Nostradamus e le sue quartine: Dalle Leggende fino ad AC
Hephaestus, 08 Novembre 2014
In questi ultimi giorni prima dell’uscita mondiale di Assassin's Creed Unity, una serie di informazioni, provenienti dai canali ufficiali e non da leak vari, ci hanno fatto ragionare e teorizzare, dando vita all’”ultima teoria” prima che ricevessimo il gioco. L’argomento principale che andremo a toccare riguarda una delle Side-Quest più intriganti dell’intero gioco: gli Enigmi di Nostradamus. Queste side-quest, che vanno a toccare un argomento molto delicato nella Lore di AC come quello della previsione di eventi futuri (le “Calculations” tanto nominate da svariati CVP), hanno accumulato una notevole importanza dopo che Ubisoft rivelò un contenuto inerente a queste missioni. Contenuto che va a collegare determinati elementi che sembravano essere stati dimenticati da Ubisoft stessa… e che invece sembrano essere ritornati in auge. La teoria che andremo ad analizzare deve partire da un altro personaggio, estremamente famoso, che utilizzeremo come introduzione a tutti gli eventi, e che unisce alle vicende di Nostradamus quello che ad oggi è l’FdE più misterioso tra tutti quelli conosciuti, un FdE diviso in due “Libri”... Abbiamo parlato già abbastanza in maniera criptica. Cominciamo con l’ultima teoria “Pre-Unity” di ATA. La leggenda di Nicolas Flamel La nostra teoria deve fare una tappa importantissima passando da niente meno che Nicolas Flamel, uomo che in AC è collegato a un paio di oggetti/tecnologie CVP, ma a noi principalmente interessa uno solo di questi. La leggenda di Flamel come alchimista, nata dopo la sua morte, quando cominciarono le prime voci sul fatto che riuscì a completare due dei principali obiettivi dell'Alchimia, la realizzazione della Pietra Filosofale e l'Immortalità, è basata in primo luogo su una sua opera del XVII secolo, chiamata Le livre des figures hiéroglyphiques ("Libro delle figure geroglifiche"), pubblicato a Parigi nel 1612 e, come Exposition of the Hieroglyphical Figures, a Londra nel 1624. Si tratta di una collezione di disegni, con forti influenze della simbologia alchemica, per un timpano del Cimetière des Innocents, a Parigi. Nell'introduzione vengono descritti gli sforzi di Flamel durante la ricerca della Pietra Filosofale. Secondo l'introduzione, Flamel in quegli anni era intento a venire a capo dei contenuti di un misterioso libro di 21 pagine da lui acquistato dopo un sogno in cui gli avrebbe fatto visita un angelo, indicandoglielo. Flamel attorno al 1378 si sarebbe recato in Spagna, secondo alcune fonti in viaggio verso Santiago de Compostela, per cercare aiuto con la traduzione di questo libro. Sulla via del ritorno, viene riportato che incontrò un saggio che avrebbe riconosciuto nel libro una copia dell'antico grimorio "La Magia Sacra di Abramelin il mago". Flamel e la moglie Perenelle negli anni successivi, anche tramite lo studio di testi cabalistici e testi in Ebreo, sarebbero riusciti a decifrarne il contenuto, ottenendo la leggendaria Pietra Filosofale, capace di tramutare i metalli comuni in oro, e l'Elisir di lunga vita. Si dice che riuscirono a sintetizzare per primo l'argento nel 1382, e successivamente l'oro. La Leggenda divenne molto famosa negli anni a venire, e si trovano riferimenti alle gesta alchemiche di Flamel pure in un diario scritto da Isaac Newton (che era interessato anche all'Alchimia e alle pratiche Ermetiche) dove menzionava "I Serpenti attorno al Caduceo, i dragoni di Flammel". Nella trama di AC, dopo aver ottenuto il Grimorio ed essere tornato a Parigi, Flamel divise i due tomi dei quali il libro era composto durante la sua continua ricerca per la ricetta della Pietra Filosofale. I