompagnarla a fare delle commissioni. Mentre i due discutevano delle “imprese” notturne di Ezio, la donna gli rivelò che Francesco de' Pazzi era stato arrestato per omicidio. Dopo una breve camminata, Maria condusse Ezio allo studio di Leonardo da Vinci per ritirare dei dipinti per villa Auditore. Maria fece conoscere i due giovani prima di far tornare Ezio a casa con i dipinti.
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| 6- FIRENZE // ITALIA // 1476-12-28 - RECLUSO
Confuso dall’arresto del padre e dei fratelli, Ezio Auditore scalò Palazzo Vecchio, sperando di riuscire a parlare con loro. Una volta raggiunta la cella in cima alla torre, Giovanni spronò il figlio a tornare a casa e trovare un forziere nel suo studio. Per provare l’innocenza della sua famiglia, Ezio avrebbe dovuto prendere i documenti dentro al forziere e portarli all’amico di Giovanni e Gonfaloniere di Firenze Uberto Alberti.
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| 7- FIRENZE // ITALIA // 1476-12-28 - CIMELI DI FAMIGLIA
Seguendo le istruzioni di suo padre, Ezio tornò di corsa alla casa di famiglia. Dopo essersi disfatto delle guardie meglio che poteva, tornò all’ufficio del padre. Lì, usando il suo innato talento nel trovare oggetti nascosti, trovò la stanza segreta di Giovanni. All’interno trovò il forziere che conteneva la lettera e i documenti che avrebbe dovuto portare al Gonfaloniere Uberto Alberti.
Trovò anche un vestito con un cappuccio riccamente decorato, una spada, una pergamena, un parabraccio di cuoio e una lama spezzata collegata ad uno strano meccanismo. Ezio indossò il vestito, prese la spada, ripose il resto ed uscì per portare i documenti ad Uberto.
Non appena uscì di casa fu assalito da due guardie armate di spade. Annunciarono le loro letali intenzioni, costringendo così Ezio ad ucciderli. Arrivò finalmente alla casa del Gonfaloniere e, senza fiato, parlò ad Alberti della situazione in cui si trovava la sua famiglia. Mentre riceveva da Ezio i documenti, il Gonfaloniere gli assicurò che era tutto un equivoco e che se ne sarebbe occupato la mattina dopo. Gli spiegò che i documenti contenevano le prove di un complotto ai danni della famiglia Auditore e dell’intera Firenze. Promise ad Ezio che li avrebbe presentati la mattina seguente durante l’udienza della sua famiglia in Piazza.
Mentre scendeva la notte, Ezio si recò alla casa della sua amata, Cristina Vespucci. Quando lo fece entrare nella sua stanza, Ezio le confessò tutto e le consegnò la lama spezzata e il rotolo di pergamena. Passò la notte con lei, attendendo il mattino.
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| 8- FIRENZE // ITALIA // 1476-12-29 - L’ULTIMO RIMASTO
Il giorno dopo l’arresto di suo padre e dei suoi fratelli per tradimento, Ezio si diresse verso Piazza della Signoria. Fu sorpreso di trovare una folla di persone che si accalcava attorno a un patibolo. Su di esso c’erano suo padre e i suoi fratelli, in catene e con dei cappi attorno al collo. Il Gonfaloniere Uberto Alberti accusò Giovanni Auditore e i suo “complici” di tradimento e chiese se avesse prove della sua innocenza. Giovanni rispose che suo figlio Ezio le aveva date ad Uberto la sera prima. Fingendo di non saperne nulla, Uberto li condanno tutti e tre all’impiccagione. Prima che Ezio potesse reagire, il boia fece scattare le botole, facendoli precipitare.
Mentre Ezio correva verso il patibolo, urlando di paura e rabbia, Uberto lo accusò di essere anch’egli un traditore ed ordinò alle guardie di ucciderlo. Ezio sfoderò la sua spada, ma una guardia pesantemente corazzato lo disarmò e le altre si strinsero attorno a lui. Disarmato, Ezio non poté fare altro che fuggire, ormai un uomo ricercato.
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| 9- FIRENZE // ITALIA // 1476-12-29 - GLI ULTIMI RITUALI
La sera stessa del giorno in cui suo padre e i suoi fratelli erano stati falsamente accusati di tradimento e pubblicamente impiccati, Ezio si recò da Cristina Vespucci per recuperare la borsa che conteneva la lama celata spezzata e il rotolo di pergamena che aveva preso nella stanza segreta di suo padre. Deciso a garantire una sepoltura decente a suo padre e ai suoi fratelli, chiese a Cristina di seguirlo in esilio col resto della sua famiglia. Combattuta tra l’amore per Ezio e i suoi doveri verso la sua famiglia, Cristina rifiutò. I due amanti si separarono.