due tomi, dal titolo "Vera Magia" e "Scienza Divina", finirono successivamente nelle mani di diversi proprietari nel corso dei secoli, fino alla fine del 1800, dove per un breve periodo vennero riuniti. L’aspetto dei tomi era privo di qualunque ornamento ed entrambi avevano una copertura argentata, recante tre simboli, ed erano fatti di pagine bianche e vuote. Tuttavia, l'osservare quelle pagine vuote ricreava misteriosamente nella mente delle persone il contenuto effettivo del libro… Le origini del “Libro dell’Eden” Il Libro “La Magia Sacra di Abramelin il mago”, in AC è noto come "Il Libro di Abramo", dal nome Abramo di Würzburg (o di Worms secondo altre interpretazioni), e conteneva conoscenze derivate dagli insegnamenti del Mago Egiziano Abramelin, suo Maestro. Il Libro è chiaramente un manufatto della Prima Civilizzazione, o più probabilmente erano le sole pagine a essere manufatti di epoca CVP, dato cheerano principalmente quest’ultime che interagivano con il cervello del soggetto trasportando letteralmente formule e conoscenze all’interno della mente. Queste formule trasportate all’interno del cervello avevano la “durata” di un vero e proprio ricordo, e potevano persistere nella mente pochi istanti come potevano essere semi-permanenti. Storicamente per partire dalle fonti più antiche sul Libro, dobbiamo necessariamente iniziare dall’uomo del quale il libro porta il nome, ossia Abramo di Würzburg, un ebreo di origine tedesca presumibilmente vissuto tra il 1362 e il 1458. Il Libro è impostato nella realtà come un romanzo epistolare, dove Abramo racconta le conoscenze magiche e Cabalistiche di Abramelin al figlio Lamech, e di come le ottenne. Abramo racconta di come avrebbe incontrato Abramelin il Mago, che viveva nel deserto al di fuori della città egiziana di Arachi (o Araki), sulla riva del Nilo. Abramelin viene descritto come un “anziano molto saggio”, che discuteva continuamente di concetti come il “timore di Dio”, del “vivere una vita regolata” e dell’evitare di lasciarsi corrompere dalla ricchezza e dall’avidità. Durante il soggiorno di Abramo da Abramelin, quest’ultimo gli fece promettere che non avrebbe mai perseguito quelli definiti da lui i “falsi dogmi” e di vivere secondo la legge divina, dopodiché diede ad Abramo due antichi manoscritti da copiare, dandoglieli in cambio di dieci fiorini d’oro, e dicendogli che doveva distribuire quelle copie a 72 persone tra i poveri della città di Arachi. Circa 15 giorni dopo, una volta aver distribuito le copie dei libri ai poveri di Arachi, Abramelin fece fare ad Abramo un’ulteriore giuramento sul “servire e temere il Signore” prima di farlo andare, dopodiché si narra che gli diede la “Scienza Divina” e la “Vera Magia”, che erano “contenuti” all’interno dei due manoscritti originali, che doveva seguire e che avrebbe dovuto dare soltanto a quelli che conosceva bene, o che riteneva degni. Il Libro, in quanto FdE, mostra al soggetto soltanto quello che il soggetto vuole sapere, e ogni traduzione del libro risulta essere solo un’opera derivata dalla visione “soggettiva” che potenzialmente varia da traduttore a traduttore, sebbene contenga un sapere inestimabile. Solo i tomi originali oltre ad essere di epoca CVP, hanno veramente importanza, in quanto il loro vero potenziale è tutt’ora inespresso. Il Libro dopo Flamel Tornando a parlare della strada che il Libro ha percorso, ormai diviso nelle sue due parti, sappiamo che attorno al 1520, il medico e alchimista svizzero Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim (spesso “inspiegabilmente” abbreviato in Bombastus o noto anche come Paracelso) era in possesso del Tomo Vera Magia, e lo teneva nel suo laboratorio a Basilea.
Quando il suo amico Giovanni Borgia, Assassino e con una modesta concentrazione di DNA della Prima Civilizzazione nel sangue, nel 1520 lesse le pagine del libro e fu in grado di comprendere le formule e i simboli contenuti al suo interno, venendone come illuminato da tale conoscenza, e riuscì a trascrivere la formula che vide. Subito dopo, seguendo le istruzioni e le note appena prese, lui e Bombastus scoprirono che quella formula era la ricetta per realizzare la Pietra Filosofale. Giovanni poi cominciò a ricercare presso la Biblioteca Universitaria di Basilea, insieme a una apprendista di Bombastus, Maria Amiel, che molti anni dopo diverrà sua moglie. I due scoprirono che il Libro faceva parte di una coppia di Tomi appartenuti a un alchimista francese, il sopracitato Nicolas Flamel, e che contenevano le conoscenze e gli insegnamenti di Abramo di Würzburg. I Tomi erano appunto "Vera Magia"e "Scienza Divina". I due viaggiarono al Louvre per cercare il secondo manoscritto, e scoprirono che il nipote di Perenelle Flamel, tale Jacques Henri, aveva ereditato un grimorio. Perquisita la casa dell'uomo, alla fine, dopo aver acquistato per pochi soldi il grimorio, scoprirono era stato "tradotto da mani umane", e che solo l'originale era veramente utile ai loro scopi. Il Grimorio, traduzione effettiva di Scienza Divina, conteneva insegnamenti simili a quelli di Pitagora e di antiche pratiche Ermetiche, spingendo Giovanni anni dopo a collegare il tutto al Tempio di Pitagora, che era stato esplorato circa vent’anni prima da Ezio Auditore e Leonardo da Vinci nel 1506. Il fatto che una traduzione di uno dei due Libri aveva a che fare con pratiche Ermetiche e Pitagoriche fa capire che lo stesso libro originale conteneva questo tipo di conoscenze, quindi Libro e Pitagorici/Ermetici erano collegati alla base dalle stesse conoscenze CVP. All’interno del Tempio di Pitagora, quando venne visitata nel 1506 da Ezio e Leonardo, poco prima della Cripta Pitagorica, vediamo una enorme stanza quadrata, stanza che, secondo le parole di Leonardo, aveva a che fare con il concetto di “Fuoco della Conoscenza”, che aveva un enorme glifo circolare al centro, delle linee incise sul terreno che portavano ad esso e un enigma per la stanza successiva sbloccabile attivando quattro leve presenti nel livello. Queste leve attivavano dei meccanismi che accendevano dei bracieri posti in alto che andavano ad accendere le linee incise sul terreno, probabilmente cosparse di un qualche liquido infiammabile. Queste lingue di fuoco, una volta arrivate verso il glifo centrale, illuminavano 5 simboli sul terreno, simboli che, a differenza di tutti gli altri visti nel DLC, non erano di “natura umana”, ma bensì simboli CVP, che potrebbero essere stati derivati dalla conoscenza che lo stesso Pitagora ottenne quando ricevette uno dei Bastoni dell’Eden, che chiameremo “Il Caduceo”, da un uomo che si faceva chiamare Ermete Trismegisto.
Quell’uomo probabilmente non era fisicamente il vero Ermete Trismegisto, che era un CVP, ma è teorizzato da anni che lo stesso Ermete abbia trovato il modo di sopravvivere allo scorrere del tempo, “installandosi” nel corpo di persone, esattamente come Consus fece con Giovanni Borgia e forse con William Robert Woodman. [NdHephaestus: Secondo altre vecchie teorie molto valide, proprio per via di questo comportamento uguale sia per Consus che per Ermete, si pensa che fossero in realtà lo stesso CVP, e potenzialmente potrebbe essere ancora vivo ai giorni nostri...] Tornando ai Simboli del Tempio di Pitagora, possiamo osservarli meglio qui sotto, ricreati in un’immagine fatta