Ezio tornò in Piazza della Signoria dove si trovavano i corpi del padre e dei fratelli. Stando attento a non svegliare le guardie, recuperò i corpi e si recò al fiume vicino. Preparò una pira funebre su una barca e le diede fuoco, osservandola mentre veniva trasportata lentamente dalla corrente verso il mare.
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| 10- FIRENZE // ITALIA // 1476-12-29 - ADATTAMENTO
Subito dopo l'esecuzione di suo padre e dei suoi fratelli, un angosciato Ezio Auditore si incontrò con Annetta, la domestica della sua famiglia. Gli disse che sua madre e sua sorella erano al sicuro e si nascondevano in un bordello gestito da sua sorella Paola, La Rosa Colta. Anche se Ezio voleva dare immediatamente la caccia ad Uberto Alberti per vendicarsi, Paola riuscì a fermarlo. Insistette affinché accettasse di farsi insegnare le abilità necessarie ad evitare di essere individuato prima di lasciarlo andare per la sua strada. Gli insegnò come mischiarsi alla folla e borseggiare i passanti.
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| 11- FIRENZE // ITALIA // 1476-12-30 - L’ASSO NELLA MANICA
Quando Ezio ebbe padroneggiato l’arte di nascondersi alla vista e muoversi senza farsi vedere, Paola, un’alleata della famiglia Auditore e proprietaria de La Rosa Colta, gli restituì la lama spezzata che gli aveva rubato. Gli consiglio di recarsi al laboratorio di Leonardo da Vinci per farla riparare. Prima di andarsene Ezio chiese a Paola perché l’avesse aiutato, visto che era un estraneo. Mostrandogli delle orrende cicatrici sul braccio destro, disse che anche lei sapeva cosa voleva dire essere traditi.
Una volta giunto al laboratorio di da Vinci, Ezio gli consegnò la lama spezzata e il parabraccio insieme alla pergamena cifrata. Leonardo decifrò il cartiglio e riparò l’arma. Mentre Ezio stava per andare a vendicarsi, i due furono interrotti da una guardia prepotente che minacciò e colpì da Vinci per obbligarlo ad ammettere di avere dei legami con gli Auditore. Ezio salvò il suo nuovo amico avvicinandosi di soppiatto alla guardia e uccidendolo con la sua nuova arma. Nascosero il corpo nella cantina di Leonardo, che conteneva già altri cadaveri donati dalla città a da Vinci per i suoi studi di anatomia.
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| 12- FIRENZE // ITALIA // 1476-12-31 - GIUDICE, GIURIA, CARNEFICE
Con la lama celata di suo padre rimessa a nuovo dal suo amico Leonardo da Vinci, Ezio tornò a La Rosa Colta, il bordello di Paola, dove il resto della sua famiglia si stava nascondendo. Pronto a colpire, Ezio chiese dove avrebbe potuto trovare Uberto Alberti, il funzionario cittadino che aveva tradito la sua famiglia. Paola gli disse che sarebbe stato presente alla presentazione dell’ultimo quadro del Verrocchio nel chiostro di Santa Croce. Ezio seguì le tracce di Uberto per le strade e lo sentì discutere con Lorenzo de' Medici, godendo della sua alleanza con i de' Pazzi e minacciando velatamente il suo vecchio amico.
Nascosto tra la folla, Ezio si avvicinò all’entrata ben protetta del chiostro. Una volta dentro, Uberto lo scoprì, ma Ezio pugnalò più volte il suo nemico prima che potesse reagire. Prima di morire Uberto disse ad Ezio che lui avrebbe fatto lo stesso per salvare coloro che amava. Ezio rispose che aveva fatto esattamente quello ed urlò a tutti i presenti che gli Auditore non erano sconfitti.
Non appena le guardie cominciarono a convergere su di lui, Ezio scappò per le strade e sui tetti.
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| 13- FIRENZE // ITALIA // 1477-01 - ARRIVEDERCI
Dopo aver vendicato la morte del padre e dei fratelli uccidendo Uberto Alberti, Ezio tornò a La Rosa Colta dove sua sorella e la madre in stato catatonico si stavano nascondendo. Quando Paola, la proprietaria, salutò Ezio, il ragazzo immediatamente le disse che stava lasciando Firenze con sua sorella e sua madre. Si sarebbero diretti a Monteriggioni dove risiedeva suo zio Mario Auditore.