ad hoc dal nostro Simonsens (I simboli sono riflessi rispetto a quelli originali… ma c’è un motivo.) Chi si tiene sempre informato sulle news di AC:Unity e ha un’ottima memoria fotografica, probabilmente ora starà saltando dalla sedia, perché uno di questi simboli, il primo da destra, apparso nel 2010 in ACB, e probabilmente dimenticato dalla stragrande maggioranza dei fans, è “riemerso” qualche settimana fa in uno screen di Assassin’s Creed Unity! L’immagine illustra una delle missioni secondarie legate a un personaggio non vivo ai tempi di Unity, ma che ha in un qualche modo lasciato un segno nella città, ossia Nostradamus. Queste missioni, che rimembrano nello stile, ai fan di vecchia data, i Glifi di ACII, mostrano dei glifi sparsi in giro per la città e che sono collegati alle leggendarie quartine di Nostradamus. Arno dovrà trovare questi simboli e, analizzando le quartine di Nostradamus, dovrà risolvere il mistero dietro di essi. Essendo quindi che Nostradamus ha avuto a che fare con Simboli di natura CVP, e per giunta collegati alla tradizione Pitagorico-Ermetica, è quasi scontato dire che Nostradamus in qualche modo possedesse o ha avuto a che fare con un FdE o qualcosa di CVP legato agli Ermetici… o perché no la seconda parte del Libro, Scienza Divina... [NdHephaestus: ricordiamo che gli unici 2 FdE finora visti in AC che sono collegati ai Pitagorici/Ermetici sono il Caduceo di Ermete Trismegisto passato a Pitagora, e il Libro diviso nei suoi due Tomi. Se uscisse fuori un altro FdE collegato a essi noi comunque non potremmo che esserne felici.] La Leggenda di Nostradamus approda in AC È considerato uno tra i più famosi e importanti scrittori di profezie della storia. È famoso principalmente per il suo libro Centuries et prophéties (1555), che contiene quartine in rima, raccolte in gruppi di 100. Le sue profezie si dice contengano eventi per i 2242 anni successivi alla pubblicazione, avvenuta nel 1555, quindi fino al 3797. L’ispirazione per “Centuries et prophéties” venne a Nostradamus dopo il 1522, sicuramente dopo lo studio di opere comeil “De honesta disciplina”(“Sulla retta disciplina”) del 1504 di Pietro Baldi del Riccio, poeta e umanista ?orentino del XVI secolo, che a sua volta includeva estratti dal “De daemonibus”(“Dei demoni”), di Michele Costantino Psello, ?losofo e storico bizantino dell’XI secolo e dal “De Mysteriis Aegyptiorum”, “Dei misteri degli egiziani” di Giamblico di Calcide, vissuto nel terzo secolo dopo Cristo. Interessante notare che a sua volta Michele Costantino Psello basava la sua conoscenza su una serie di volumi dell’originale Corpus Hermeticum, lo scritto centrale della dottrina Ermetica. Il Corpus Hermeticum, più precisamente, è diviso in due parti:
[NdHephaestus: "pratiche volte all'animazione di statue, tramite l'interazione con forze sovrannaturali"... Vi ricorda qualcuno/qualcosa?] Il Pimander d’altro canto, era una raccolta di 14 manoscritti “dedicati” a Ermete Trismegisto, che Psello raccolse e collezionò di persona nel 1050 circa (il Corpus originale risaliva all'antico Egitto ed era ritenuto addirittura precedente a Mosè), dal quale però rimosse ogni riferimento strettamente Magico ed Alchemico, per evitare problemi con la Chiesa. Circa quattro secoli dopo, nel 1453 il monaco della corte dei Medici, Leonardo da Pistoia trovò in Macedonia questi scritti. Quando tornò alla corte a Firenze, nel 1460, consegnò il Corpus a Cosimo de’ Medici, che affidò a Marsilio Ficino l’incarico di tradurlo. Ficino stesso nell’opera da lui tradotta affermò che Orfeo, Pitagora e Platone erano i più grandi rappresentanti della sapienza antica contenuta nel Corpus [NdHephaestus: Perfettamente in linea con quanto visto in AC]. In definitiva,la traduzione di Ficino, si pensa, rappresentò la rinascita del pensiero Ermetico e Neoplatonico nel Rinascimento. Chiudendo la parentesi sul Corpus Hermeticum, è quindi perfettamente plausibile che, esattamente come nella realtà, Nostradamus abbia avuto a che fare con conoscenze Ermetiche, anche nell’Universo di AC. Con la sola differenza che l’Ermetismo in AC è strettamente collegato ai CVP e qualche FdE… Tornando a parlare delle profezie, i sostenitori dell'attendibilità di quest’ultime attribuiscono a Nostradamus la capacità di aver predetto un incredibile numero di eventi nella storia del mondo tra cui la Rivoluzione Francese (che fortuita coincidenza…), la bomba atomica, l'ascesa al potere di Adolf Hitler, e gli attentati dell'11 settembre 2001. Nessuno tuttavia ha mai dimostrato di poter ricavare dalle quartine di Nostradamus dati attendibili per la previsione del futuro. Si pensa, infatti, che tutte le profezie nelle quartine siano esempi di “chiaroveggenza retroattiva”,ossia, le quartine sono scritte in un modo così ambiguo che qualunque lettore, a posteriori, potrebbe collegarci un determinato evento storico successivo a Nostradamus. In AC però sfruttando il concetto di “Calculation”, ossia la possibilità di alcuni FdE di calcolare tramite probabilità futuri ipotetici, è possibile che alcune delle quartine possano essere delle effettive visioni di eventi futuri probabili. In AC, tirando le somme, non c’è nulla che abbia a che fare direttamente con Nostradamus nei titoli passati, ma dopo queste ultime supposizioni possiamo supporre che abbia a che fare con tecnologie CVP collegate alle tradizioni Ermetiche, e si potrebbe ipotizzare che nel periodo successivo al 1522, Nostradamus possedette veramente l’originale del libro Scienza Divina. C’è un altro dettaglio che potrebbe legare Nostradamus al Tomo Scienza Divina, ma per arrivare a questo dobbiamo andare avanti con la storia dei Libri, fino all’ultimo evento documentato. Vera Magia e Scienza Divina: Dal Rinascimento fino all’Era Moderna Dopo gli eventi del 1527 che vedono Giovanni Borgia e la moglie Maria Amiel (che sono stati in possesso del Libro Vera Magia per un certo periodo di tempo) alla ricerca dell’altro Libro, abbiamo un periodo “vuoto” di quasi 60 anni, finché non vediamo “riemergere” nuovamente tracce del Libro Vera Magia probabilmente in Inghilterra, nel 1582, nelle mani dei famosissimi alchimisti e matematici John Dee (1527-1608) ed Edward Kelley (1555-1597). Edward Kelley si avvicinò a John Dee nel 1582, inizialmente sotto il nome di Edward Talbot. Dee, che in quegli anni si supponeva avesse una Sfera di Cristallo aveva già tentato di contattare "gli angeli" con l'aiuto di un chiaroveggente, ma senza successo. Kelley dichiarò di esserne capace, e dopo essere riuscito nel "contatto spirituale", i due divennero immediatamente stretti. Dee e Kelley spesero un'enorme quantità di tempo ed energia in queste "conferenze spirituali". Dal 1582 al 1589 la vita di Kelley fu strettamente legata a quella di Dee. Secondo una leggenda, un anno dopo essere entrato al servizio di Dee, all'incirca nel 1583, Kelley apparve con un "antichissimo manoscritto", noto come "Il Libro di Dunstano", un trattato alchemico, attribuito a San Dunstano di Canterbury (909-988), che spiegava come ricreare, tramite formule, le polveri Rosse e le polveri Bianche, utili per la Trasmutazione dei Metalli, insieme a due contenitori d'avorio con all'interno dei campioni di queste polveri.