Paola gli disse che il suo piano si sarebbe rivelato molto più facile se Ezio fosse andato nelle strade a ridurre la sua notorietà così che le guardie avrebbero smesso di dargli la caccia. Strappò via dai muri alcuni manifesti con la scritta “Ricercato”, corruppe degli araldi ed uccise un funzionario cittadino. La città si placò.
Una volta tornato di nuovo da Paola, sua sorella Claudia corse da lui. Nervosa e spaventata, Claudia gli chiese cosa era successo al loro padre e ai loro fratelli. Il silenzio di Ezio confermò ciò che Claudia temeva e la ragazza scoppiò a piangere. Ezio le disse di calmarsi e concentrarsi sulla prossima mossa da fare: portare tutti fuori da Firenze e metterli in salvo.
Ezio le scortò fino alle porte della città. Una volta là, pagò delle cortigiane per distrarre un gruppo di soldati che facevano la guardia. Mentre erano distratti, Ezio e la sua famiglia si lasciarono Firenze alle spalle.
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| 14- TOSCANA // ITALIA // 1477-01 - AIUTO SUL CIGLIO DELLA STRADA
Sulla via per Monteriggioni, Ezio, sua sorella e la loro madre furono attaccati da Vieri de' Pazzi. Non contento di vedere la famiglia Auditore decimata e costretta ad abbandonare Firenze, Vieri pretese la testa di Ezio.
Mentre Ezio tentava di evitare che gli uomini di Vieri facessero del male alla sua famiglia, suo zio Mario arrivò con un gruppo di mercenari a dargli manforte. Si sbarazzarono degli uomini di Vieri e costrinsero de' Pazzi alla fuga. Mario poi scortò Ezio e la sua famiglia a Monteriggioni.
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| 15- MONTERIGGIONI // ITALIA // 1477-01 - CASA DOLCE CASA
Sulla strada per Villa Auditore, una residenza vecchia di 200 anni a Monteriggioni, Mario chiese a suo nipote dei recenti avvenimenti a Firenze. Ezio disse che non riusciva a comprendere lo scopo del complotto contro la sua famiglia. Tutto ciò che aveva era una lista di persone che aveva recuperato dal corpo di Uberto Alberti, l’uomo responsabile per la morte di suo padre e dei suoi fratelli.
Una volta giunti alla Villa, Mario esortò Ezio a sistemarsi e prepararsi per l’addestramento. Ezio ribatté che voleva portare la sua famiglia ancor più lontano da Monteriggioni. Mario insistette; Ezio doveva finire il lavoro iniziato da suo padre. Confuso, Ezio gli chiese quale lavoro così importante un banchiere dovesse mai finire. Stupito dall’ignoranza di Ezio riguardo alla vera identità di suo padre, Mario lo congedò, dicendogli che presto gli avrebbe spiegato tutto.
Dopo aver acquistato una corazza, delle armi e delle medicine come richiesto, Ezio tornò allo studio dello zio. Mario si offrì di nuovo di addestrarlo, sottolineando l’incapacità che aveva dimostrato nel proteggere i suoi cari dagli uomini di Vieri. Implorò il nipote di farlo per il bene di sua madre e di sua sorella weapons. Ezio accettò.
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| 16- MONTERIGGIONI // ITALIA // 1477 - LA PRATICA RENDE PERFETTI
Ezio passò molte settimane ad allenarsi a combattere. Durante le sessioni di allenamento, Mario rivelò che il padre di Ezio era un Assassino, un membro di un ordine segreto deciso ad opporsi ai piani di conquista e dominio dei loro acerrimi nemici: i Templari. Mario spiegò che Uberto Alberti, Vieri de' Pazzi e probabilmente l’intera famiglia Pazzi erano Templari. Gli disse anche che Giovanni stava collezionando le pagine di un libro chiamato Il Codice, un trattato su tecniche, equipaggiamenti e regole che governavano l’Ordine degli Assassini. Mario disse che suo fratello credeva che il Codice avrebbe rivelato l’ubicazione di qualcosa di sufficientemente potente da cambiare il mondo.
Una volta completato l’addestramento Ezio affrontò lo zio in un’ultima battaglia in cui il giovane sconfisse il vecchio guerriero. Quando Ezio ringraziò lo zio, Mario scambiò tale gratitudine per il desiderio di restare. Ezio rispose che si sbagliava, dicendo che sarebbe salpato per la Spagna con la sua famiglia. Furioso, Mario condannò la mancanza di dedizione di Ezio nel continuare il lavoro di suo padre e accettare la sua eredità. Se ne andò infuriato.
In seguito, quando Ezio andò nello studio di Mario, fu informato che suo zio era partito con un gruppo di mercenari per affrontare Vieri de' Pazzi a San Gimignano. Vieri stava tormentando le sue truppe sin da quando Ezio e la sua famiglia erano arrivati. Prima di partire, Ezio fece visita alla madre, la quale non aveva ancora detto una parola dalla morte del marito. Preoccupato, Ezio provò a confortare la sorella Claudia.
Deciso ad aiutare suo zio ed affrontare ancora una volta il suo nemico, Ezio lasciò Monteriggioni a cavallo.
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| 17- SAN GIMIGNANO // ITALIA // 1477 - LA PORTA SUD
Quando Ezio si riunì a Mario e ai suoi uomini vicino a San Gimignano per affrontare Vieri de' Pazzi, annunciò di essere pronto ad assumersi la responsabilità di affrontare il suo nemico. Mario condivise con lui il loro piano di battaglia, ovvero colpire la porta sud che era poco difesa.
Avvicinandosi di soppiatto alla porta della città, Mario e i suoi uomini si preparano a creare un diversivo per permettere ad Ezio di entrare di nascosto in città scalando le mura. Dopo aver usato i coltelli da lancio per sbarazzarsi degli arcieri che pattugliavano i tetti e gli edifici vicini, aprì il cancello permettendo a Mario e alle sue truppe di entrare in città.
Ezio portò con sé alcuni uomini per sbarazzarsi di un gruppo di guardie senza che venisse dato l’allarme mentre Mario si faceva strada verso Vieri. Una volta fatto, Ezio si unì allo zio e al resto dei soldati che stava combattendo contro gli uomini di Vieri. Mario disse ad Ezio dove avrebbe potuto trovare Vieri cosicché potesse occuparsene di persona.
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| 18- SAN GIMIGNANO // ITALIA // 1477 - CHI SEMINA VENTO
Subito dopo essere entrato a San Gimignano, Ezio si diresse al palazzo all’estremità nord della città. Salendo di nascosto su un tetto, Ezio udì Vieri, Francesco e Jacopo de' Pazzi accordarsi con l’uomo spagnolo incappucciato che aveva visto all’esecuzione di suo padre e dei suoi fratelli. I cospiratori stavano discutendo di come consolidare posizioni e forze a San Gimignano e Firenze, alludendo ad un’imminente golpe. Quando il gruppo si sciolse, Vieri fu chiamato da uno dei suoi mercenari, che lo avvertì che Mario Auditore aveva invaso la città. Dirigendosi verso una delle torri più alte della città, Vieri ordinò ai suoi uomini di affrontare gli invasori.
Ezio si diresse verso la torre e si arrampicò fino in cima per affrontare Vieri e alcuni dei suoi soldati. Dopo aver ferito mortalmente Vieri, Ezio tentò di farsi dire dal suo nemico ormai morente il motivo del complotto. Perfido fino alla fine, Vieri morì senza rivelargli alcunché.
Furioso, Ezio fu tranquillizzato da suo zio che per rispetto pronunciò una breve preghiera per il nemico caduto. Diede al nipote una lettera da leggere e gli disse di tornare a Villa Auditore a Monteriggioni. La lettera era indirizzata al padre di Vieri ed era stata scritta da un frate che era stato incaricato di tenere sotto controllo Vieri. Arrivò alla conclusione che l’arroganza e la violenza senza freni del più giovane dei de' Pazzi fossero state causate probabilmente dall’essere stato trascurato dai genitori e dal desiderio di essere notato.
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| 19- MONTERIGGIONI // ITALIA // 1477 - CAMBIO DI PROGRAMMA
Quando Ezio tornò a Monteriggioni dopo aver ucciso Vieri de' Pazzi, Mario gli spiegò che l’uomo incappucciato che stava parlando con la famiglia De' Pazzi era Rodrigo Borgia, un uomo potente e leader dell’Ordine dei Templari. Mario confermò che era lui l’uomo responsabile della morte di suo padre e dei suoi fratelli. Quando gli chiese che cosa avesse in mente di fare, Ezio rispose che presto sarebbe tornato a Firenze per eliminare Francesco De' Pazzi.