John Husey, nominato una sola volta in Project Legacy, nel ricordo chiamato "Avidità" come "Mastro Husey", e identificato come la persona grazie al quale Kelley ottenne il Libro, sembra essere una persona "molto particolare", e lo stesso Dee, che sembra averlo conosciuto in passato, si rivolge a Kelley dicendogli: "Il tuo collega, Mastro Husey, quello che ti ha dato il libro... Ci ho avuto a che fare tempo fa. Non ci si può fidare di lui". Quale sia l'effettivo schieramento di Husey non lo sappiamo, ma è possibile che nel dare (o meglio nel "far ritrovare") il Libro a Kelley, lui in realtà avesse un altro scopo... Con la polvere (il cui segreto si celava nel libro di San Dunstano) Kelley credeva possibile preparare una "tintura rossa” che gli avrebbe permesso di trasmutare i metalli vili in oro. Si dice che riuscisse a dimostrare il suo potere alcune volte nel corso degli anni. Tenendo conto di particolari come la presenza di Husey e la Tintura rossa, è quasi ovvio dire che il Libro di San Dunstano, altri non è che uno dei due Tomi del Libro di Abramo. Quale dei due esattamente non viene specificato. Si potrebbe teorizzare che si tratti di Vera Magia, giacché possiede le formule di trasmutazione dei metalli al suo interno, ma non vi è certezza assoluta. Infatti per quanto poco si sappia cronologicamente sui due Tomi, il Libro di Kelley potrebbe essere anche Scienza Divina.
Nel 1586 Kelley e Dee ottennero il patronato di un ricco Conte boemo, Vilem Rožmberk (italianizzato Guglielmo di Rosenberg), si stabilirono nella città di Trebon e continuarono le loro ricerche. Nel 1587, Edward Kelley e John Dee erano ormai in possesso del Libro da circa 4 anni. Kelley riusciva con successo a trasmutare i metalli in oro grazie alla Tintura Rossa ma Dee cominciò lentamente ad accorgersi dei devastanti effetti negativi che il Libro portava alla mente, e lo vide particolarmente su Kelley.
Gli eventi a seguire, che tratteranno dai primi, e successivamente continui, fallimenti di Kelley nella Trasmutazione senza l’aiuto del Tomo fino al suo Suicidio ed alla rivelazione di Dee alla “nipote” Elizabeth Jane Weston fanno parte del Capitolo 3 della Scienza Divina, dedicato appunto a quest’ultima. Questi eventi, seppur molto interessanti, non servono alla narrazione che stiamo seguendo, quindi verranno omessi. Sono comunque visionabili nella nostra sezione Database al link poco sopra. Dal 1588 in poi anche questo Libro insieme all’altro Tomo, spariscono dalla circolazione, stavolta per molto più tempo, finché non “riemergeranno” per l’ultima volta documentata nella trama di AC, in un periodo tra il 1891 e il 1901, a Londra, nelle mani dell’Ordine Ermetico dell’Alba Dorata. Per narrare questi eventi, dobbiamo partire dal ricordo di PL chiamato “Sapere Aude”, facente parte del gruppo di ricordi chiamato “Vincit Omnia Veritas”, (La Verità vince su tutto), dove Fratello V.O.V., in arte William Robert Woodman, racconta (in realtà non è proprio lui che racconta, ma la situazione è parecchio complicata), di come il Libro, diviso nei due Tomi, sia rimasto diviso dai tempi di Bombastus e Giovanni Borgia, finché non tornarono misteriosamente insieme ai suoi tempi. Colui che parla in realtà è più probabilmente Consus, che, come detto prima, riesce a sopravvivere allo scorrere del tempo “installandosi” nel corpo di qualcuno, se questi ne soddisfa determinati “prerequisiti”. [NdHephaestus: Si potrebbe teorizzare che Consus sia sopravvissuto da dentro Giovanni Borgia fino a William Woodman perché probabilmente Woodman è discendente di Borgia, così facendo il suo sopravvivere alle generazioni è dato dall’installarsi di primogenito in primogenito dalla linea di sangue di Giovanni Borgia, mantenendo in se tutti i ricordi delle persone dove è stato “ospite”. E da come parla Consus, direttamente a noi, lui sarebbe tecnicamente “vivo e vegeto” ai giorni nostri.] Il ricordo, disponibile anche nella nostra sezione Database, interamente tradotta in Italiano (solo nella versione ita), recita: “Torniamo indietro a pochi