Più tardi Ezio andò a trovare lo zio nel suo studio a Villa Auditore. Mario stava contemplando un pannello di legno incorniciato in cui erano appese diverse pagine del Codice. Mario spiegò che il padre di Ezio aveva trovato e tradotto alcune di queste pagine prima della sua morte. Ezio aggiunse la sua, che era stata di recente tradotta da Leonardo Da Vinci. Le pagine del Codice erano disposte a formare una mappa, ma molti pezzi erano ancora mancanti. Mario credeva che contenessero i segreti di una profezia. Erano stati scritti centinaia di anni prima da Altaïr, un Assassino che possedeva un Frutto dell’Eden. Altaïr parlava di un potente ed antico manufatto nascosto sotto la terra. Ezio promise di portare a termine il lavoro di suo padre e trovare altre pagine per risolvere il mistero di Altaïr.
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| 20- MONTERIGGIONI // ITALIA // 1477 - IL MIGLIORAMENTO DELLA CITTÀ
Poco dopo il suo ritorno a Monteriggioni, Ezio notò che sua sorella stava lavorando ai libri mastri della Villa. Quando le domandò del suo nuovo passatempo, un’indignata Claudia gli disse che Mario l’aveva messa al lavoro per amministrare le finanze della villa e della città. Disse al fratello di investire nella città per aumentarne le entrate che a loro volta avrebbero portato beneficio alla famiglia Auditore.
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| 21- MONTERIGGIONI // ITALIA // 1477 - IL SANTUARIO DEGLI ASSASSINI
Appena prima di partire per Firenze, Ezio raggiunse lo zio nel suo studio. Attivando una porta segreta, condusse Ezio nei sotterranei della Villa dove il bisnonno di Mario, 200 anni fa, aveva costruito un Santuario degli Assassini. Il santuario conteneva statue di alcuni dei più grandi Assassini dell’Ordine, insieme ad un’armatura che era appartenuta ad Altaïr. La corazza si trovava dietro ad una grata chiusa, che necessitava di sei sigilli per essere aperta. Mario gli spiegò che i sigilli si trovavano in cripte piene di tesori sparse per l’Italia. Era andato alla ricerca di queste cripte da giovane, ma non le aveva mai trovate.
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| 22- MONTERIGGIONI // ITALIA // 1478-04-19 - I SEGRETI DELLA VILLA
Ezio venne a conoscenza della storia della famiglia Auditore grazie a suo zio Mario. Mentre esplorava il santuario degli Assassini sotto la villa, Mario gli raccontò che lui e Giovanni avevano tentato in passato di decifrare i misteri del codice di Altaïr.
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| 23- FIRENZE // ITALIA // 1478 - PRATICA CIÒ CHE PREDICHI
Due anni dopo aver lasciato Firenze insieme a ciò che rimaneva della sua famiglia, Ezio tornò in città con la seria intenzione di continuare il lavoro di suo padre. Prima di perseguire la sua vendetta. Ezio fece visita al suo amico Leonardo da Vinci per fargli decifrare la pagina del Codice che era appartenuta a Vieri de' Pazzi. Leonardo si mise al lavoro con entusiasmo, scoprendo quelli che sembravano essere avanzate tecniche di assassinio e progetti per un parabraccio corazzato che avrebbe potuto fare il paio con quello di Ezio. Mentre Leonardo lavorava al Codice, Ezio si diede da fare per padroneggiare le sue nuove tecniche. Una volta fatto, tornò al laboratorio e prese possesso di una nuova lama celata che Leonardo aveva costruito.
Ezio domandò all’amico se poteva aiutarlo a trovare un misterioso personaggio che suo zio gli aveva chiesto di cercare, una persona che non poteva essere avvicinata apertamente ed era conosciuta semplicemente come La Volpe. Leonardo bisbigliò che forse poteva trovarlo al Mercato Vecchio, dove vagavano molti dei ladri della città.
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| 24- FIRENZE // ITALIA // 1478 - L’UOMO MIGLIORE
Subito dopo essere ritornato a Firenze, Ezio fece visita alla sua vecchia fiamma, Cristina Vespucci. Anche se era felice e sollevata di vederlo vivo, lo informò che era stata promessa ad un uomo di nome Manfredo. Mentre stavano parlando, giunse loro la notizia che Manfredo era stato assalito da degli uomini che stavano tentando di riscuotere dei debiti di gioco.
Ezio si offrì di aiutarlo e trovò Manfredo nelle mani dei suoi assalitori nei pressi del fiume Arno. Dopo averli scacciati, Ezio disse a Manfredo che gliel’avrebbe fatta pagare se non gli avesse promesso di smetterla con le scommesse. Disperatamente Manfredo professò il suo amore per Cristina e promise che sarebbe stato un buon marito.
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