mesi fa — pochi mesi PRIMA del mio funerale. Ma per prima cosa, ti ricordi di Giovanni? Ricordi il Libro che stava cercando a Parigi con Maria? Ricordi l'altro Libro? Quello che Giovanni rubò dal laboratorio di Bombastus; quello in cui Ia formula per trasformare il semplice metallo in oro si materializzò proprio davanti ai suoi occhi. Beh, come sai, Giovanni aveva solo una parte dell'ormai famoso "Libro di Abramo". Sfortunatamente per Iui, non trovò mai l'originale della parte "Scienza Divina". Qui le cose si fanno interessanti. Molti anni dopo, verso Ia ?ne del diciannovesimo secolo, questi antichi tomi sono ricomparsi. Non ti annoierò con la storia dettagliata di questi libri. Sono passati di mano in mano così tante volte che ti confonderesti solamente. O ti annoieresti a morte. Inoltre a chi interessa? Beh, in realtà, sono sicuro che a LORO interesserebbe. Ma, come forse hai già capito. Non lavoro per loro. Ma torniamo alla nostra storia. In qualche modo i volumi completi, originali, contenenti la conoscenza di Abramo, ?nirono nelle mani del mio buon amico Samuel Liddell Mathers.” Da questo estratto sappiamo che il Libro è a Londra nella sede dell’Ordine Ermetico dell’Alba Dorata, tra le mani del soprannominato “Evocatore di Spiriti” Samuel Liddell MacGregor Mathers (1854 –1918). (Ricordiamo come dettaglio aggiuntivo che Mathers era sposato con Moina Mathers, una Assassina, e che entrambi possedevano l’Occhio dell’Aquila.) Il Piano di Mathers è di tradurre i due Tomi e metterli in commercio, sia per metterli alla portata di tutti, sia ovviamente per trarne guadagno. A ostacolare questo piano vi era il terzo membro del “Triumvirato” dell’Ordine Ermetico, ossia William Wynn Westcott, noto come il “Praemonstrator”, che si è mostrato assolutamente contrario alla traduzione del libro. Westcott, infatti, a un certo punto si rivolge a Mathers di-cendogli: “Non puoi farlo, Samuel! [...] Allora perché vorresti pubblicarlo? [...] Sì, so del tuo piccolo piano." Woodman qui fa notare come anche lui, come Giovanni Borgia tempo addietro, aveva compreso che le traduzioni del Libro erano sì di valore inestimabile, ma inutili rispetto ai Tomi originali. Questi eventi porteranno alla successiva rottura di tale triumvirato, ed alla definitiva rottura dell’Ordine stesso. Il piano segreto di Mathers però continuò, e riuscì ad attuarlo… Samuel Mathers, infatti, nel 1900, ha pubblicato veramente una sua traduzione de “La Magia sacra di Abramelin il Mago”, ossia il Libro di Abramo in AC. I due Tomi del Libro restarono quindi nelle mani di Mathers per tutto il tempo della realizzazione della sua traduzione, ma ad un certo punto, i due tomi misteriosamente sparirono. L’unica immagine in AC con i due Tomi insieme è l’immagine allegata al ricordo “Sapere Aude”. Essa inoltre mostra un particolare molto interessante sulla copertina… [NdHephaestus: Un dettaglio molto interessante è che il Caduceo è sempre stato un simbolo di equilibrio, ed è ancor più interessante vedere come allo stesso modo Hermes/Consus non era (è) schierato né con Giove e Minerva né quantomeno con Giunone e Aita, ma perseguiva la sua via personale, restando sempre neutrale.] Ma, tornando a Nostradamus e Unity, dove abbiamo visto il Simbolo di Mercurio in Unity? Questo simbolo era collegato a uno degli accessi segreti di Notre Dame, ma non sappiamo da dove vengano effettivamente questi simboli e chi li abbia messi lì… e se ci fosse la mano di Nostradamus dietro. Tenendo conto delle sue associazioni con l’ermetismo, non sarebbe per niente qualcosa di completamente inaspettato dopo questa teoria. Potrebbe anche darsi che alla fine in questi Enigmi ci saranno riferimenti anche ad altri CVP già nominati nella Saga oltre ad Ermete/Mercurio/Consus [Giove, Minerva, Giunone, Venere, Durga, Diana (forse la terza CVP in AC The Fall), Aita, Eris (confermata come CVP dall’Encyclopedia)]. In ogni caso tra pochi giorni avremo la risposta e ogni effettiva conferma/smentita alla nostra teoria.
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